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L’amore nel tantra – Osho (approfondimento)

8 Gen 2013 | Sessualità, Spiritualità, Tantra

Product by:
Osho

Reviewed by:
Rating:
4
On 8 Gennaio 2013
Last modified:22 Settembre 2022

Summary:

Dopo la recensione de L’amore nel tantra, eccoci all’appuntamento con l’articolo di approfondimento relativo al libro di Osho. Un libro scottante, come sempre quando c’è di mezzo Osho...

L’amore nel tantra - Osho (sessualità)Titolo: L’amore nel tantra.
Autore: Osho.
Argomenti: sessualità, spiritualità, esistenza.
Editore: Mondadori.
Anno: 1991.
Voto: 7.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libriAmazon.

 

Dopo la recensione de L’amore nel tantra, eccoci all’appuntamento con l’articolo di approfondimento relativo al libro di Osho.
Un libro scottante, come sempre quando c’è di mezzo Osho, e pieno di messaggi coraggiosi in rapporto all’educazione media della società occidentale.

Andiamo a leggere alcuni spunti tratti dal suddetto libro, partendo da uno su vita, morte e sesso.
“L’uomo ha sempre temuto soprattutto due cose: la vita e la morte. Teme la vita, perché conduce alla morte. Teme la morte, perché è la fine della vita. Per questo, in tutte le società, i tabù più forti sono sempre stati il sesso, che rappresenta la vita, e la morte.
Se osservate i volti di coloro che vi circondano, il loro essere complessivo, scoprirete innanzi tutto che nessuno prende in considerazione la morte, ma la morte è ovunque. Nessuno ha coscienza del fatto che la morte è meravigliosa, ma solo in virtù della morte la vita si rinnova incessantemente, assumendo nuove forme, nuove dimore. La morte è infatti l’essenza della creatività della vita. Voi vedete solo il corpo che marcisce e si dissolve, non vedete le nuove sembianze che assume.
E tutto ciò che è morte da un lato, è sesso dall’altro: la morte e il sesso sono due facce della stessa medaglia, complementari e inseparabili. Negando la prima, automaticamente negate la seconda.
Questo è il punto decisivo: l’uomo vive nella verità solo quando è in grado di vivere sia la vita che la morte, liberamente, gioiosamente. La vita esiste solo tra le polarità del sesso e della morte. Se entrambe sono negate – come lo sono sempre state nel corso dei secoli – l’uomo si spegne: sprofonda nell’apatia, nell’indifferenza, nella noia.”

Adesso ancora un parallelismo tra sesso e morte.
“L’uomo, lo ripeto, è composto di essere e non-essere. L’essere è la sessualità. Per questo, in un’esperienza sessuale profonda, il passato e il futuro scompaiono, tu sei totalmente nell’attimo presente, che diventa un istante di meditazione.
E la stessa cosa può dirsi per il non essere, ossia la morte: se all’improvviso te la trovi di fronte, la tua mente si svuota, passato e futuro si annullano, e sei totalmente nel momento presente. All’improvviso c’è silenzio, un silenzio assoluto. Vivi il silenzio che avevi cercato per tutta la vita e non eri mai riuscito a raggiungere. Sorge dal nulla. La morte ti riconduce a te stesso, all’istante presente.
Il sesso e la morte sono le esperienze più intense, decisive.”

Ora un brano su naturalezza e violenza.
“Se l’uomo divenisse autentico, libero e naturale, accadrebbero cose inaudite. La prima è questa: le guerre diverrebbero impossibili. Perché la gente non accumulerebbe tanta rabbia, tanta violenza in sé da dover poi scaricarla uccidendo, e uccidendo ancora.
La seconda è questa: abusi, violenze, prevaricazioni inizierebbero a scomparire.
[…] Se hai fame, se vieni tenuto a digiuno, puoi giungere a uccidere pur di sfamarti. Ed è accaduto proprio questo nella storia dell’uomo, che è sempre stato represso, svuotato, corrotto, e se ora cominciasse a liberarsi e prendesse a urlare, a fare tutto ciò che gli è stato sempre vietato, il mondo impazzirebbe.
Certo, per alcuni anni il mondo impazzirebbe. Ma sarebbe una follia liberatoria, salutare, che spazzerebbe via nevrosi, violenza, guerre, definitivamente. Ecco perché i politicanti e i preti hanno un assoluto bisogno della repressione: la loro sopravvivenza dipende da questo.
Se non ci fossero più violenza né guerre, tutto il senso del loro esistere crollerebbe. Se non ci fossero confini, se non ci fossero nazioni, che senso avrebbero politicanti, preti, generali? Se l’uomo ritrovasse la propria naturalità, se vincesse la violenza che domina ovunque, anche in lui stesso, sarebbe sufficiente un governo mondiale ridotto a puro servizio. Ma loro, i potenti, non lo vogliono, si oppongono con ogni mezzo, hanno paura di essere spazzati via, hanno paura che il mondo esploda.
E la loro paura è legittima: l’uomo è stato così a lungo represso che se si liberasse si produrrebbe una deflagrazione incontrollabile.
Sì, per qualche anno, per una generazione almeno, il mondo sarebbe sconvolto da una grande esplosione purificatrice. Poi si stabilirebbe un ordine nuovo, e tutto si risolverebbe, e l’umanità sarebbe salva.”

Adesso parliamo di tantra.
“L’attitudine tantrica rispetto al sesso si fonda, lo ripeto, sul presupposto che non è un bisogno, ma un’esperienza cosmica, una liberazione, un ritorno alla nostra realtà suprema, una delle più alte forme di meditazione.
Nel nostro mondo accade esattamente il contrario: non si sa più amare, si gode solo della conquista, si fa l’amore per dimostrare la propria potenza, per avere una conferma del proprio fascino, per gratificare il proprio ego.
Il tantra invece afferma che il sesso offre un istante di assenza dell’ego, di assenza di tempo, un istante di meditazione. Un coito tantrico può durare ore intere. È una sorta di fusione con l’altro, di pacificazione nell’essere dell’altro. E questo è un bagliore di Dio: il tantra è la via naturale verso Dio, è la normale via che conduce a Dio.”

Ancora sul sesso.
“Il sesso è sacro quanto il samadhi. L’elemento più basso e quello più alto fanno parte di un tutto. Non esiste separazione. E se neghi ciò che è basso, non sarai mai in grado di raggiungere ciò che è alto.
Il sesso non deve dunque far nascere sensi di colpa. Il sesso è la vita! Se lo fuggi, l’intera tua vita diventa inautentica, una finzione. Se lo eviti, se lo reprimi, non riuscirai a elevarti, perché reprimendo la tua energia sessuale reprimerai la tua energia complessiva.
Quando mi ascolti, è naturale che la tua energia sessuale venga stimolata: e può essere stimolata solo al livello in cui spiritualmente ti trovi. Se ti trovi al livello della sessualità, ascoltandomi, sentendomi, entrando in amore con me, il tuo samadhi non potrà ancora fiorire, perché lunga è la via che porta all’oceano. Ma se la tua sessualità inizia a fluire, è un buon segno, è un inizio. Dimostra che in te qualcosa è entrato in movimento: non sei più una pozza stagnante, hai incominciato a scorrere verso l’oceano.
Certo, l’oceano appare in lontananza, così remoto da sembrare irraggiungibile. Ma devi osare. Potrai raggiungerlo, alla fine, ma solo se permetterai a questa piccola pozza fangosa di fluire, di mettersi in cammino, di seguire la retta via. È una piccola pozza fangosa, ma devi accettarla, devi amarla: solo così potrai iniziare a fluire. Non sentirti dunque in colpa per le tue fantasie sessuali, perché sono del tutto naturali.”

Ora un breve spunto su cosa sia il male.
“Non sentirti in colpa: è questo il mio messaggio. Tutto ciò che accade è buono: il male non esiste, non può esistere, perché tutto è in Dio. Il male è una concezione umana, nient’altro.”

Adesso un brano interessantissimo sull’allegoria di alcuni antichi templi indiani.
“Hai mai visitato i templi tantrici di Khajuraho e di Konarak, i templi più sacri che esistano sulla Terra? Se l’hai fatto, ti sarai stupito nel vedere che sulle mura esterne, baciate dal sole, sono raffigurate coppie che fanno l’amore in posizioni infinite, concepibili e inconcepibili, possibili e impossibili. Tutte le mura traboccano di sesso: si resta sconvolti, si è presi da vertigine, ci si difende giudicando oscene quelle figure, condannandole, distogliendo lo sguardo. Si prova l’impulso di fuggire. Ma tutto ciò non è dovuto alle sculture, bensì al prete che ti ha instillato il veleno.
E ora entra nel tempio. Via via che avanzi, le figure diminuiscono e l’amore assume nuove forme: le coppie raffigurate si guardano negli occhi, si tengono per mano, si abbracciano, ma la sessualità è scomparsa. Continua ad addentrarti, e vedrai che le figure si diradano ulteriormente, e che ora neppure si sfiorano. Vai ancora più in profondità, e le figure scompaiono.
Nel punto centrale del tempio, il ventre, totalmente privo di aperture verso l’esterno, c’è vuoto assoluto, nulla assoluto, assoluta oscurità, profondissimo silenzio. L’essenza più intima è dunque assenza, vuoto, nulla, estasi, samadhi; e l’essenza più esterna è sessualità.
Questa è la raffigurazione dell’uomo nella sua totalità.”

Dopo aver parlato di sesso, ora parliamo di amore con una citazione veramente bellissima.
“L’amore è la realtà più grande, più universale. Di fatto, tutto è in amore con tutto. E se non riesci ad amare nasce l’odio: l’odio non è altro che amore deviato. Se invece proverai indifferenza, vorrà dire che il tuo amore non ha osato fiorire, manifestarsi.
Tutto è amore. Persino quando un leone balza su una gazzella e l’uccide, e la divora, anche questo è amore: il leone assorbe in sé la gazzella. È un amore molto primitivo, selvaggio, animale, ma è amore: anche gli amanti si divorano a vicenda, e l’uno assorbe in sé l’altro.
L’intera esistenza è amore. Gli alberi amano la terra, la terra ama gli alberi. Deve esistere un profondo legame tra loro: non si tratta solo delle radici, perché se la terra non fosse unita da un amore profondo agli alberi, quelle radici non servirebbero a nulla.
L’intero cosmo ruota intorno all’amore.”

Chiudiamo questo lungo e ricco articolo di approfondimento sui frutti che dovremo far maturare in futuro nella bellissima visione di Osho.
“Tutti nasciamo dal sesso, ogni forma di energia è radicata nel sesso. Se vedi un qualsiasi frutto, hai la presunzione di credere che l’albero l’abbia creato per te, per il tuo nutrimento, per il tuo piacere. Nulla di più falso. Il frutto ha l’unica funzione di proteggere i semi in cui si concentra l’energia sessuale dell’albero, di proteggerli dai pericoli, sino alla loro maturazione. A quel punto il frutto cadrà e i semi affonderanno nella terra, germoglieranno, daranno vita a nuovi alberi.
La stessa cosa può dirsi per il tuo corpo, simile al frutto, che permette ai semi, alla tua sessualità, di maturare.
Dunque, poiché la sessualità è il nucleo centrale del tuo essere, il tantra dovrebbe entrare a far parte della cultura comune. Dovrebbe essere insegnato in ogni scuola, in ogni tempio, in ogni chiesa.
Per la prima volta nella sua storia, l’umanità è pronta ad accogliere le concezioni tantriche, e il movimento avrà inizio dall’Occidente. L’Oriente è ancora radicato al passato, ha almeno mille anni di ritardo: per questo il tantra non potrà rifiorirvi.
Se riusciremo nella nostra impresa, le nuove generazioni saranno migliori. Infatti i bambini sono sempre nati dall’unione di due corpi, da un semplice rapporto sessuale privo di una comunione di energie più profonda, e il più delle volte in modo accidentale, inconsapevole, cieco. Se invece color che concepiranno nuove vita seguiranno gli insegnamenti tantrici, il frutto sarà più bello, più nobile, più alto, e un’umanità nuova potrà incominciare a nascere.
[…] Il sesso, non mi stancherò mai di ripeterlo, deve essere un mezzo di crescita spirituale. La nascita di Cristo, o di Mahavira, o di Buddha, non fu casuale. Più profonda è l’unione, più nobile e più spirituale sarà il frutto che saprà donare.”

E con quest’altra bellissima citazione, che apre varchi di possibilità creatrici infinite, ho terminato con L’amore nel tantra di Osho; a presto e tante belle cose a tutti.

Fosco Del Nero

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