Titolo: Alla scuola del maestro Peter Deunov (Auprès du maitre Peter Deunov).
Autore: Omraam Mikhael Aivanhov.
Argomenti: esistenza, spiritualità.
Editore: Prosveta Editore.
Anno: 2010.
Voto: 9.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Com’è stato per il primo volume dell’autobiografia Elementi autobiografici, suddivisa nei due tomi Per diventare un libro vivente e Alla scuola del maestro Peter Deunov, anche l’approfondimento di questo secondo libro sarà piuttosto lungo, data la moltitudine di citazioni di spessore che vi si trovano.
Ho fatto una cernita, e nemmeno troppo attenta, giacché comunque avevo a che fare con materiale di valore, e via…
Nel primo brano Aivanhov parla di sé stesso e del suo maestro: il maestro scrive, e l’allievo diviene il libro vivente scritto dal suo maestro.
“Anche se la sua parola può essere contenuta nei libri, a un Maestro spirituale i libri di carta sembreranno sempre insufficienti. Egli stesso è un libro vivente, e ha bisogno che anche i suoi discepoli diventino libri viventi. Per prima cosa è su di essi che egli scrive, è nella loro testa e nel loro cuore che egli depone i semi del suo insegnamento, con la speranza che un giorno quei semi daranno frutto ovunque nel mondo.
Così, il Maestro Peter Deunov scrisse un libro che nessun altro all’infuori di lui avrebbe potuto scrivere: me stesso. Sì, io sono un libro scritto da lui.”
Seconda citazione: Aivanhov riferisce di quando Deunov spiegò ai suoi discepoli ch’essi erano i “Discepoli della Fratellanza Bianca” e per quale motivo.
“Un giorno qualcuno gli fece questa domanda: ‘Come dobbiamo chiamarci?’, e il maestro rispose: ‘Discepoli della Fratellanza Bianca’.
Vedete, non disse ‘discepoli di Peter Deunov’, ma della Fratellanza Bianca, poiché tutte le religioni sono scaturite da essa. La Fratellanza Bianca non smette di inviare messaggeri nel mondo per illuminare i popoli e le nazioni.
E perché ‘bianca’? ovviamente non bisogna vedere qui un’allusione alla razza bianca; questo termine deve essere compreso unicamente nel suo significato simbolico. Tradizionalmente, il bianco è associato al bene, alla purezza; e la luce bianca è anche la sintesi di tutti i colori.
Fondando la Fratellanza Bianca, il Maestro non fondava una chiesa. Per lui, ciascuno di quelli che lavorano per il bene, per l’armonia e la pace nel mondo, appartiene alla Fratellanza Bianca ed è in relazione con tutti i grandi spiriti del passato, noti o ignoti, che hanno contribuito e tuttora contribuiscono nell’invisibile all’evoluzione dell’umanità.”
Nella terza citazione l’autore illustra il concetto di risonanza energetica: ognuno è attratto dalle energie che alimenta in sé stesso: in tale lavoro consta il percorso religioso-spirituale.
“Ecco il fondamento della religione definito da questa semplice immagine: ciascuno va verso le creature o gli esseri con i quali ha affinità, ed è così che determina il proprio avvenire. Dato che ogni vibrazione tende a trovare un’altra vibrazione simile a sé per fondersi con essa, tutte le creature, con le loro vibrazioni e le loro particolari lunghezze d’onda, entrano in rapporto con altri esseri, altre entità e altre forze nell’universo che possiedono le stesse lunghezze d’onda, le stesse vibrazioni: è la legge dell’affinità.
Così, tramite i suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue azioni, l’uomo entra in affinità con regioni ed entità che possiedono le stesse lunghezze d’onda e, per la forza dell’attrazione, prima o poi dovranno incontrarsi.
Se cerchiamo di purificarci al fine di nutrire in noi solo desideri spirituali, nulla ci potrà poi impedire di andare a raggiungere le entità luminose che popolano lo spazio: gli angeli, gli arcangeli… fino ad arrivare a Dio stesso. Esiste un meccanismo cosmico, e tale meccanismo è implacabile.”
Proseguiamo con Alla scuola del maestro Peter Deunov; nel brano susseguente si parla della legge di causa ed effetto, ch’è una vera e propria legge cosmica.
“Prendiamo la legge di causa ed effetto. Questa legge ci insegna che ogni nostra azione e ogni nostro sentimento, come pure ogni nostro pensiero, qui e ora, rappresenta una causa che provoca determinate conseguenze.
Ma poiché la nostra vita non si interrompe nel momento in cui lasciamo la Terra, quelle azioni, quei sentimenti e quei pensieri, che sono realtà vive e operanti, continueranno a seguirci non solo nell’aldilà, ma anche quando torneremo a incarnarci sulla Terra.
La reincarnazione era, per il Maestro, il prolungamento logico della legge di causa ed effetto. Chi non ammette che ciò che egli è e vive attualmente venga influenzato da ciò che egli è stato e da ciò che ha vissuto in esistenze precedenti, oltre al fatto che quel che egli fa e vive in questa esistenza avrà delle ripercussioni nelle sue esistenze a venire, non comprenderà mai nulla della Giustizia Divina.”
Stiamo per concludere: nel penultimo brano proposto Aivanhov descrive il suo maestro in relazione al contesto storico-cultural-spirituale con cui era in contatto; egli parlava secondo quel che poteva dire ai suoi conterranei.
“Il Maestro era di una grande prudenza. Non affrontava mai certi aspetti della Scienza Iniziatica: concentrava le sue spiegazioni sulla Bibbia, e in particolare sui Vangeli; non rivelò niente della Kabbalah, dell’alchimia, della magia, dell’astrologia, né di quella che generalmente viene chiamata ‘scienza esoterica’. In Bulgaria, a quell’epoca, se avesse trattato tali argomenti avrebbe corso immediatamente gravi pericoli. Per prima cosa, egli deve aver sentito che i suoi discepoli non erano pronti, ma anche che il clero, che già lo perseguitava, lo avrebbe sicuramente accusato di stregoneria o qualcosa del genere.
Pochissimi erano in grado di comprendere e di accettare anche solo i suoi commenti sui Vangeli. Come avrebbero potuto comprendere l’albero sefirotico, i chakra, i centri e i corpi sottili?
Un giorno il Maestro mi aveva detto che, nel suo lavoro spirituale, il discepolo deve scendere fin nelle proprie viscere, perché è lì che dimora Dio. Anche se non mi diede alcuna spiegazione riguardo a questo, compresi più tardi che egli doveva aver meditato e lavorato sul centro Hara senza mai parlarne. E sempre senza soffermarsi, in una conferenza aveva menzionato l’esistenza dell’Agartha, quella terra interiore della quale io vi ho mostrato le relazioni proprio con il centro Hara. So quindi che le sue conoscenze e le sue pratiche spirituali andavano ben oltre ciò che egli rivelò.”
Ultima citazione: l’insegnamento di Deunov, e quindi quello di Aivanhov, è finalizzato a creare “operatori dei cieli”, ossia persone luminose capaci di portare il Regno di Dio sulla Terra, come aveva suggerito lo stesso Gesù.
“L’insegnamento del Maestro, contrariamente al manicheismo, dal quale hanno avuto origine il bogomilismo e il catarismo, non ha come fondamento teorie dualistiche dove luce e tenebre si scontrano a forze pari, dove la materia è necessariamente la tomba dello spirito, e la terra un luogo dove l’anima non può che perdersi. Al contrario, l’insegnamento del Maestro, come quello dei Vangeli, è un insegnamento dell’unità, il cui ideale è la realizzazione del Regno di Dio sulla Terra. Nel ‘Padre nostro’, Gesù dice: ‘Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà come in Cielo così in Terra’.
Lavorare sulla Terra con le potenze e i mezzi del Cielo: ecco qual è l’insegnamento del Maestro, ispirato dai Vangeli.”
Abbiamo così terminato l’approfondimento de Alla scuola del maestro Peter Deunov, di Omraam Mikhael Aivanhov.
Al prossimo articolo di approfondimento.
Fosco Del Nero
- Se anche tu vuoi vivere una vita fantastica, iscriviti alla newsletter!
0 commenti