Titolo: I vangeli gnostici.
Autore: Tomaso, Maria, Verità, Filippo.
Argomenti: spiritualità.
Editore: Adelphi.
Anno: ca. 100-200.
Voto: 8.
Approfondimento: qui.
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Certamente non è semplice valutare, con tanto di voto, dei testi così antichi e così potenzialmente importanti come i vangeli, che siano sinottici, apocrifi o gnostici, ma giacché sono qui lo faccio.
Mi sono letto I vangeli gnostici, libro che racchiude quattro dei testi-vangeli ritrovati ad Hag Hammadi nel 1945: il Vangelo di Tomaso, il Vangelo di Maria, il Vangelo di Verità e il Vangelo di Filippo.
Sono definiti gnostici perché in esso è più o meno forte a seconda del singolo testo l’influenza dello gnosticismo, corrente spirituale dei primi secoli dopo Cristo dapprima molto diffusa e poi perseguitata dalla sempre più forte chiesa di Roma.
Li ho letti peraltro subito dopo aver letto i vangeli canonici, ossia quelli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni (anch’esso con forti influenze gnostiche), e probabilmente ora leggerò qualcos’altro del periodo.
Il primo problema che sorge è quello della datazione, e il secondo quello dell’autenticità, su cui la chiesa ha tanto giocato (con tanto di ricamini, peraltro).
Questi due problemi, peraltro, io non me li pongo, sia perché non sono esperto di nessuna delle due cose, sia perché a me interessa l’energia che sta dietro un testo, chiunque l’abbia scritto e comunque quella persona sia stata definita da altri.
In questo senso, del libro in questione mi interessavano essenzialmente i vangeli, e non il corredo di note del curatore, Luigi Moraldi, che alla fine risulta la parte più consistente del libro, ma che, dal mio punto di vista, lascia spesso il tempo che trova.
Preciso che non sono esperto nemmeno di gnosticismo, né mi interessa esserlo, ma valuto quel che leggo a seconda di messaggi ed energia interiori, e valuto i messaggi in modo ben più semplice delle costruzioni mentali che le varie correnti religiose o filosofiche hanno costruito nei secoli.
Maestri spirituali ed esperienza personale, difatti, mi hanno insegnato che la verità è sempre semplice, mentre tutto ciò che è complicato è sovrastruttura mentale umana.
Messe così da parte le “note gnostiche”, rimangono quattro testi di quasi due millenni fa, diversi tra di loro, sia come struttura sia come contenuti, in uno solo dei quali vi è la figura di Gesù con i suoi motti e le sue parabole, alcune coincidenti con quelle dei vangeli canonici, mentre gli altri tre testi risultano decisamente più astratti.
Nel complesso, la lettura non mi è dispiaciuta affatto, e anzi conferma alcune cose su cui avevo già riflettuto in passato.
Un’altra conferma è quella della perdurante validità dei testi antichi, come la Bhagavad Gita o i Vangeli, i cui insegnamenti sono validi tutt’oggi… semplicemente perché l’umanità non li ha ancora fatti suoi. In ciò naturalmente, e questo vale che si tratti di testi vecchi o di testi moderni, occorre sempre il discernimento nel riconoscere ciò che è elevato da ciò che non lo è.
Fosco Del Nero
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