Titolo: Cross roads (Cross roads).
Autore: Paul Young.
Argomenti: narrativa, letteratura spirituale.
Editore: Verdechiaro Edizioni.
Anno: 2012.
Voto: 5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Benvenuti a questo nuovo articolo di approfondimento, dedicato a un romanzo di narrativa spirituale: Cross roads di Paul Young.
Se come romanzo Cross roads è discreto e godibile, esso mi ha deluso riguardo ai contenuti spiritual-esistenziali: sono pochi quelli di rilievo e immersi in un’energia un po’ da vecchia spiritualità (diciamo di passaggio da religione a spiritualità, se si vuole usare questa espressione).
Ad ogni modo, ne ho selezionati alcuni, che vado a proporvi.
Il primo è anche il più lungo di tutti, e ci parla del cammino della vita, delle scelte e degli obiettivi.
“A meno di centro metri da dove era partito il sentiero si divideva, in salita verso destra, in discesa a sinistra, in piano al centro, dritto davanti a lui. Per un attimo rimase a considerare le possibilità.
È una strana sensazione cercare di prendere una decisione su questioni in cui non solo l’esito è incerto, ma perfino le condizioni di partenza sono ignote. Non sapeva da dove fosse arrivato, non sapeva dove stese andando e si trovava davanti alla necessità di scegliere tra possibilità delle quali ignorava il significato o il costo.
Se ne stava lì a considerare le tre scelte senza la più vaga idea di cosa implicassero. Era sorpreso di percepire la libertà inerente all’incertezza, all’assenza di aspettative che l’avrebbero prima o poi reso colpevole di una decisione sbagliata. Era libero, in quel momento, di scegliere qualunque direzione e quell’autonomia era allo stesso tempo eccitante e spaventosa.
Studiare più attentamente le tre strade non fu d’aiuto. Forse ce n’era una più facile delle altre, ma non poteva sapere che cosa lo aspettava oltre la prossima curva. Quell’inattesa libertà lo stava paralizzando.
“Non si può far virare una nave attraccata”, mormorò, imboccando il sentiero centrale, cercando di memorizzare qualche riferimento nel caso in cui avesse dovuto fare ritorno. Ritorno a dove? Non lo sapeva.
Dopo neanche duecento metri si ritrovò nuovamente davanti a tre possibili direzioni e ancora una volta dovette soppesare le scelte. Scosse la testa, quasi senza fermarsi, e imboccò la salita sulla destra, annotando quella scelta nel suo taccuino immaginario. Nel giro di due chilometri fu costretto ad almeno venti scelte analoghe e smise di sforzarsi di ricordare da dove era venuto.
Si sentiva disperatamente smarrito; non che all’inizio avesse avuto le idee più chiare sulla propria destinazione, cosa che contribuiva a farlo sentire ancora più smarrito.
“E se non fosse questione di arrivare da qualche parte?”, si domandò.
E se non ci fosse stato nessuno scopo, nessun obiettivo?”
A proposito di cammino, ecco cosa non bisogna fare
“Non fare paragoni tra voi per sentirti in colpa.
State facendo viaggi differenti perché siete diversi e unici.
La vita non è fatta per il paragone e la competizione.”
Altra cosa da non fare, questa riguardo a giudizi e pregiudizi.
“È facile creare un gruppo di persone e poi giudicare l’intera categoria.
E se fosse questo il modo in cui nasce qualunque pregiudizio?
È molto più facile fare così che non considerare ciascuno come individuo, capace di dare e ricevere amore.”
E ancora qualcosa da non fare sui giudizi…
“La vita non è questione di dare la giusta ricompensa per la giusta prestazione. Contratti, avvocati, malattie, potere, a nessuna di queste cose importa di cosa è giusto.
Meglio togliere le parole morte dal tuo linguaggio, e magari concentrarti su quelle vive, come pietà e gentilezza e perdono e grazia. Così smetterai di preoccuparti dei tuoi diritti e di cosa pensi che sia giusto.
Solo un suggerimento, eh…”
E siamo sempre sul “non”, ma almeno abbiamo cambiato argomento: dal giudizio al far scorrere la vita.
“Non c’è niente di meglio di una diga per trasformare un fiume in una palude.”
Ancora energie basse e separazione, ma qua s’intravede una direzione evolutiva.
“Hai bisogno di confini, ma non di mura. Le mura dividono, i confini onorano.
Anche nel nostro creato materiale i confini marcano i luoghi più belli, tra oceano e spiaggia, tra montagna e pianura, dove il canyon incontra il fiume.
Ti insegneremo a emozionarti per i confini mentre impari a fidarti per la tua sicurezza.
Un giorno non avrai più bisogno di mura.”
L’ultima citazione rimane sempre sull’energia bassa, ma come la precedente perlomeno indica l’orizzonte verso cui camminare, questa riguardo all’importantissimo tema della fiducia (tanto importante che lo considero il centro dell’evoluzione spirituale dell’essere umano):
“Quando dai a Dio la colpa di ogni male, non ti resta nessuno di cui fidarti.”
E, detto ciò, con Cross roads di Paul Young è tutto.
A presto e buone cose a tutti.
Fosco Del Nero
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