Titolo: Audiocorso di alimentazione e salute.
Autore: Catia Trevisani
Argomenti: benessere, alimentazione, salute.
Editore: Edizioni Enea.
Anno: 2011.
Voto: 7.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Come illustrato in recensione, Audiocorso di alimentazione e salute di Catia Trevisani è un prodotto piuttosto corposo: cd audio di 5 ore e mezza e libretto di circa 40 pagine (che poi è una breve sintesi del corso audio).
Abbastanza per trarne numerosi spunti, peraltro piuttosto lunghi e verbosi data la natura dello strumento, tra i quali vado a proporvene alcuni.
Il primo è il punto di partenza su cosa sia la nutrizione e quanto sia importante e multi sfaccettata.
“La nutrizione è una scienza complessa per i suoi innumerevoli risvolti, di tipo biochimico, energetico, psicologico, sociale, ecologico, spirituale.
Ogni giorno compiamo l’atto di nutrirci e di nutrire i nostri bambini e i nostri familiari: prendiamo dunque responsabilità, che lo vogliamo o meno, relative a salute e stile di vita, con le relative ripercussioni su noi stessi e i nostri cari, fino a condizionare la vita di altri esseri, animali e umani, e non solo del paese in cui viviamo, per non parlare dell’impatto delle nostre scelte quotidiane sull’intero pianeta.
Dunque, è un atto che necessita di essere consapevolizzato: dopo il primo passo relativo alla scelta e all’acquisto di certi alimenti piuttosto che altri, il passo successivo si svolge in cucina: con gli alimenti acquistati passiamo ora a comporre le nostre ricette, e qui si svolge un grande gioco alchemico: ciò che prepariamo entrerà nel nostro organismo, e produrrà i suoi effetti su corpo e mente.
Lo stato d’animo con cui si cucina è fondamentale: se si è nervosi o un po’ depressi è importante subito far pulizia mentale, e apprestarsi a cucinare con il meglio di noi stessi. Questo è ciò che passerà nel cibo che consumeremo e che offriremo.”
Il secondo brano riguarda i tempi e i modi del mangiare, validi sempre al di là della dieta che si sceglie per sé.
“I ritmi dei pasti sono importanti, ma sarebbe meglio mangiare solo quando si ha fame, e non a orari fissi. Allo stesso tempo è bene mangiare regolarmente ai pasti, e non abituarsi a spizzicare in qualsiasi momento. Inoltre, è importante non consumare la cena troppo tardi, in modo da stare tre ore svegli dopo l’ultimo pasto. Se si è molto stanchi ma anche affamati, è bene mangiare cibi leggeri, che si digeriscono in fretta.
Il pasto, poi, dovrebbe essere un momento di relax, di calma, un momento sacro, in cui si ringrazia per i frutti della terra che ci nutrono. Un tempo che si dedica all’ascolto di se stessi anche attraverso i sapori e i colori che in quel particolare momento di vita più ci attraggono.
In linea di principio non è salubre consumare i pasti di corsa, magari al bar, in piedi; è meglio disporsi ad assaporare comodamente ciascun cibo, masticandolo lentamente, eliminando anche televisione, giornali e i fattori di disturbo esterno.”
La terza citazione inizia a portarci addentro al valore energetico dei cibi…
“Ogni alimento dirige la propria azione verso uno o più meridiani, e attraverso questi influenza gli organi corrispondenti.
I sapori eccessivi talora possono essere utilizzati come farmaci. Per tempi brevi, per ottenere specifici effetti in tempi rapidi.
La salute però si costruisce sul quotidiano, sulle abitudini alimentari di tutti i giorni.
E quanto più queste sono equilibrate, tanto maggiore equilibrio godranno corpo e psiche.”
Veniamo ora alla citazione più corposa, che fornisce un quadro energetico e simbolico dei vari alimenti… che sono certo sarà utile a molte persone.
“Considerando l’unità mente-corpo, ogni alimento ha un effetto sulla psiche, e l’alimentazione può armonizzare, o peggiorare, aspetti mentale, emotivi e caratteriali.
Il cereale stimola la concentrazione, sostiene un’attività mentale intensa, e consente un’attività fisica prolungata, dando tenacia e resistenza. Rallenta l’impulsività e gli eccessi emozionali, per portare alla riflessione, all’organizzazione, a un ordine che consente una migliore comprensione. Aiuta a realizzare i progetti a lungo termine.
Le verdure calmano la mente e rilassano il corpo, pur mantenendolo tonico. Riequilibrano, stimolando o calmando, le funzioni interne. Drenano, risanano, hanno una funzione generale di equilibrio. Chi rifugge dalle verdure inconsciamente rifugge dall’equilibrio, preferendo sperimentare gli estremi. Chi le ama cerca una nota equilibrante nel suo quotidiano, una nota di neutralità e armonia.
La frutta fresca risveglia fantasia e creatività. Porta oltre i confini della mente razionale, per varcare le soglie di un mondo di energie sottili. Nutre la sensibilità, l’intuizione, fa emergere nuove idee, espande i territori della mente, sensibilizza al bello e all’arte. Espande il tempo e lo spazio, porta all’utilizzo del cervello destro. Se consumata in eccesso, però, può portare a essere distratti, dispersivi, inconcludenti.
La frutta secca stimola una creatività più materiale e concreta. La fantasia è portata all’utilizzo dell’utilità. È ricercata da chi ha un metabolismo veloce, e ama realizzare rapidamente ciò che pensa. Infonde senso pratico, dà un’energia di concretizzazione.
La carne è da correlare all’aggressività. Stimola la liberazione di adrenalina da parte dei surreni. La condizione è quella dell’allarme, di una situazione di pericolo, in cui è richiesta una reazione di attacco o di fuga. Il senso di forza e di eccitazione che genera, a causa dello stimolo ormonale, è passeggero; è lo stesso che si crea in fase di stress acuto, in cui si sperimenta un aumento dell’attenzione e di forza fisica. Ma la fase che subito segue è la stanchezza, data dal consumo energetico dovuto all’impennata precedente. Questo può portare a desiderare di nuovo l’alimento per riprovare lo stesso stato di eccitazione, ma di nuovo si avrà un calo energetico. È come un cane che si morde la coda, in un ciclo continuo che lascia spossati, e richiede stimolanti e tonici, caffè e sigarette. Può capitare anche a un vegetariano di provare il desiderio di carne, in una fase della vita in cui è richiesta una certa aggressività; cioè quando ha bisogno di aggredire con decisione una situazione. La consapevolezza del processo che sta avvenendo, e la ricerca di una forza interiore per superare gli ostacoli, piuttosto che la dipendenza da surrogati esterni, può far superare tale momento, ed essere addirittura un momento di forte crescita.
Maggiore sicurezza sarà ottenuta eliminando latticini e zucchero.
Il pesce richiama l’acqua, l’inconscio, il femminile. È più ricercato da chi sente qualche blocco a livello emozionale, soprattutto al livello femminile e alla madre. Si ricerca l’evasione, il piacere raffinato, si vuole aggiungere una nota di emotività e di sensualità al quotidiano. L’alimento in sé non può risolvere i temi emotivi che sottostanno al desiderio di consumarlo; è un modo per compensare.
Per le tematiche emozionali relative alla madre, sarebbe utile eliminare i latticini, in modo da acquisire una maggiore autonomia. Il latte in natura è il cibo dei piccoli. L’animale adulto non se ne nutre assolutamente. È un alimento che ha una sua fondamentale funzione fino a un tempo preciso, e ha la composizione che si adatta perfettamente al cucciolo di una sola specie; pertanto si sta parlando, per l’essere umano, del latte materno. Il latte è poco amato dalle persone molto indipendenti. È ricercato invece da coloro che hanno un forte bisogno di protezione e sicurezza. Un eccessivo consumo di questo alimento può accrescere la dipendenza da persone e cose, e ritarda il tempo dell’acquisizione della propria autonomia. L’ideale sarebbe sostituirlo con il latte vegetale: di mandorle, di riso, di avena. Il latte di soia non è consigliato quotidianamente, sarebbe bene alternarlo. Il latte dei cereali infonde le qualità psichiche degli stessi, e quello di mandorla le qualità della frutta secca.
L’uovo è un alimento ricercato da chi sente il bisogno di radicarsi, di compenetrarsi meglio con la materia, da chi sta poco con i piedi per terra.
Il vegetariano sano non si reprime, non desidera cibi animali, e prova intensa soddisfazione nutrendosi di vegetali.”
Il risultato di tutto ciò, alimentazione, salute e prevenzione, è il seguente.
“La dieta ottimale è una dieta a base di cibi vegetali. È quella che hai migliori effetti sulla salute e sulla longevità. Oltre ad essere nutrizionalmente adeguata, è ricca di cibi protettivi per la salute.
Esclude i cibi animali, e i cibi vegetali devono essere consumanti il più vicino possibile allo stato naturale.
Questo è il concetto più evoluto nel campo della nutrizione, ma soprattutto della medicina preventiva.”
Lo sfondo del vegetarianesimo, in tutte le sue molte sfaccettature, è il seguente, ed è cosa che va di pari passo col percorso evolutivo-spirituale.
“La base etico-filosofica del vegetarismo si fonda su una concezione olistica dell’Universo, secondo la quale tutti gli esseri viventi si trovano in un rapporto di interrelazione, e dal benessere dell’uno deriva e discende il benessere dell’altro.
Occorre infatti ricordare che in un sistema le singole parti concorrono al tutto, e, alterandone alcune, il danno si ripercuote sull’intero sistema. Il risultato di questa visione olistica è l’abbandono del paradigma antropocentrico, che vede l’uomo al centro del mondo, e non come creature fra le altre, come parte di un tutto in cui ciascuna di esse partecipa ugualmente, e con pari dignità, all’accordo universale.
Mentre l’antropocentrismo sostiene la centralità assoluta dell’uomo nell’Universo, e persegue il suo benessere anche a costo di sacrificare l’esistenza degli animali e delle piante, e la stabilità stessa dell’intero pianeta, il biocentrismo è una filosofia di vita che spinge noi esseri umani a raggiungere la salute e l’armonia condividendola con tutte le altre forme di vita, animali e vegetali.
Le motivazioni etico-filosofiche che stanno alla base della scelta del vegetarismo sono dunque da ricondurre al rispetto dell’equilibrio che governa il sistema mondo.”
Ed ecco una considerazione della stessa Catia Trevisani sul collegamento tra cibi e percorso spirituale… considerazione più storica che personale a dire il vero.
“C’è chi sostiene che ovunque ci si trovi rispetto al proprio cammino spirituale e di crescita personale siano presenti indicazioni etiche che abbiano a che fare con la compassione verso gli altri esseri viventi. Proprio questo tema è condiviso dal vegetarismo, e non solo per il rispetto dovuto agli animali, ma anche e soprattutto per un sentimento di fratellanza verso le persone che soffrono la fame.
Per questo molti gruppi religiosi, come gli induisti, i jainisti, i gandhiani, ma anche i primi cristiani, praticavano o praticano tuttora il vegetarismo, e ne fanno un elemento di elevazione spirituale. Il vegetarismo era anche praticato dai sacerdoti dell’antico Egitto e dai filosofi dell’antica Grecia. Vi sono poi quelle personalità che, indipendentemente dalla loro fede religiosa, hanno contribuito all’evoluzione della civiltà umana e hanno optato per il vegetarismo.
Nella Bhagavad Gita, un antichissimo libro induista, viene attribuita un’anima agli animali, che è della stessa sostanza di quella umana, per quanto a un diverso grado di consapevolezza. Per il buddhismo l’illuminazione viene raggiunta grazie alla compassione, dunque anche quella che spinge a non mangiare animali. La stessa compassione cristiana prevede un profondo rispetto verso tutta la creazione. In moltissime tradizioni spirituali e filosofiche è contemplato il fatto di evitare il consumo di carne, perché è ritenuto un cibo non adatto all’essere umano spiritualmente “evoluto”, mentre esso resta ancora cibo comune per l’uomo meno consapevole.
La gentilezza e la compassione sono requisiti indispensabili in qualsiasi percorso spirituale e, almeno in teoria, tutte le maggiori religioni si trovano in accordo su questo.”
Segue l’altra citazione lunga di questo articolo di approfondimento, nonché l’ultima, relativa ad alcuni falsi luoghi comuni sull’alimentazione vegetariana.
“La mancanza di conoscenza può causare convinzioni che, seppur originate dalla buona fede, sono errate. Queste convinzioni danno origine a molti pregiudizi nei confronti del vegetarianismo. Vediamo quali.
‘Senza bistecca l’organismo fa in deficit’
Il consumo di carne non è necessario in assoluto, l’alimentazione vegetariana non comporta denutrizione. Tutte le sostanze nutritive necessarie per il nostro organismo sono contenute negli alimenti di origine vegetale. Le statistiche dimostrano che le persone vegetariane vivono più a lungo, riducono gli accessi al servizio sanitario nazionale, gravando meno sulla sanità pubblica, e sono colpite da un numero inferiore di malattie cardiovascolari e di tumori.
Alo stesso tempo, vi sono sempre maggiori evidenze che collegano strettamente alcune patologie come quelle che interessano lo stomaco, alcuni tipi di cancro, alcune disfunzioni metaboliche e le malattie cardiovascolari al consumo di carne.
‘Vegetariani tutti pallidi ed emaciati’
Non è vero. Le sostanze contenute nella frutta e nella verdura, oltre alla notevole quantità d’acqua che questa contiene, favoriscono l’elasticità della cute e dei suoi annessi (unghie e capelli). Ne deriva un effetto di luminosità e di tonicità della pelle.
L’alimentazione vegetariana è ricca di fibre, acqua e sali minerali, e migliora l’attività degli organi emuntori (fegato, reni, intestino, pelle e polmoni); così, favorendo il ricambio e velocizzando l’eliminazione delle scorie, tutto l’organismo mantiene un’efficienza più elevata.
‘Tristi a tavola’
È importante cancellare uno stereotipo comune, secondo il quale il vegetariano è una persona triste che si siede a tavola con aria sconsolata. Affermare che il vegetarianismo è sinonimo di malnutrizione o perfino di monotonia nella dieta è un pregiudizio come molti altri, prodotti dalla mancanza di conoscenza adeguata e specifica di questo regime alimentare. La varietà del mondo vegetale è enorme, così come la quantità e la varietà di ricette gustose che si possono preparare.
‘Per fare i muscoli serve la carne’
Sono i carboidrati che, durante l’esercizio fisico intenso e prolungato, forniscono il carburante d’eccellenza per il tessuto muscolare. È solo quando manca un adeguato apporto calorico, fornito dai carboidrati complessi, che l’organismo è costretto a utilizzare i grassi di deposito e le proteine tissutali. Poiché durante l’esercizio vengono bruciati i carboidrati immagazzinati nel muscolo sotto forma di glicogeno, è di vitale importanza che nella dieta dell’atleta non manchino i carboidrati complessi.
Non è quindi necessaria la carne per potenziale i muscoli, ma solo i carboidrati e le proteine, di cui sono fonti generose i cereali integrali, i legumi e la verdura.
Anzi, il regime alimentare migliore per chi fa spot, anche nel caso di un’attività fisica molto intensa come uno sport di resistenza, è la dieta vegana, che, escludendo tutti i derivati animali, consente di ottenere il giusto apporto proteico senza lo svantaggio di introdurre grassi animali nell’organismo sotto sforzo.”
E con questo abbiamo terminato con Audiocorso di alimentazione e salute di Catia Trevisani.
A presto e buone cose a tutti.
Fosco Del Nero
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