Titolo: Diario di un amarolista.
Autore: Franco Calorio.
Argomenti: urinoterapia, benessere, salute.
Editore: Blu International Studio.
Anno: 1997.
Voto: 6.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Amazon.
Eccoci qui con l’articolo di approfondimento di Diario di un amarolista, breve libro di Franco Calorio.
Libro breve, e articolo di approfondimento breve (ma neanche tanto), che peraltro ho orientato non tanto alla pratica tecnica di amaroli (che poi è il bere la propria urina), quanto al contorno concettuale.
Il primo concetto da cui si discosta l’autore del testo, ma non solo lui ma qualsiasi persona savia, è l’uso non motivato di medicinali (laddove non motivato significa qualsiasi caso che non sia un caso di vita o di morte).
“Noi italiani siamo tra i primi in classifica nel consumo procapite annuo di prodotti medicinali.
A nulla è valsa l’introduzione della quota ticket; non ci ha spaventato, anzi il nostro bisogno di avere una rifornitissima dispensa è, se possibile, aumentato.
E così eccoci improvvisati “farmacisti”, ad ingurgitare questo o quel prodotto a seconda dei casi e del momento; pronti a delegare ad un “chimico”, che mai abbiamo conosciuto, il delicato compito di ricerca della nostra salute.
Poveri noi… e poveri “chimici”; come possono trovare una soluzione che possa adattarsi a migliaia di persone?
Ognuno di noi è un’entità distinta e separata, che può avere reazioni diverse di fronte allo stesso medicinale… basta leggere il grande numero dei probabili effetti collaterali per avere una paura terribile!
Ma, imperterriti, noi pretendiamo che ci diano qualcosa da tenere nella nostra dispensa, e loro ubbidiscono.”
Seconda citazione, questa dedicata ad alcol, fumo… e a quanto lo stato ci vuole bene e si preoccupa della nostra salute.
“Alcol e fumo, credo, non hanno bisogno di presentazioni.
La loro azione distruttiva nei confronti della circolazione sanguigna, della respirazione, della digestione e di tutte le funzioni vitali del nostro organismo è fin troppo nota. Ce lo dicono tutti, anzi forse proprio per questo non ci facciamo più caso e non prestiamo tutta l’attenzione che l’argomento meriterebbe.
Del resto, lo stesso “stato”, che da una parte ci mette in guardia dall’uso delle sigarette, ne detiene anche il monopolio!
Lo “stato”, che ci avvisa della nocività dell’alcol, ne permette poi non solo l’uso o la produzione (siamo o non siamo in un paese libero?), ma addirittura una martellante pubblicità.
E noi, poveri utenti, aggrediti proprio in casa nostra attraverso le immagini televisive, fatichiamo a distinguere il vero dal falso. Martellati in continuazione da sempre più perfezionate pubblicità, molti sono attratti e tentati di imitare gli improbabili personaggi degli spot, nel tentativo di avere più attenzioni e consensi, nella disperata speranza di “avere qualcosa in più”.
Senza pensare che il risultato sarà quello di sacrificare la nostra salute.”
Terzo brano, questo dedicato alla carne, e anche qui si va sull’ovvio.
“Un piccolo cenno lo merita la carne.
Noi non siamo in possesso della macchina adatta per l’utilizzo di questo alimento; infatti, la nostra struttura fisica non ci permette di rincorrere, catturare, uccidere, scuoiare, masticare e digerire un animale. Noi non siamo predatori.
Non creda il “carnivoro” di poter aggirare l’ostacolo. La masticazione potrebbe essere affidata ad uno strumento tipo tritacarne, ma la digestione no. La digestione è solo nostra e solo noi possiamo portarla a compimento; senza l’aiuto di utensili o di attrezzature varie.
Il nostro intestino è troppo lungo per poter accettare un prodotto di questo tipo e non è adatto. Le sue curve, le sue anse, la sua conformazione, rallentano il transito degli alimenti, e la carne continua all’interno di noi il suo processo di putrefazione iniziato nell’attimo stesso in cui l’animale ha cessato di vivere.
Questo è il punto: chi si alimenta di carne, in verità, costruisce le proprie cellule con un prodotto in putrefazione. Basterebbe pensare a questo… come si può sperare o addirittura pretendere di avere un corpo sano?”
La penultima citazione è di tipo motivazione: Franco Calorio ci dice che quando si intraprende un percorso è importante motivarsi a camminare. Non importa come, ma basta farlo.
“Il tempo mi ha insegnato che la sola cosa che conta è portare avanti la pratica.
Qualsiasi siano le modalità ed i trucchi psicologici che ognuno di noi sa inventare, bisogna portare avanti la pratica, lasciando che diventi una delle abitudini quotidiane.”
L’ultima citazione torna sulla questione alimentare, e concerne la grande possibilità che ha l’uomo di danneggiarsi, e al contempo la scarsa visione globale di cui egli dà prova in questo periodo storico (per fortuna in evoluzione in senso olistico e naturalistico).
“L’uomo, purtroppo o per fortuna, si adatta ad un’infinità di prodotti alimentari ed ha la grande capacità di annullare la quasi totalità dei residui negativi, trasformandoli.
È questo che ci danneggia, perché non i accorgiamo subito se quello che stiamo mangiando ci procurerà un danno nel tempo o se è veramente qualcosa di cui avevamo bisogno.
Ecco che le malattie, giusto sfogo e conseguente reazione di un organismo affaticato, si presentano in tutta la loro forza per permettere al corpo di purificarsi, sfogando l’accumulo di tossine alimentato per lungo tempo.
Così, senza motivo apparente, un nostro organo comincia a non funzionare come dovrebbe e poco alla volta si blocca, producendo oltre al dolore fisico immediato una cattiva interazione con l’interno sistema.
Non servirà a nulla intervenire solo sull’organo in questione. Faceva parte di una catena che, tenuta sotto tiro, s’è rotta proprio in quel punto perché più debole. Ma ogni altro anello ha subito uno stiramento e sarà quindi diventato potenzialmente il prossimo motivo di cedimento. Si innesta così una lunga serie di “guasti” non più riparabile da nessuna medicina.
Per correre ai ripari, dopo ovviamente aver provveduto ad una accurata revisione o quantomeno alla valutazione degli alimenti che consumiamo abitualmente, occorre preoccuparci che l’intestino funzioni in modo corretto, evitando il ristagno di materia fecale, fonte di nutrimento putrefatto e fermentato, quindi malsano per le nostre cellule.”
Quanto alla pratica di amaroli in senso stretto, la citazione costante dell’autore è semplicemente quella di “iniziare e praticare”, e in tal senso ve la riassumo così.
E, detto questo, abbiamo terminato con Diario di un amarolista di Franco Calorio.
Fosco Del Nero
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