Titolo: Scardinare il sistema tecnogeno.
Autore: Vadim Zeland.
Argomenti: benessere, esistenza.
Editore: Macro Edizioni.
Anno: 2012.
Voto: 7.5.
Approfondimento: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Scardinare il sistema tecnogeno è il sesto libro scritto da Vadim Zeland sul Reality Transurfing, e precisamente dopo Lo spazio delle varianti, Il fruscio delle stelle del mattino, Avanti nel passato, La gestione della realtà e Le mele cadono in cielo.
Poi ci sarebbe, già tradotto in italiano, Transurfing vivo, sorta di appendice extra al Transurfing, complemento “fisico” della metodologia “esistenziale”.
Per dirla in due parole, mentre la trilogia iniziale e i libri successivi si occupano dell’aspetto esoterico-esistenziale della realtà, Transurfing vivo si occupa dell’aspetto fisico: alimentazione, pulizia interna, ambiente e benessere in senso lato.
Scardinare il sistema tecnogeno, viceversa, è una via di mezzo: da un lato è un ripasso dei principi di base del Transurfing, dall’altro contiene risposte a domande comuni del lettori, presenta inoltre qualcosa di nuovo, e, ancora, include qualcosa già affrontato in Transurfing vivo.
Va da sé che per leggere questo testo occorre aver letto tutti i precedenti, con l’eccezione forse del solo Transurfing vivo.
In questo libro, Zeland sintetizza il suo punto di vista, che non è spirituale ma è molto pratico: per diventare “arbitri della realtà”, e quindi non essere più schiavi della matrix, occorre lavorare su due fronti: uno è quello mentale-emozionale interiore, l’altro è quello fisico del corpo, visto che il sistema lavora parecchio sul corpo per ottundere la coscienza e quindi creare dei burattini facilmente addomesticabili.
I rimedi che Zeland propone, peraltro, non sono tanto diversi da quelli di altri discipline, come l’alimentazione consigliata da Ehret nel classico Il sistema di guarigione della dieta senza muco, sfociando anche in pratiche piuttosto esotiche.
Nel complesso, anche Scardinare il sistema tecnogeno, come gli altri libri di Vadim Zeland, mi è piaciuto, tanto che non ci ho messo molto a leggere le 500 e passa pagine del libro, anche se come detto questo tra i libri dell’autore russo è quello con meno spunti originali e più ripasso (e in più, stranamente, la sua confezione editoriale sembra più fragile e pacchiana delle precedenti).
Ad ogni modo, per chi vorrà buona lettura.
Fosco Del Nero
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