Titolo: Il libro tibetano dei morti (Bardo todol).
Autore: Mario Pincherle.
Argomenti: esoterismo.
Editore: Anima Edizioni.
Anno: 2006.
Voto: 4.
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Il libro tibetano dei morti – Bardo todol, traduzione di Mario Pincherle del relativo testo sanscrito, in recensione non ha ricevuto una buona valutazione, semplicemente perché considerato poco utile per chi legge.
Nel rimandarvi alla recensione per maggiori ragguagli sul perché della valutazione, qua al contrario vi propongo qualche spunto del testo.
Tra le decine e decine di pagine piene di consigli e avvisi su quanto dovrebbe accadere alla nostra anima nei vari giorni dopo la morte del corpo, difatti, è presente qualche spunto che comunque ho ritenuto interessante e degno di essere menzionato.
Nel primo brano citato, si parla della contrapposizione, più umana che divina, tra luce e tenebre.
“In modo splendido è stato raffigurato da Michelangelo l’inizio della manifestazione: Dio differenzia la luce dalle tenebre e vede che sono entrambe buone. Si parla, nel Bardo todol, della tenebra luminosa e della luce tenebrosa. Ma l’uomo ha rifiutato la tenebra e l’ha riempita di demoni. Questo è l’errore diabolico, il vero peccato originale. Credere che la luce sia il bene e la tenebra il male. In realtà si tratta del duplice respiro della Vita: l’espansione e la contrazione, entrambe buone. Nel darma-kala, nel vuoto indifferenziato, coesistono tutte le forme e tutti gli esseri viventi. Coloro che meditano sul Bardo divengono capaci di far sposare la luce alla tenebra e per loro il Bardo stesso, cioè la morte, diviene una rinascita iniziatica.”
Ora un brano sull’importanza della meditazione e degli insegnamenti del Bardo todol.
“Per coloro che hanno molto meditato in vita, la verità risplenderà non appena coscienza e corpo si separano. È importante acquistare molta esperienza di armonia e di equilibrio durante la vita perché coloro che hanno riconosciuto la loro vera natura armonica e bipolare, quando la Chiara Luce Tempestosa appare, si trovano subito a loro agio.
La meditazione fatta durante la vita sarà di grande aiuto quando i Pensieri Luminosi Tranquilli e quelli Tenebrosi Scatenati e Violenti appariranno, la pratica di queste tecniche è di una importanza particolare e deve essere effettuata durante la vita.
Questo testo viene chiamato la Grande Liberazione perché anche coloro che hanno commesso peccati capitali possono essere liberati se arrivano a comprendere l’insegnamento e quindi a ravvedersi in un profondo pentimento.
Leggete dunque questo testo. Divulgatelo. Colui che l’ha ascoltato una volta, anche se non lo ha compreso, se ne ricorderà poi, perché l’intelligenza, dopo il trapasso, è nove volte più lucida, non essendo distratta dai sensi”.
E ora il terzo e ultimo brano, tratto dalla conclusione sugli insegnamenti del testo.
“Per virtù di questi pensieri le anime possono fare grandi progressi lungo l’evoluzione della coscienza, che è detta Il grande cammino ascendente. Le anime ottenebrate per le loro cattive azioni dovranno errare in un luogo basso. Ma, come avviene per i gradini di una scala, vi sono molte possibilità di una risalita. È importante riconoscere i gradini, le anime cadute molto in basso hanno possibilità di risalita se riescono a liberarsi dal terrore. L’anima che ottiene il grande beneficio di un corpo nuovo, libero e perfettamente dotato, potrà nella rinascita incontrare i maestri giusti e ottenere sempre nuovi progressi lungo Il grande cammino ascendente.
Se questa dottrina sarà compresa, darà buoni frutti. Perfino coloro che hanno un grave bagaglio di colpe potranno essere liberati ascoltando e meditando le parole dettate da Me, che sono lo Spirito, la Grande Madre. Le mie parole dirigeranno i pensieri dell’anima fino a raggiungere la Liberazione, poiché, dopo il Bardo, l’anima non dipende più da un corpo fatto di carne e sangue, ma è invece fatta di pensiero soltanto e questo pensiero viene facilmente commosso e diretto alla meta.
[…] Per ottenere questa purezza dovrete seguire alcune regole. Non uccidere nessun animale. Non permettere che qualcuno pianga o gema accanto ai corpi vuoi e inanimati. Impegnare le famiglie a compiere azioni virtuose e non stupide cerimonie funebri. Non inquinare pensieri. Non inquinare cibi, aria, acqua. Non inquinare luoghi. Non mangiare carni. Non separare vita da vita. Essere buoni. Amare, non disprezzare la materia e la carne, ma spiritualizzarla con amore, ripulendola dalle scorie degli errori umani.”
Concluso con Il libro tibetano dei morti di Mario Pincherle, vi do appuntamento al prossimo approfondimento.
Fosco Del Nero
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