Titolo: Così parlò Krishnamurti (Sufism: The Mysticism of Islam).
Autore: Jiddu Krishnamurti.
Argomenti: spiritualità.
Editore: BIS.
Anno: 1927-1929.
Voto: 8.
Recensione: qui.
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Il presente articolo è dedicato al libro Così parlò Krishnamurti in qualità di approfondimento.
Andiamo dunque a leggere alcune frasi estratte dal libro stesso.
La prima citazione è breve e parla di ricerca e ritiro dal mondo.
“Se volete scoprire la verità, dovete ritirarvi dal mondo per un certo tempo.”
La seconda citazione afferisce alla liberazione.
“Vi è una sola legge per tutti, ed è il raggiungimento della liberazione.
Sia che, come in India, gli uomini adorino gli idoli in santuari oscuri, in vecchi templi meravigliosi, o compiano cerimonie, come in tutto il mondo, in magnifiche vesti con incenso e tintinnii di campane, o siano mistici che desiderano conseguire, venire a contatto con lo Spirito Eterno che aleggia sopra il mondo, vi è una sola legge per tutti.
Poiché ciascuno cerca di sfuggire a queste cose che legano, cerca di uscire da queste strette rotaie in cui è prigioniero, in cui è preso, in cui sta dibattendosi come un uccellino, per poter uscire all’aria pura e raggiungere la sua meta. Se non avete questo desiderio della liberazione per la sua stessa bellezza, per la sua gloria intrinseca, sarete come la nave perduta sul mare senza gli strumenti che la guidano; sarete in balia di ogni vento, di ogni onda che passa, e trascinati a tutti i porti ove non volete andare.”
Proseguiamo: karma e risultati del karma.
“Karma significa che ogni azione, ogni pensiero, qualunque siano, portano il loro frutto e fino a quando esiste karma, non potete raggiungere l’assoluta felicità.”
Spendiamo ora due parole sui desideri.
“La prima cosa essenziale è di sbarazzarsi di ogni desiderio, poiché, prima di poter giungere al sentiero di liberazione, che è il sentiero della pace, dovete esser liberi di voi stessi, dovete poter rinunciare a tutte le cose, ai vostri credo, ai vostri dei e ai loro predicatori, e passare per quella porta che è veramente l’entrata al mondo della liberazione.
Ma questo sta nelle vostre mani e non nelle mie.”
L’approfondimento di Così parlò Krishnamurti procede con un brano sulla ricerca del vero.
“Dovete diventare gli amanti, i discepoli di quella liberazione, di quella verità, in modo da metter da parte tutte le cose e subordinare tutto a quest’unico desiderio.
Tanto ardente dovrà essere il vostro desiderio che costringerete, piegherete tutte le cose – tutti i vostri dolori, tutte le vostre ansietà, le vostre meschinità, gelosie e collere – a quest’unico scopo.”
La citazione successiva è una bella immagine sul desiderio di liberazione.
“Immaginate di stare su una riva di un fiume, e che sull’altra riva ci siano campi azzurri. Tutta l’umanità sta sulla sua riva, guardando le bellezze della riva opposta; assai pochi hanno il desiderio di buttarsi nel fiume. Dei pochi che si getteranno, ci sarà qualche forte che potrà nuotare verso la meta; altri saranno trascinati dalla corrente, saranno portati a riva più in basso, e dovranno camminare per risalire. Non importa, purché si arrivi.
Il desiderio di gettarsi nel fiume è tutto.”
Parliamo ora dell’io, ossia dell’ego, della personalità, che come noto è l’ostacolo sulla via del risveglio.
“Finché non siete giunti alla liberazione, finché non avete distrutto l’Io, siete come l’uomo che semina il suo grano; lo semina e lo miete alla stagione seguente; quel che ha seminato miete; e quel che non ha seminato non lo può mietere.
Tale è la persona che crea il karma; poiché quel che semina miete; i suoi pensieri ignoranti, i suoi sentimenti folli e le sue folli azioni creano le erbacce in mezzo al grano. Quali che siano i suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue azioni, i risultati saranno corrispondenti.”
Come aiutare gli altri a risvegliarsi? Liberando prima sé stessi.
“Il miglior modo per aiutare gli altri a giungere alla liberazione è giungervi voi stessi.
Se non vi siete arrivati e ne parlate vagamente, gli altri faranno presto ad accorgersene.
Non appena siete liberati, o state lottando per la liberazione, diventate un canale.”
Ancora su libertà e schiavitù.
“Se siete liberi, aiuterete gli altri a liberarsi.
Se siete schiavi, aiuterete gli altri a diventare schiavi.”
Alimentazione e risultati dell’alimentazione.
“Se vi alimentate di quelle cose che non sono essenziali, vi sarà in voi stanchezza del cuore e corruzione della mente.
Dovete adorare ciò che è incorruttibile; dovete dare il vostro amore e ciò che è al di là della stagnazione.”
La solitudine non esiste per chi è in contatto con l’esistenza.
“Non vi è solitudine per chi comprende.”
Il terzultimo brano sottolinea l’importanza dell’educazione.
“Come si risveglia la comprensione negli uomini?
Con l’educazione. Ma non potete insegnare agli altri ad essere grandi se non siete grandi voi stessi.”
Il penultimo ci parla della prigione dell’essere umano.
“La civiltà del mondo attuale non è che la decorazione delle sbarre di una gabbia.
Dovete infrangere la gabbia, spezzare le sbarre che limitano, che uccidono.
Ma voi non avete il desiderio, la brama ardente di libertà, da cui solo proviene la felicità.”
E l’ultimo evidenzia che il prigioniero… in realtà è un essere divino.
“Voi non siete né schiavi né fantocci, ma dei in procinto di riscoprirvi.
Non deboli aspiranti ad un riconoscimento divino, ma eredi dell’Universo stesso.”
L’approfondimento dedicato a Così parlò Krishnamurti, di Jiddu Krishnamurti, è terminato.
Alla prossima occasione.
Fosco Del Nero
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