Titolo: Il cielo ti cerca (Hypnotizing Maria).
Autore: Richard Bach.
Argomenti: narrativa, mente, esistenza.
Editore: Rizzoli.
Anno: 2009.
Voto: 6.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Dopo la recensione, a cui vi rimando per la valutazione del libro, ecco che arriva l’articolo di approfondimento de Il cielo ti cerca, di Richard Bach.
Come usuale, riporterò qui alcune citazioni tratte dal libro, per darvi sia degli spunti, sia per farvi capire se si tratta di un testo che fa per voi.
La prima citazione riassume l’asse portante de Il cielo ti cerca, e ci parla di stato ipnotico e suggestioni-convinzioni interiori.
“– Chiunque può ipnotizzarci? Tutti possono farlo?
– Non solo tutti possono farlo, mio caro amico, tutti lo fanno. Lo fa lei, lo faccio, in ogni momento del giorno e della notte. Questo accade ogni volta che pensiamo o diciamo qualcosa: io sono, io sento, io voglio, io penso, io so, tu sembri, tu puoi, tu sei, tu non puoi, tu devi, io dovrei, io farò, è così, non è così… Accade ogni volta che esprimiamo un giudizio: buono, cattivo, migliore, malvagio, perfetto, bellissimo, inutile, terribile, giusto, sbagliato, tremendo, incantevole, magnifico, perdita di tempo… – lasciò la frase in sospeso, con uno sguardo che invitava a immaginare tutte le possibili varianti – Ininterrottamente, ogni affermazione che facciamo non è una semplice affermazione; è una suggestione, e ogni suggestione che accettiamo rafforza questo processo mentale. Ogni suggestione intensifica se stessa.”
La seconda citazione tende a ribadire il concetto, rimarcando che le idee-pensieri-suggestioni-possibilità ci arrivano da ogni direzione… ma che poi sta a noi accettarle e quindi dar loro potere nella nostra vita.
“L’ipnotismo non è un mistero. È esattamente ciò che sembra: suggestione, ripetizione, e ancora ripetizione.
Riceviamo suggestioni da qualsiasi luogo, da noi stessi, da qualsiasi essere umano che incontriamo: pensa così, fai così, sii così. Riceviamo suggestioni dalle rocce: sono solide, sono sostanza, anche se sappiamo che tutto ciò che è materia non è altro che energia, reti di connessioni che percepiamo come sostanza. Non esistono cose più solide di quanto sembrino.
Di tutte le suggestioni che abbiamo sentito, visto o toccato, la nostra verità è fatta di quelle che abbiamo accettato.
Non sono i nostri desideri che si avverano, o i nostri sogni: sono le suggestioni che accettiamo.”
Non c’è due senza tre, e con la citazione seguente facciamo tris.
“Ogni episodio è legato a quello appena passato e a quello che deve ancora accadere, e ognuno è un co-episodio.
Vista dall’altro, la nostra vita è un ampio scenario di co-episodi, fiori che sbocciano dalle decisioni che abbiamo preso, scaturite dalle suggestioni che abbiamo accettato, basandoci sulle nostre idee che le apparenze intorno a noi sono vere o non lo sono.
Come chiunque altro su questo pianeta, il mondo che vedo di fronte a me è la realizzazione del mio stato di trance, materializzato da miliardi di suggestioni che ho accettato durante il cammino. A un mio cenno si mette in moto, con dolcezza, ma rapido come il lampo.
Tutto il mondo è fatto di ipotesi accettate che diventano convinzioni, diventano presupposti, diventano la mia verità personale e privata.”
Adesso faccio seguire un brano che ripete più o meno la stessa cosa, aggiungendovi però uno scenario più ampio, relativo all’illusione e al gioco dell’esistenza… in cui sembra di scorgere tra le righe anche un accenno alla reincarnazione, non a caso accennata anche in altri passi di questo libro o di altri libri di Richard Bach.
“Le suggestioni non sono vere finché non diamo loro il nostro consenso, finché non le accettiamo.
Le suggestioni che ci vincolano non sono altro che offerte, proposte, finché non le accogliamo trasformandole nelle nostre catene, fatte su misura per noi.
Noi giocatori sediamo tutti davanti, in prima fila, e ognuno di noi si offre entusiasta come volontario per salire sul palco.
Che cosa c’è di fronte al pubblico? Che cosa c’è sul palco?
Niente!
Di fronte al pubblico si svolge il gioco delle suggestioni che diventano vere, diventano visibili, le idee che si trasformano in rocce per chi ci crede.”
Adesso una frase lapidaria, forse quella di maggior impatto e sintesi del testo.
“Dal momento in cui decidiamo di non aver paura, nulla ha più potere contro di noi.”
Un po’ più lunga, ma comunque ugualmente sintetica e forte, è la citazione che segue, che ci parla di responsabilità individuale, di principio creativo e di percorso evolutivo… tutto in un paio di righe.
“Nessuno è passivo, nessuno è uno spettatore, nessuno è una vittima
Noi creiamo.
Oggetti, eventi. E che altro ancora?
Lezioni.”
Arriviamo ora alla fine dell’articolo dedicato a Il cielo ti parla; concludiamo con quello che forse è il brano più ampio e ammiccante del testo, e anch’esso sembra dire e non dire, come peraltro altri brani del libro.
Viene descritto chiaramente, comunque, lo scenario dell’esistenza, fatto di un’essenza spirituale che sta dietro a tutto e di singole esistenze fenomeniche che giocano il gioco della vita. Si noti peraltro l’accenno a dodici pianeti del sistema solare.
“Nonostante l’imbroglio dello spazio-tempo, nonostante tutte le suggestioni e i segnali ingannevoli, le ipotesi e le convinzioni, le teorie e le leggi e la finzione di essere qualcuno che non siamo, vale a dire gli uomini eretti sulla superficie raffreddata di questa sferica pietra fusa, uno dei dodici pianeti che disegnano spirali eterne intorno a una continua esplosione nucleare in una galassia a girandola, in un universo pirotecnico, dietro la nostra maschera c’è la Vita, che è l’infinito principio naturale innato ed eterno, e il nostro vero io è tutt’uno con un’energia destinata a spegnersi, ma con Lei!
Noi, che abitiamo da sempre nelle nostre piccole convinzioni, vecchi alieni che credono di esser giunti dallo spazio, creature spirituali che hanno fede nell’aldilà e nei sogni di una dimensione ultraterrena e che giocano con i simboli, siamo tutti noi, ognuno di noi, la scintilla e il lampo di una realtà immortale…”
E con quest’ultimo brano ho terminato l’articolo di approfondimento de Il cielo ti cerca di Richard Bach.
Alla prossima occasione.
Fosco Del Nero
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