Titolo: Esperienze di trasformazione con l’enneagramma (27personajes en busca del ser).
Autore: Claudio Naranjo.
Argomenti: crescita personale, psicologia, esistenza.
Editore: Astrolabio Ubaldini Editore.
Anno: 2012.
Voto: 6.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Esperienze di trasformazione con l’enneagramma non è un testo di saggistica classico, ma più che altro un manuale rivolto agli addetti ai lavori, ossia precipuamente a coloro che intendono utilizzare lo strumento dell’enneagramma con fini psicologico-terapeutici.
Mancano dunque struttura e anche frasi adatte alle citazioni. Perlomeno in grosso numero; qualcosa comunque ho pescato qua e là, e vado a proporre.
La prima citazione estratta da Esperienze di trasformazione con l’enneagramma afferisce al valore del dolore in relazione alla guarigione interiore.
“Non c’è guarigione se non accade qualcosa di molto forte che faccia entrare in contatto con il dolore.
È il dolore che cura veramente.”
In un altro punto vien detto qualcosa di simile, per quanto in modo più estremo e vivace.
“Scendere negli inferi è il primo passo.
Per permettere all’ascensore dell’essenza di salire, il contrappeso dell’ego deve scendere fino in fondo.”
Il terzo brano propone la contrapposizione tra l’essere materiale e l’essere spirituale, tra l’essere esteriore e l’essere interiore: i due hanno desideri assai diversi…
“Quando l’essere spirituale nasce, l’essere carnale sa di essere condannato, prima o poi, alla morte, e questo non lo fa felice.
Ma al livello della coscienza dell’individuo non può esserci più grande felicità.”
Segue un consiglio riguardo all’abbandono e al far fluire le proprie energie senza forzature.
“Lascia scorrere il fiume.
Non bisogna fare niente, il fiume arriverà al mare.”
Andiamo avanti con Esperienze di trasformazione con l’enneagramma. Propongo ora alcuni brani riguardati la presenza, e la sua importanza nel percorso esistenziale dell’individuo. Il primo sottolinea che si tratta dell’unica cosa importante.
“Quando ho capito che tutto è illusione, compreso me stesso, e che la presenza a se stessi è l’unica verità, ho provato un senso di libertà immenso: mi sono lasciato andare e sono caduto su me stesso come quando cade un velo.”
Il secondo fa notare che con l’andare avanti tutto diviene più semplice e diretto.
“La sensazione di essere conduce alla percezione della vita come reale.
Tutto diventa più semplice.”
Il terzo brano dei tre evidenzia che la presenza è il modo migliore per aiutare gli altri, che verranno influenzati, ispirati o contagiati da tale fattore positivo.
“Si può aiutare a comprendere l’altro attraverso la presenza: essere presenti a quel che c’è, prestando attenzione a ciò che accade senza appigli cui attaccarci, occupandoci di noi stessi, come si fa su un aereo in caso di depressurizzazione: bisogna prima indossare la maschera e respirare, e soltanto dopo si può aiutare l’altro in difficoltà.
Cercare di essere presenti a quello che c’è, attraversando il vuoto e la solitudine, senza fare niente, ci porta direttamente crescere, a mollare gli ormeggi e sperimentare quello che siamo.”
In realtà anche la citazione successiva ha a che fare con l’attenzione e col fatto che la si può mantenere unita o disperdere… ed è una differenza non da poco.
“Fare molte cose equivale a frammentare l’attenzione.
E questo frammenta la presenza, anestetizza e protegge nevroticamente.”
Ultimo brano proposto, ed è un brano velocissimo: si parla del vuoto interiore.
“Bisogna arrivare a incontrare il vuoto interiore perché venga occupato da qualcosa più grande.”
Abbiamo concluso l’approfondimento di Esperienze di trasformazione con l’enneagramma di Claudio Naranjo.
Al prossimo articolo.
Fosco Del Nero
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