Titolo: Come creare la propria realtà (A beginner’s guide to creating reality)
Autore: Ramtha.
Argomenti: esistenza, manifestazione, mente.
Editore: Macro Edizioni.
Anno: 2003.
Voto: 7.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Ramtha è uno di quei pochi autori i cui libri sono letteralmente traboccanti di frasi ispiranti, oltre che di energia elevata, tanto che, ogni volta che leggo un suo libro, se da un lato è un piacere, da un altro lato è una fatica, date tutte le citazioni che mi segno e che poi copio a mano, a beneficio sia degli articoli di approfondimento sia della pagina facebook.
Come creare la propria realtà non è stato un’eccezione, e d’altronde si tratta di uno dei “testi base” di Ramtha, nel doppio senso dell’importanza e dell’ordine cronologico di lettura consigliato.
Nel presente articolo, dunque, proporrò alcune tra le svariate decine di citazioni che mi sono segnato.
Cominciamo con i quattro concetti centrali dell’insegnamento di Ramtha.
“Le pietre angolari del sistema di pensiero di Ramtha sono:
– il Vuoto,
– consapevolezza ed energia creano la realtà,
– riconoscere Dio in se stessi,
– rendere conosciuto lo sconosciuto.”
E proseguiamo con ciò che Ramtha stesso definisce “il più grande insegnamento mai trasmesso”.
“Il più grande insegnamento che sia mai stato trasmesso è che voi siete veramente Dio.
E la vita è ciò che è definito dono di Dio, una presenza divina, per rendere conosciuto lo sconosciuto, quella che è chiamata un’opportunità che vi proviene dalla revisione fatta nella luce per ripulire le vostre azioni, il vostro lavoro non finito nelle vite passate.
Site ritornati qui non per costruire grandiose cattedrali a Dio, ma per compiere quel semplice lavoro di ripulitura della vostra confusione riguardo a chi e a che cosa siete realmente.”
Il concetto, di cui è letteralmente pregno l’intero libro, è bissato dalla citazione successiva.
“Non sono venuto qui ad insegnarvi a seguirmi, perché è impossibile. E non voglio essere venerato.
Voglio che voi veneriate voi stessi.
Il più grande tempio di Dio che sia mai stato costruito non è fatto di pietre, di oro, di argento e di gioielli. Il più grande tempio di Dio è il corpo umano, e quel corpo è il luogo in cui lo Spirito occupa se stesso in questo reame: quello è il tempio.”
Continuiamo con la “questione Dio”, associato stavolta a qualcosa di molto umano: il corpo umano e i suoi sigilli energetici.
“La definizione di Dio – che è la definizione di voi stessi – è che siete consapevolezza ed energia, su qualunque cosa cada la vostra volontà.
E perché i sette sigilli? Perché la vostra volontà può lavorare in ciascuna di quelle aree.
E il corpo è una mappa che duplica esattamente ciò che chiamiamo i sette regni – come dentro, così fuori, come sopra, così sotto – e ciò che dà a quei regni la vitalità e l’onore dell’esistenza è la nostra volontà e la nostra possibilità di scelta.
È tutto qui. È tutto.
Consapevolezza ed energia sono la legge intrinseca – l’unica legge, se vogliamo chiamarla così – in azione.”
Sta a noi, dunque, ma se non ce ne accorgiamo saremo pieno di scuse, blocchi e ostacoli interiori.
“Finché non comprenderete che consapevolezza ed energia creano la realtà, utilizzerete parole come: ma, perché, non posso, è troppo difficile, fallimento, mancanza. Le utilizzerete sempre. E il miracolo è che l’energia della consapevolezza crea la vostra obiezione.
La consapevolezza non ha leggi: qualunque cosa essa sia, è legge. Questa è la legge: rendere conosciuto lo sconosciuto. Ed ha campo libero. L’energia è l’ancella dei pensieri. È ciò che collassa il mondo subatomico nella realtà delle particelle e crea i campi magnetici che attirano nelle vostre bande ciò che è già conosciuto.
Ciascuna persona nella nostra vita riflette un aspetto di ciò che siamo, e quell’aspetto serve ad una redenzione emozionale.”
Viceversa, occorre lanciarsi nell’avventura dell’esistenza e dell’esplorazione.
“Contemplatevi dentro di voi al di là del corpo, nell’invisibile. È un’avventura. È lì che troverete voi stessi, nella vostra stessa comprensione.
Diventate voi stessi, sappiate chi siete. Osservate i vostri pensieri. Osservatevi. Conversate col vento. Danzate alla luce della luna. Amate l’alba. Vi insegneranno tutto quello che c’è da sapere sulla vita, perché essi lo sono.”
Adesso propongo una brevissima citazione sulla manifestazione, su ciò che possiamo manifestare e su ciò che non possiamo manifestare… col limite che è molto chiaro.
“Non potete mai manifestare nella vostra vita ciò che non accettate.
Manifestate solo ciò che accettate.
Quanto è ampia quindi la vostra accettazione? È più grande del vostro dubbio?”
Ora vediamo perché si è infelici secondo Ramtha, con la spiegazione che è davvero interessante… e che richiede coraggio per agire di conseguenza.
“La ragione per cui oggi siete infelici della vostra vita è che siete giunti alla fine della vostra capacità di sognare la realtà; permettete a qualunque altra cosa di farlo per voi. Andate al cinema e permettete a qualcun altro di vivere l’avventura mentre voi ve ne state lì a guardare. Ascoltate qualcun altro cantare per voi una melodia mentre la vostra bocca rimane chiusa. Vi sentite mancare ascoltando le poesie di qualcun altro. Vi stupite di fronte alle opere d’arte di qualcun altro. Vi lasciate coinvolgere dalla genialità di qualcun altro.
C’è da meravigliarsi quindi che siete annoiati ed avete bisogno di intrattenimento?”
Il terzultimo brano citato è il più lungo, ed è dedicato al processo della manifestazione e della consapevolezza interiore.
“Il momento in cui sapete che il vostro pensiero focalizzato influenza la vita – quando realmente lo sapete – è il momento in cui cominciate a badare al vostro modo di pensare e a disciplinarlo, perché se esso prende il controllo su di voi, vi distruggerà.
Ma se lo Spirito si risveglia in esso, vi libererà.
La gioia non riguarda la fisicità. Gioia è essere il signore della fisicità, non il suo schiavo.
Quindi se avete creato ogni cosa nella vostra vita, gente, siete responsabili di tutto quanto avete fatto a voi stessi. Siete responsabili dei vostri successi e dei vostri fallimenti, e siete stati voi a determinare se erano successi o fallimenti. Siete stati voi i responsabili della vostra felicità o della vostra depressione, siete stati voi a scegliere di sentirvi in quel modo.
È semplice e lo è sempre stato.
Nel momento in cui lo sapete, in quel momento la vostra vita cambia. E come cambia? Dite: “Ora so che il potere è in me e che qualunque cosa io pensi, la creo. La mia realtà non corrisponde ad altro che alla frenesia dei miei pensieri. Ma che cosa sarebbe se dovessi sedermi in silenzio per un momento e chiedermi che cosa voglio da questa vita? che cos’è che non ho mai conosciuto? Che cos’è che non ho mai sperimentato? E che dire di me stesso? Se utilizzo meno di un decimo del mio cervello, che cosa devo fare per attivare il resto? E quali vasti potenziali possederei se potessi davvero farlo?”.
Fate ora la vostra lista. Che cosa vorreste fare? se la vostra vita potesse essere più lunga e voi poteste cambiate tutto a seconda di quello che pensate e di ciò che accettate, quanto sareste diversi oggi?
Sareste enormemente diversi – enormemente diversi – perché in quel momento comprendereste che il cervello opera attraverso lampi di immagini, di ologrammi, e che ogni lampo è ciò che chiamiamo pensare, e che ogni volta che il cervello emette un lampo, esso occupa il lobo frontale. Ed ogni volta il lampo da quel punto influenza il campo magnetico.
Che cosa accadrebbe allora se potessi disegnare un pensiero e potessi tenere quel pensiero nel lobo frontale per un determinato periodo di tempo? Potrebbe la stessa legge essere applicata anche ad un uso deliberato del principio dell’Osservatore che crea la realtà?
Certo, perché il momento in cui lo tenete qui – è assoluta accettazione – è il momento in cui cambiate la vostra linea del tempo. Tutto comincia a cambiare e a fluire. Ciò che sognate qui, che tenete qui, nel lobo frontale, quando vi alzate la vostra vita comincerò a cadere a pezzi. E voi direte: “Questo non è quello che ho visto!”.
Sì, è quello che avete visto, perché quando tutto cade a pezzi è come se potessimo demolire le particelle di un tavolo: il tavolo scomparirebbe e dove prima c’era il tavolo rimarrebbe un radiante campo di luce. Questo è cambiamento, non è vero?
Quanto costretta, quindi, è la vostra vita? Che cosa c’è oltre questo luogo? C’è di più da vivere, di più da essere, di più da conoscere?
Certo che c’è.
Ma che cosa dovete fare per entrare in quella linea del tempo?
Dovete dissolvere il passato, perché tutti pensano al loro futuro basandosi sul loro passato.
E che cosa vi tiene legati al passato?
La colpa, la negatività, la paura, il timore di cambiare.
Che cosa accade quindi nella vostra vita quando vi focalizzate su qualcosa di splendido?
Molte cose cadranno a pezzi.
Perché?
Perché l’energia che le tiene insieme deve essere liberata perché ciò che volete possa riformarsi.”
Stiamo per concludere, e lo facciamo alla grande, intanto con una rivisitazione del Padre nostro cristiano.
“O mio amato Spirito,
mio potente Spirito,
tu che possiedi il potere del cielo e della terra,
riempimi del tuo potere.
O Spirito, riempimi della manifestazione del tuo regno,
perché io possa essere calice,
per manifestare ciò che è invisibile in cielo
e per dominare ciò che è visibile sulla terra.
Manifesta per me il mio pane quotidiano,
perché io possa vivere
per conoscere la mia colpa, il mio dubbio, le mie pene,
e quindi comprendere la verità.
O potente Spirito,
non permettere che io venga tentato,
proteggimi da tutto ciò che potrebbe persuadermi,
e manifesta attraverso di me il Dio divino.
Così, dico, così sia, alla vita.”
Ultima citazione di Come creare la tua realtà, davvero breve, sul solito concetto dell’osservatore che diventa ciò che contempla (perché accoglie in sé l’energia in questione).
“Se vuoi diventare la cosa che desideri diventare, allinea ad essa i tuoi pensieri.”
E con questo il lunghissimo articolo di approfondimento di Come creare la tua realtà di Ramtha è terminato.
Alla prossima e buone cose a tutti.
Fosco Del Nero
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