Titolo: I sette miracoli di Cristo (Le 7 miracles du Christ).
Autore: Charles-Rafael Payeur.
Argomenti: spiritualità, cristianesimo.
Editore: L’Età dell’Acquario.
Anno: 2007.
Voto: 5.
Recensione: qui.
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Pubblicata, lo scorso mese, la recensione de I sette miracoli di Cristo di Charles-Rafael Payeur, è giunto il turno del susseguente articolo di approfondimento, comprendente alcune citazioni tratte dal libro e qualche mio commento.
Cominciamo subito.
La prima citazione è d’obbligo e riguarda la chiave interpretativa dei miracoli di Gesù, che vanno letti secondo il loro senso simbolico, e non certo secondo una mera esibizione di potenza: in questo secondo caso il tutto scenderebbe di parecchie ottave, divenendo persino ridicolo.
“Innanzitutto è importante insistere sull’immenso pericolo d’interpretare i miracoli di Gesù, come l’insieme dei testi biblici, da un punto di vista troppo letterale. E questo è particolarmente vero se c’interessiamo ai racconti dei sette miracoli di Cristo, nella misura in cui abbiamo spontaneamente tendenza ad ascoltarli in una prospettiva esclusivamente spettacolare, credendo così di mettere in rilievo il carattere meraviglioso degli interventi divini di cui si tratta, mentre così li riduciamo, al contrario, a semplici fenomeni paranormali che non hanno più niente a vedere con i misteri che, in realtà, incarnano.
In effetti, la guarigione del cieco nato diventa una semplice guarigione della vista fisica, in tutto paragonabile a quelle che riescono a fare oggi gli oftalmologi più competenti. Quanto all’episodio in cui Gesù cammina sulle acque, è ridotto a un fenomeno di levitazione come forse ne sono capaci certi medium o certi posseduti, almeno se bisogna credere alla tradizione della Chiesa a questo proposito, una tradizione che menziona l’esistenza di fenomeni di xenoglossia o di levitazione.
In tale prospettiva, considerare la moltiplicazione dei pani e dei pesci come un semplice fenomeno di materializzazione, o ridurre la risurrezione di Lazzaro alla rianimazione di un cadavere, equivarrebbe a mettere il Cristo a fianco degli dei pagani che coltivano il culto dell’onnipotenza, un culto contrario ai misteri dell’amore. Inoltre questo ci porterebbe a trasformare delle esperienze iniziatiche, il cui carattere spirituale è primario, in fenomeni da fiera e in fatti diversi, tanto derisori quanto patetici.”
Payeur è attento finanche al senso simbolico dei numeri nel contesto biblico.
“Nella Bibbia i numeri non hanno principalmente un significato quantitativo. Questo è difficile da capire per persone come noi che sono state formate alla matematica moderna e alla teoria degli insiemi di Cantor.
In effetti, un numero ci appare sempre, in un primo momento, come un insieme di elementi, una quantità, mentre per gli antichi si trattava di una suddivisione dell’unità, di una qualità d’espressione di questa. Così il numero non serviva principalmente a indicare una quantità ma una qualità, uno stato di coscienza.”
Leggiamo ora due brani su uno dei miracoli presi in esame: la resurrezione di Lazzaro.
“Il racconto della “risurrezione” di Lazzaro non è da intendere come se si trattasse di una semplice rianimazione, in cui il corpo di un defunto ha ritrovato la vita non essendone stato per niente trasformato. Una tale interpretazione sarebbe anche sacrilega perché ridurrebbe il più grande mistero del cristianesimo, quello della risurrezione dell’uomo, a una semplice rianimazione organica, mentre si tratta di un’esperienza di divinizzazione per partecipare alla natura divina.
In questa prospettiva Lazzaro rappresenta, effettivamente, quell’uomo semicosciente, totalmente morto sul piano psico-spirituale essendo bloccato nel cerchio chiuso del suo io personale, simbolizzato dal sepolcro, un luogo tenebroso e sotterraneo dove l’essere, sotto l’influenza delle forze mortifere, si snatura ed emana un odore fetido, un odore che testimonia la sua degenerazione, al contrario del profumo di fiori che caratterizza la santità.”
Segue il secondo brano; per la cronaca, è la medesima lettura che ne ho dato io ne Il significato esoterico dei Vangeli (in cui ugualmente ho analizzato i vari miracoli di Gesù, illustrandoli nel loro significato simbolico).
“Rivolgendosi ai suoi discepoli, Gesù disse loro: “Il nostro amico Lazzaro s’è addormentato; ma io vado a risvegliarlo”; quando egli parla del riposo del suo amico, si tratta evidentemente dell’addormentamento nel quale era sprofondato, essendosi lasciato sommergere dai valori egoici ed egocentrici insegnati dal principe di questo mondo, avendo così smesso di camminare verso un “altro posto”. L’addormentamento di cui parla Cristo si oppone in modo assolutamente radicale al movimento verso l’altro, al cammino dello spogliamento di sé al fine di raggiungere quella trascendenza che tutti noi cerchiamo.
Sembra quindi che Lazzaro abbia mancato di vigilanza e si sia lasciato assorbire dal mondo della sedentarietà, essendosi così staccato radicalmente dalla vita stessa. Per questo, d’altronde, i Padri della Chiesa non hanno smesso di ricordare ai cristiani l’importanza di vegliare e di rimanere in cammino per non conoscere questo addormentamento così pericoloso che minaccia di continuo colui che è stato svegliato a una vita nuova.
È talmente più facile addormentarsi, infatti, che camminare!”
Affrontiamo ora un insegnamento di grande rilevanza: si può accostarsi alla fonte migliore tra tutte… ma poi sta a noi creare un canale affinché tale sorgente si riversi in noi.
“Per ricevere l’acqua della grazia fino all’interno dei nostri cuori, è necessario scavare un canale nella roccia della nostra natura interiore, restando decisi e resistenti di fronte ai nostri nemici, lasciando così sorgere, dalle profondità del nostro essere, quell’acqua che ci trasforma con dolcezza e misericordia.”
Chiudiamo con uno dei concetti centrali della predicazione di Gesù: Payeur ce lo ricorda, e fa bene, visto che la quasi totalità dei cristiani non lo ha ancora compreso.
“È nel concreto e nel quotidiano che lo Spirito agisce, in quanto il Regno dei Cieli è tra noi.”
Con I sette miracoli di Cristo, testo di CharlesRafael Payeur, abbiamo terminato.
Al prossimo approfondimento.
Fosco Del Nero
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