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A pukka life – Una vita autentica – Sebastian Pole (approfondimento)

23 Set 2024 | Alimentazione, Ayurveda, Salute

Product by:
Sebastian Pole

Reviewed by:
Rating:
3
On 23 Settembre 2024
Last modified:23 Settembre 2024

Summary:

Rimando i lettori alla recensione di "A pukka life - Una vita autentica" relativamente ai pro e ai contro del libro di Sebastian Pole. In questa sede, come nostra abitudine, leggeremo invece alcuni estratti tratti dal testo in questione...

A pukka life - Una vita autentica - Sebastian PoleTitolo: A pukka life – Una vita autentica (A pukka life).
Argomenti: alimentazione, ayurveda, salute, benessere.
Autore: Sebastian Pole.
Editore: Giardino dei Libri – Macro Edizioni.
Anno: 2011.
Voto. 6.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libriAmazon.

 

Rimando i lettori alla recensione di A pukka life – Una vita autentica relativamente ai pro e ai contro del libro di Sebastian Pole. In questa sede, come nostra abitudine, leggeremo invece alcuni estratti tratti dal testo in questione, naturalmente scelti per utilità e valore.

La prima citazione proposta sostanzialmente riferisce la visione dell’ayurveda.
“L’ayurveda insegna che la malattia è dovuta principalmente a uno squilibrio nei processi interni del corpo-mente, che a sua volta risulterà in uno squilibrio della nostra tendenza costituzionale: un eccesso di caldo, freddo, umidità o secchezza. Ciò differisce dalla visione funzionale dei vari disturbi, che vede gli organi isolati gli uni dagli altri e i germi come unica causa di malattia.
Questa tensione tra le diverse scuole di medicina fu resa famosa dal dibattito svoltosi nel XIX secolo tra gli scienziati francesi Claude Bernard e Louis Pasteur riguardo alle rispettive teorie, quella del “terreno” o “ambiente interno” contro quella dei “germi esterni”. Discussero su cosa fosse più rilevante rispetto alla vitalità: la salute del corpo e la sua resistenza interna oppure la potenza del microbo invasore? Apparentemente, in punto di morte Pasteur cedette e affermò “Il terreno è tutto, il microbo è nulla”. Ciononostante, la “teoria dei germi” sostenuta dalla medicina persistette e il resto è storia farmaceutica, dal momento che essa divenne il fondamento della scienza moderna e l’origine dell’industria dei farmaci.
Qualsiasi cosa Pasteur avesse realmente affermato, i germi giocano davvero un ruolo importante in numerose malattie, certo; ma lo stesso vale per la resistenza interna della persona in cui i germi proliferano. Ed è questa la parte essenziale della salute che è stata ampiamente dimenticata dalla medicina attuale.”

Il secondo brano viceversa ci parla dell’importanza del cibo di cui ci nutriamo.
“Il cibo che mangiamo non ci dà soltanto nutrimento e un senso di appagamento… ci dona la vita.
Questa vitalità è l’essenza del cibo, la sua forza vitale, che nell’ayurveda è nota come prana. Letteralmente, prana è il “soffio della vita” che assorbiamo respirando e ingerendo cibo. Tuttavia, ciò dipende dalla vitalità degli alimenti di cui ci nutriamo.
Il cibo colmo di fora vitale pranica è fresco, saporito e salutare. Ha assorbito la vitalità del terreno in cui è cresciuto, l’acqua che lo ha nutrito, l’aria e il sole che l’hanno aiutato a maturare. Il cibo ricco di prana è colorato, facile da digerire e da assorbire. È tutto ciò che dovreste mangiare se volete essere colmati di vita.
Quando il nostro prana è in salute godiamo di una buona circolazione e il nostro corpo è caldo; le nostre difese immunitarie sono forti e ci proteggono; respiriamo bene e viviamo con entusiasmo; i nostri muscoli sono vigorosi e ci sostengono; la nostra energia è vibrante e ci dona vivacità; mangiamo con appetito, digeriamo facilmente e ci sentiamo ben nutriti.
Il prana non è solo beneficio, ma essenziale.”

Le due citazioni seguenti sono più lunghe. Nella prima l’autore effettua una tripartizione delle energie sattvica, rajasica e tamasica, utile soprattutto per chi ancora non le avesse inquadrate.
“Sattva – Si riferisce alle qualità di equilibrio, eguaglianza e stabilità. Sattva è leggero e luminoso e reca in sé lo spazio per la felicità. È conscio e intelligente, si muove all’interno e verso l’alto. Ascendenza, introspezione e saggezza sono tutte caratteristiche sattviche. Quando siete colmi d’amore, apertura e calma siete colmi di sattva.
Rajas – Questo guna genera attività, cambiamento e interferenza. È mobile, dinamico ed eccitabile. È “motivatore” ed “espressore”. Ha una forza centrifuga che causa dispersione e disintegrazione. Il suo movimento distante dal centro alla fine causa il dolore dell’entropia (disordine). Quando siete colmi di dinamismo, energia e passione siete colmi di rajas.
Tamas – È immobile, calmo e solido. La sua pesantezza, se eccessiva, causa ostruzioni o carenze nella percezione. Si muove in senso discendente e alla fine causa decomposizione e degenerazione. Attraverso la forza di tamas si esprimono immobilità e profondità ma anche illusione e confusione. Quando siete colmi di pesantezza, quiete e letargia siete colmi di tamas. Tamas ha la reputazione di essere una energia negativa che trascina verso il basso. Ma percepirlo solo negativamente significa isolarlo dal suo contesto e interpretarne il ruolo in modo errato. Il fatto che i guna possiedano proprietà contraddittorie non eleva una qualità a discapito di un’altra.
Le differenti qualità dei triguna spiegano la varietà della natura. Talvolta per descriverli si usa come analogia l’accensione di un fiammifero: la solidità della scatola viene paragonata a tamas, il movimento dinamico del fiammifero strofinato contro la scatola è paragonato a rajas e la luce della fiamma a sattva. Tutti e tre sono essenziali per creare la fiamma, ma se uno di essi è presente in modo eccessivo la natura di ciascuno ne risulterà confusa.
I triguna si manifestano nella qualità della mente e possono essere modificati a seconda dello stile di vita, dell’alimentazione e dell’atteggiamento mentale. Rajas e tamas possono accumularsi e creare forze convulse e degenerative: gli squilibri presenti in queste due qualità (passione e letargia) vengono considerati le cause principali dei disturbi mentali.”

L’altra, e ultima citazione, propone un’altra tripartizione: quella tra i tipi morfologici vata, pitta e kapha.
“Vata – Piene di idee creative, capaci di collegare tra loro i concetti e comunicare ispirazioni, le persone vata diventano facilmente ansiose e sbadate, e spesso vengono considerate “fuori di testa”. Apprendono rapidamente e dimenticano con facilità… i vata non riescono a rimanere attaccati a nulla. Hanno una predisposizione ad aspettarsi il peggio, quindi tendenzialmente il tipico pessimista è vata. La loro natura irregolare li fa spesso avviare dei nuovi progetti, però si distraggono facilmente. Oscillano tra lo sprecare enormi quantità di energia nella loro vita sociale e il desiderare intensamente la totale solitudine per ricaricarsi. Sono attratti dai suoni e dalle parole. Il background emozionale delle persone vata è fatto di paura, infatti si ritrovano spesso a dover fronteggiare tematiche riguardanti la sicurezza. Sattva è associato a vata poiché entrambi condividono qualità di leggerezza, sensibilità e introspezione.
Pitta – Molto intelligente e rapida nel pensare, la mente pitta è il “raccoglitore” di informazioni. Le persone appartenenti alla tipologia pitta sono abili nell’assemblare le informazioni e organizzare i pensieri, e nei loro processi cognitivi sono soprattutto “visivi”. Nell’esprimere le proprie opinioni possono essere critici e inclini a giudicare; sono mossi dall’ambizione e determinati a riuscire. I pitta sono efficienti manager in qualunque ambito: persone, tempo, denaro. Tuttavia, il loro calore innato può sfociare in irritabilità, collera, anche se la causa scatenante verrà presto dimenticata (noj da vata e kapha, però!). I pitta cono concentrati sulla propria crescita personale, cosa che può renderli intolleranti al cambiamento e impazienti nei confronti degli altri. Quando è in squilibrio, pitta può manifestarsi sotto forma di collera e spesso queste persone devono sfidarsi a essere pazienti. Rajas è associato a pitta poiché entrambi condividono qualità di passione, dinamismo e calore.
Kapha – Con una mente stabile capace di concentrarsi su un vasto numero di tematiche, le persone appartenenti alla tipologia kapha hanno una memoria eccellente una volta che i fatti sono stati assimilati. Ricordano emozioni, odori e sapori; apprezzano un ambiente stabile ed equilibrato e sono fedeli agli amici più affezionati. L’amore di kapha per la stabilità fa sì che costoro ignorino i segnali di cambiamento e tendano a evitare situazioni difficili, così da mantenere lo status quo e proteggere la propria natura conservatrice. I loro processi cognitivi sono di tipo emotivo e collegati ai sentimenti. I kapha tendono a essere avidi e spesso devono far fronte a tematiche riguardanti l’attaccamento. Tamas è associato a kapha poiché entrambi sono espressioni di quiete, stabilità e solidità.”

Detto questo, abbiamo terminato con A pukka life – Una vita autentica, testo scritto da Sebastian Pole.
Alla prossima occasione e al prossimo approfondimento.

Fosco Del Nero

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