Titolo: Il risveglio (The book of awakening).
Autore: Mark Nepo.
Argomenti: spiritualità.
Editore: Tecniche Nuove.
Anno: 2000.
Voto: 4.5.
Approfondimento: qui.
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Il risveglio di Mark Nepo, libro scritto nel 2000 e pubblicato in Italia una decina d’anni dopo da Tecniche Nuove, è un libro piuttosto ponderoso, con le sue oltre cinquecento pagine discretamente fitte. Il titolo del libro, inoltre, è alquanto roboante, e insieme al sottotitolo “Diario di viaggio verso una vita piena, vissuta al presente” promette, o quantomeno ammicca, a un percorso di risveglio, che s’intende quello dell’autore ma anche, per converso, del lettore.
Tuttavia, ho constatato fin da subito che nel testo non solo non c’è un percorso in senso stretto, ma nemmeno una consapevolezza molto elevata, rimanendo a metà strada e ancora ancorato a emozioni basse o intermedie; niente di rarefatto o troppo lavorato, comunque.
Nepo, che si definisce poeta, è coerente in ciò e tende a perifrasi larghe, giri di parole e immagini mentali ed emotive, che peraltro vanno spesso a parare sulle medesime cose e difficoltà (il suo tumore, il suo matrimonio fallito, etc), ma di fatto manca nell’unica cosa che conta, e ne dà prova praticamente in ogni pagina.
Intendiamoci, il libro non è un disastro, e anzi di contenuti validi ne ha, e anche numerose espressioni belle ed efficaci, ma ciò è immerso in contenuti meno validi e in una mole di parole decisamente troppo vasta per quel che offre di sostanzioso il testo, il quale di fatto è una sorta di diario annuale, lungo 365 paragrafi e circa 520 pagine, in cui Mark Nepo parla della sua vita e di ciò che ha realizzato: c’è qualcosa, certamente, ma non molto, cosa che rende il testo adatto per l’appunto a un pubblico medio-basso nel panorama spirituale (quello a metà tra l’intelletto, i drammi emotivi e il desiderio di superare entrambi).
Ogni paragrafo è associato a un esercizio introspettivo, e quindi ce ne sono 365, ma anch’essi mi son parsi deboli e teorici più che sostanziali.
Paradossalmente, ma neanche tanto, c’è più bellezza nelle citazioni altrui proposte, anche perché, oltre a nomi piuttosto prosaici, compaiono i vari Ramana Maharshi, Kabir, Nisargadatta Maharaj… in effetti anche in tale ambito si riflette l’ambivalenza dell’opera, il suo essere a mezza via.
Insomma, Il risveglio di Mark Nepo, che ho fatto fatica a finire un po’ per la sua lunghezza e un po’ per la sua pesantezza, e che ho terminato più che altro come esercizio di volontà (questo, sì, un esercizio vero e proprio), è messo da parte e consigliato solamente a chi desidera un “diario annuale” con un linguaggio tendente all’infiorettamento poetico e con un livello di consapevolezza non troppo sostenuto (sono i più, badate, quindi il testo non è affatto inutile, visto che ogni bocca ha necessità del suo giusto cibo).
Fosco Del Nero
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