Titolo: George Harrison – My sweet lord: la via della spiritualità.
Autore: Sergio d’Alesio.
Argomenti: musica, biografia, spiritualità, induismo.
Editore: CapitanArt.
Anno: 2016.
Voto: 6.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Eccoci qui alle prese con l’articolo di approfondimento dedicato a George Harrison – My sweet lord: la via della spiritualità, libro scritto da Sergio d’Alesio e dedicato per l’appunto alla figura di George Harrison: non è una biografia anagrafica, non è una biografia musicale, non è un resoconto dei suoi interessi spirituali, ma un mix di tutte e tre queste cose.
Andiamo ad approfondirlo su questo ultimo versante, che è quello che interessa a noialtri, tramite alcune citazioni dello stesso George Harrison, che ogni tanto spuntano nel testo.
Partiamo dalla missione che ci è stata assegnata.
“Appena sono arrivato in India, Ravi e suo fratello Raju mi hanno dato un mucchio di libri da leggere. Uno era di Swami Vivekananda che fra l’altro dice: ‘Se c’è un Dio dobbiamo vederlo e se c’è un’anima dobbiamo percepirla. Altrimenti è meglio non credere’.”
Possiamo dirlo in un altro modo:
“Non possono esistere rapporti interpersonali se un individuo non sa relazionarsi con se stesso.
Dobbiamo veramente trovare noi stessi. Indipendentemente dalla religione, la nazionalità e l’estrazione sociale, ogni persona deve trovare la propria strada per la realizzazione interiore.
Credo che questa sia l’unica ragione per cui viviamo su questo pianeta. La via della spiritualità è l’unica cosa che conta. Tutto il resto è secondario e privo di significato.”
Vegetarianesimo e rapporti tra anime.
“Essere vegetariano è la strada migliore per entrare in contatto con la tradizione yoga dell’India e comprendere il profondo significato di libri come Raja Yoga di Swami Vivekananda e Autobiografia di uno yogi di Paramahansa Yogananda che per primo, sin dal lontano 1920, rende popolare il “kriya yoga” negli Stati Uniti.
Una volta, durante una pausa del tour in America, ho richiesto all’archivio dell’università di Los Angeles una copia della sua conferenza del 1939 incluse in un libro della “Società per l’Auto-Realizzazione”. Nel corso dell’esposizione, il guru parla degli amici in una prospettiva molto interessante e del tutto nuova per me. In particolare sono rimasto affascinato dai concetti insiti in queste sue parole: “Tutto nasce dalle vibrazioni interpersonali delle anime. È l’amore e l’odio che proviamo a provocare l’attrazione reciproca fra le anime, fra una vita e l’altra. Le persone che riesci a conoscere più facilmente e a riconoscere velocemente sono quelle che hai già incontrato nelle tue vite precedenti”.”
Ora leggiamo una citazione ispirata al libro Autobiografia di uno yogi.
“Leggere e rileggere le pagine di Autobiografia di uno yogi è illuminante e ti fa crescere ogni volta. È come riconoscersi nelle sue parole.
Di riflesso, i miei genitori sono in ansia per il fatto che io rinneghi gli insegnamenti della religione cristiana, ma io li rassicuro spesso a riguardo. Dio ha molti nomi, ma è Uno solo. Spesso invio alla mia famiglia un passo illuminante che dice: “Molto prima della nascita di Yogananda, un santo di nome Babaji viveva sull’Himalaya. Un giorno Gesù gli apparve e gli disse che sebbene i suoi seguaci stessero facendo un buon lavoro, avevano dimenticato come unirsi a lui in spirito attraverso la meditazione. Gesù chiese a Babaji di mandare qualcuno in Occidente per ricordare a queste persone che il fine ultimo della vita è diventare Uno con Dio attraverso la comunione interiore. Questa persona era Yogananda.”
Adesso ne leggiamo una ispirata al libro Tao te ching.
“Senza oltrepassare la soglia di casa, posso conoscere tutte le cose della terra.
Senza guardare dalla finestra, posso conoscere le vie del cielo.
Più si viaggia lontano, meno si conosce.
Arrivare senza aver viaggiato, vedere tutto senza aver guardato.”
Ego e Coscienza Cosmica.
“L’individualismo – ciò che “io” ho, che appartiene a “me”, che è “mio” – impedisce di raggiungere la Coscienza Cosmica in cui non c’è “ego”.”
Di seguito George Harrison spende due parole sul karma.
“Il karma è regolato dalla legge di azione-reazione. Ogni nostra azione, pensiero o parola provoca un’onda nell’universo che alla fine ci ritorna indietro.
La tua vita è legata al karma, inteso come il bagaglio di esperienze delle tue vite passate. È come un lungo filo di spago disseminato da tanti piccoli nodi. Prima di morire devi scioglierli tutti senza crearne altri.
Io posso cercare di estinguere il karma solo raggiungendo un livello spirituale molto elevato, altrimenti sono condannato a ritornare nel mondo all’infinito. Liberarsi del karma non è facile, quando per tutta la vita ci si dimentica di Dio, ma la nostra anima aspira alla perfezione.”
Torniamo alla nostra missione animica.
“Tutte le religioni sono parte di un grande albero. Non è importante che Dio venga chiamato Cristo o Krishna o Buddha, quello che è veramente importante è entrare in contatto con Lui.
Grazie al supporto delle nostre guide spirituali, noi possiamo eludere il male ed evitare di restare bruciati su carro alato che trascina la nostra esistenza.”
L’ultimo brano tratto da George Harrison – My sweet lord: la via della spiritualità contiene una citazione di Vivekananda, uno dei maestri preferiti del musicista inglese (e anche dei miei, a dirla tutta).
“Ognuno di noi vive contemporaneamente due vite. Una legata all’io fisico imprigionata nei limiti del mondo materiale e una collegata all’OM che di dona l’eterna consapevolezza universale priva di ego.
Non c’è niente che non sia parte dell’intera universalità. Il nostro minuscolo “io” è come una goccia nell’oceano. Come dice Swami Vivekananda: “Ogni anima è potenzialmente divina e il suo scopo è manifestare la propria divinità”.”
E così abbiamo concluso all’approndimento dedicato a George Harrison – My sweet lord: la via della spiritualità, libro di Sergio d’Alesio.
Alla prossima occasione.
Fosco Del Nero
- Se anche tu vuoi vivere una vita fantastica, iscriviti alla newsletter!
0 commenti