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Risonanza transpersonale – Giampiero Varetti (approfondimento)

17 Ott 2012 | Esoterismo, Psicologia

Product by:
Giampiero Varetti

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Rating:
2
On 17 Ottobre 2012
Last modified:22 Settembre 2022

Summary:

Eccoci arrivati all’articolo di approfondimento su Risonanza transpersonale, libro del 2005 di Giampiero Varetti...

Risonanza transpersonale - Giampiero Varetti (saggistica)Titolo: Risonanza transpersonale.
Autore: Giampiero Varetti.
Argomenti: psicologia, saggistica.
Editore: Verdechiaro Edizioni.
Anno: 2005.
Voto: 5.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libriAmazon.

 

Eccoci arrivati all’articolo di approfondimento su Risonanza transpersonale, libro del 2005 di Giampiero Varetti.
Un libro che non mi ha entusiasmato, sia per la vaghezza sia per il taglio accademico-teorico, ma che comunque non manca di proporre qualche spunto interessante.

Vado a proporvene a mia volta alcuni, cominciando da una sorta di sintesi dell’esistenza.
“Il corpo è energia. La mente è energia. L’anima è energia.
L’uomo è costituito da un elemento unico strutturato e condensato in modi diversi. Questo elemento è ciò che noi chiamiamo energia ed è lo stesso di cui è formato l’universo, tutte le cose che lo formano: le rocce, i gas, l’acqua, la terra, il fuoco, le piante, gli animali e tutti gli esseri viventi. Tutti gli elementi ‘derivati’ si differenziano in quanto sono formati da livelli di condensazione e di struttura diversa. L’uomo è composto anch’esso da differenti stratificazioni energetiche, chiamate campi energetici, che sono: il corpo fisico, il corpo eterico, il corpo emozionale, e il corpo mentale.
L’energia si manifesta attraverso stati vibrazionali. Ogni cellula del corpo, se ingrandita, mostra un continuo movimento pur mantenendo immutata la forma esterna. Laddove c’è movimento c’è frizione, e dove c’è frizione c’è suono; impercettibile, ma pur sempre frequenza o armonica risonante.
Gli atomi di ogni cellula contengono elettroni che producono onde elettromagnetiche misurabili come frequenze che mutano al variare della struttura della materia. Gli atomi che vibrano con una stessa frequenza tendono ad unirsi fra loro secondo il principio della risonanza: ‘se due sistemi indipendenti, aventi ambedue la stessa frequenza di vibrazione naturale, sono in fase, si verifica una risonanza con il risultato che i valori massimi e minimi dell’oscillazione sono raggiunti simultaneamente. I due sistemi vibrano all’unisono. In questo caso, i valori dell’onda risultante, creata dall’unione delle due frequenze, superano quelli che ciascuna produrrebbe separatamente.’ (da Victor Beasley, Your electro-vibratory body).
Questo fenomeno è estensibile a tutti i tipi di struttura della materia e dunque anche alle cellule con stesa frequenza naturale che si combinano per formare i diversi sistemi e le diverse strutture del nostro essere fisico. Se ciascuna struttura è l’armonico delle cellule che la compongono e la conservano, allora è il suono che crea le strutture del corpo.
La frequenza della vibrazione naturale dei corpi o sistemi è inversamente proporzionale alla loro densità e massa. Il cervello emette frequenze (onde cerebrali delta, theta, alfa, beta, comprese tra 0.5 e 22 hz) che corrispondono agli stati mentali ed emozionali. L’uomo è un sistema integrato in cui corpo e mente sono inscindibili: al rilassarsi del primo (ad esempio attraverso tecniche di respirazione), diminuisce la frequenza delle onde cerebrali e, quando questa diminuisce (ad esempio col training autogeno), il corpo si rilassa.”

Cambiamo ora argomento, passando all’anima.
“Il piano generale di evoluzione, ovverosia la discesa che lo Spirito Divino compie nei mondi via via più densi, consiste, secondo la maggior parte delle dottrine esoteriche sia orientali che occidentali, in una graduale differenziazione della corrente vitale divina, finché, dopo ripetute divisioni, come un raggio di luce bianca che attraversa un prisma e rifrange tutta la gamma di colori, giunge all’unità indivisibile dell’anima umana. Prima di giungere a questa entità, la differenziazioni passa attraverso uno stadio intermedio costituito dalle anime-gruppo dei regni minerale, vegetale, animale. Per comprendere il concetto di anima-gruppo, gli orientali usano la metafore del bicchiere e del secchio d’acqua.
Se immaginiamo di prendere un bicchiere d’acqua da un secchio, possiamo rappresentare in ciò l’anima, o porzione d’anima, di un minerale, una pianta o un animale. L’acqua nel bicchiere è momentaneamente separata da quella del secchio e prende la forma del recipiente che la ospita. Un animale, ad esempio, ha un’anima separata come quella umana, durante la sua permanenza sul piano fisico e, dopo, per un po di tempo nel piano astrale, dopo di che quell’anima non si reincarna in un solo corpo, ma ritorna all’anima-gruppo. La morte dell’animale, nella similitudine, equivale al rovesciamento dell’acqua nel secchio. Inoltre,come non sarebbe possibile riprendere successivamente la stessa acqua, con le stesse molecole di liquido, così non è possibile che la stessa porzione di anima vada a vivificare un altro corpo. Altresì, le esperienze e le qualità acquisite da un animale nel corso della sua esistenza materiale vanno ad arricchire l’intera anima-gruppo generatrice e sono condivise ugualmente tra le pari in grado minore dell’esperienza del singolo.”

Ed ora una breve citazione del mistico e guaritore Ba’àl Shem Tov, che così insegnava.
“Nella corte celeste nessuno viene a giudicarti per ciò che hai fatto durante la vita terrena.
Quindi questo è ciò che succede: ti viene mostrata la vita di qualcuno, con tutti i suoi successi, i fallimenti, le decisioni giuste e quelle prese lontane da Dio, e ti chiedono: ‘Allora, cosa dobbiamo fare con costui?
Tu emetti il tuo verdetto.
E loro lo accettano.
A quel punto ti rivelano che quel qualcuno sei tu.
Certamente coloro che in vita giudicano favorevolmente gli altri partono avvantaggiati.
È meglio allora acquisire questa capacità fin da adesso.”

Cambiamo ancora bruscamente argomento, fatto peraltro tipico di Risonanza trasnpersonale, andando ora a occuparci di sforzo, tenacia e sofferenza.
“Chi ha la possibilità di soffermarsi ad osservare un bambino dell’età di un anno o due, generalmente incontra un comportamento estremamente vitale, gioioso.
Si può riscontrare la caparbia tenacia nell’eseguire imprese sempre più difficili, come salire o scendere da un gradino, oppure da un pendio, o da una scaletta, oppure semplicemente correre in tondo, attività che possono durare ore e ore.
Ciò che balza all’attenzione dell’osservatore è l’impegno scrupoloso del bambino, il viso rubizzo e madido di sudore per lo sforzo compiuto, ma, più di ogni altra cosa, spicca l’espressione radiosa, soddisfatta, beatamente eccitata per il piacere della conquista della verticalità dinamica, l’ebbrezza delle nuove possibilità acquisite, il godimento dell’esplorazione del proprio potenziale.
Quale immagine più azzeccata per esprimere la sottile connessione tra lo sforzo, la gioia, la crescita, la vitalità e la realizzazione del proprio potenziale!
Che cosa accade a quel bambino, nel giro di poco tempo, per cui diventa un piccolo individuo scocciato, lamentoso, pigro, che soffre ogni volta che fa uno sforzo? Perché riteniamo normale questo? Perché nella nostra cultura sono sempre più confusi tra loro i termini sforzo e sofferenza? Ha a che fare con una filosofia economica in cui ciò che conta è il raggiungimento dell’obiettivo nel minor tempo e col minor sforzo possibile? O piuttosto con la scissione innaturale tra lavoro e piacere, tra lavoro e realizzazione della propria inclinazione animica?
Jean Liedloff, una psicoterapeuta con un passato da modella, da cercatrice d’oro nel Venezuela e poi antropologa presso la popolazione Yequana, riporta una sua calzante esperienza a proposito: durante una spedizione, aiutati da pochi indios, si trovarono a dover percorrere mezzo miglio di massi sotto il sole cocente, trasportando una pesante canoa che spesso fuggiva al controllo, procurando graffi e piccole contusioni ai malcapitati avventurieri.
‘Cercando una scusa per fare un minuto di pausa, saltai su un grande sasso per fotografare la scena. Dal mio punto di osservazione privilegiato e grazie al disimpegno momentaneo, notai un fatto molto interessante: là davanti a me c’erano diversi uomini impegnati in un unico compito; due di essi, gli italiani, erano tesi, accigliati, perdendo la pazienza per qualsiasi cosa e bestemmiando ininterrottamente alla maniera che contraddistingue i toscani; gli altri, gli indios, si stavano divertendo. Essi ridevano per l’ingovernabilità della canoa, facendo di quella battaglia un gioco’.”

Chiudo l’articolo con una cospicua lista di suggerimenti utili… utili soprattutto a coloro che dovessero lavorare sul primo chakra e quindi sul radicamento e la materialità.
“L’elemento terra è connesso al primo chakra, al concetto di materia, e, dunque, al numero 4, a tutto ciò che riguarda l’alimentazione, il denaro, la realizzazione nel lavoro, il successo a livello materiale e sociale.
Un’interferenza nell’elemento terra porta ad uno squilibrio in uno di questi campi.
Alcuni rimedi consistono in: passeggiata quotidiana ad andatura sostenuta in spazi a contatto con piante, boschi, giardini; coltivare un giardino o un orto; fare movimento fisico all’aperto; fare bricolage e lavorare manualmente la creta, il legno ed altri materiali; alimentarsi correttamente, con cibi carichi energeticamente, non trattati o raffinati; concedersi brevi digiuni (astenersi da uno o due pasti alla settimana) e soprattutto in caso di malattia abbinato a molto riposo; mangiare in silenzio sviluppando coscienza sull’assorbimento energetico dei cibi; masticare bene; eliminare lo zucchero industriale (comprese le bevande dolcificate) e grassi animali; ridurre il sale e gli alimenti stimolanti; prediligere un’anilmentazione basata su cibi a veloce transito intestinale e ad alta qualità energetica come semi non trattati, tostati o cotti, frutta e verdura possibilmente cruda; perseguire il piacere e la realizzazione dei propri talenti nell’attività lavorativa; imporsi una disciplina nel proprio lavoro; perseguire un’autonomia e un’indipendenza economica; allenarsi quotidianamente alla curiosità e alla meraviglia, al ridere, allo strabuzzare gli occhi e allo stupore per cose semplici; trovare l’incanto in un tramonto o un’alba; partecipare entusiasticamente ai viaggi e ai cambiamenti; giocare; usare sempre coscientemente tutti i cinque sensi.”

Perfetto, ho terminato con Risonanza transpersonale di Giampiero Varetti.
A presto e tante belle cose a tutti.

Fosco Del Nero

 

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