Titolo: Il sacro viaggio del guerriero di pace (Sacred journey of the peaceful warrior).
Autore: Dan Millman.
Argomenti: narrativa, crescita personale, spiritualità.
Editore: Edizioni Il Punto d’Incontro.
Anno: 1991.
Voto: 7.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
La via del guerriero di pace di Dan Millman, unitamente alla sua conversione filmica Peaceful warrior, è uno dei libri di crescita personale/spirituale cui sono rimasto più affezionato tra tutti.
Non perché fosse il più importante, ma perché, per la sua combinazione tra forma narrativa e importanza dei contenuti, nonché per la conversione/sintesi proposta dal film (uno dei rari film che non fa rimpiangere il libro di riferimento!), si è dimostrato un testo assai importante… praticamente a livello mondiale.
Quando un libro viene tradotto in una trentina di lingue e vende milioni e milioni di copie, infatti, specialmente se appartiene alla nicchia evolutivo-spirituale, si può star certi che è un libro di valore.
Col doppio valore di sapersi porre a diversi livelli, e quindi di essere cibo adatto a diverse bocche e coscienze.
Nonostante questo, non avevo mai letto nient’altro di Dan Millman, se si eccettua il breve testo illustrato Alla ricerca del castello di cristallo, orientato all’infanzia. Sinora, almeno: ecco che arriva la recensione de Il sacro viaggio del guerriero di pace, che è il secondo testo di Dan Millman e che tratta gli anni su cui, all’interno del primo libro, l’autore aveva saltato in avanti.
Se ne La via del guerriero di pace il maestro di Dan è Socrate, ne Il sacro viaggio del guerriero di pace la maestra è Mama Chia, sorta di sciamana hawaiana.
Sarò sincero: il seguito perde diverse tacche rispetto al primo lavoro, tanto a livello narrativo, quanto a livello contenutistico. Sembra anzi che se ne sia andata parte della “maestria” de La via del guerriero di pace.
Il libro è parecchio lungo per i contenuti esistenziali che offre (non tantissimi), è molto orientato alla spettacolarizzazione (che è esattamente il contrario di quanto fanno i maestri spirituali), ha anche un tono un poco melodrammatico/melenso e a tratti propone concetti contrari alla tradizione spirituale. Inoltre è pieno di errori e refusi, cosa strana per l’editore Il Punto d’Incontro, solitamente più attento.
Il testo offre comunque spunti validi sparsi qui e lì e, nella parte finale, migliora proponendo elementi di maggior valore.
La perdita di “qualità/livello” rispetto a La via del guerriero di pace è però netta… e spero non si tratti di un trend generale visto che, sulla fiducia, avevo acquistato non solo Il sacro viaggio del guerriero di pace, ma anche gli altri seguiti I viaggi di Socrate e Il ritorno del guerriero di pace. Vi dirò se si tratta di mere operazioni di marketing speculativo o se tali testi hanno una ragione d’essere.
Quanto a Il sacro viaggio del guerriero di pace, se ne esce con una valutazione discreta: la lettura ha senso, ma probabilmente non una rilettura futura. In ciò, devo dire anche che parallelamente stavo rileggendo Per diventare un libro vivente, autobiografia di Aivanhov… e la distanza coscienziale tra i due libri si è fatta sentire, a detrimento di quello del comunque buon Dan Millman (il quale comunque negli ultimi quarant’anni ha venduto più di Aivanhov e non può essere sottostimato: ogni pubblico ha il suo giusto insegnante).
Fosco Del Nero
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