Titolo: Il significato esoterico dei Vangeli.
Autore: Fosco Del Nero.
Argomenti: evoluzione personale, esistenza, spiritualità.
Editore: Youcanprint Edizioni.
Anno: 2015.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Dopo aver pubblicato l’articolo di presentazione del mio ultimo libro Il significato esoterico dei Vangeli, eccoci all’articolo di approfondimento, come sempre composto da alcuni brani estrapolati dal libro oggetto dell’articolo.
Ne propongo di seguito alcuni, preceduti dall’argomento affrontato di volta in volta; evito di aggiungere commenti al testo citato giacché non farei altro che commentare me stesso.
Partiamo da un brano sulla fiducia, uno dei temi centrali dei Vangeli e dell’insegnamento di Gesù.
“Nel brano evangelico in cui Gesù cammina sulle acque intanto vediamo come prima cosa che gli apostoli sono turbati e non riconoscono Gesù, proprio come è turbato e non lo vede l’uomo comune (=non vede il potenziale evolutivo dell’energia cristica che Gesù ha incarnato e mostrato al mondo affinché vedesse che quel livello evolutivo era possibile e quindi lo imitasse realizzandolo a sua volta), distratto com’è dalle onde e dal vento contrario della vita.
Come seconda cosa, notiamo che i discepoli si tranquillizzano quando vedono Gesù più da vicino, e quindi non hanno più paura (ancora la contrapposizione tra la paura da un lato e la fiducia dall’altro).
Terzo elemento: ecco che, su invito di Gesù, anche Pietro riesce a camminare sulle acque, mostrando per l’appunto che il destino dell’uomo è quello di diventare un Cristo.
Quarto e ultimo elemento: Gesù ha ben cura di specificare che il fallimento di Pietro nel continuare a camminare sulle acque è derivato dai suoi dubbi (della mente) e dalla sua poca fede (dell’anima). È dunque sempre e solo una questione di fiducia, non di miracoli messianici o di superpoteri di pochi eletti: noi tutti siamo i Pietro chiamati a camminare sulle acque del nostro Regno dei Cieli interiore.”
Contrapposta alla fiducia c’è la paura, che costituisce con la prima una sorta di dualismo. Un altro dualismo ad esse prossimo è quello tra dare e ricevere.
“Abbandoniamo per un poco i vangeli canonici e, a conferma di quanto detto finora della dualità tra paura e fiducia da un lato e dell’identità tra fiducia e amore dall’altro, leggiamo alcune righe tratte da uno dei vangeli gnostici.
Vangelo di Filippo, 62, 0:
«La fede riceve, l’amore dà.
Nessuno può ricevere senza la fede.
Nessuno può dare senza l’amore.»
E notate come questo brevissimo passo, tanto breve quanto intenso, non solo rivela la parentela tra amore e fiducia, ma rivela anche la parentela tra dare e ricevere, che in effetti, energeticamente parlando sono la stessa cosa, anche se spesso la nostra mente le concettualizza in momenti differenti, giacché si perde negli eventi fenomenici del mondo esterno anziché concentrarsi sulle energie interiori.”
Allarghiamo il campo al movimento delle energie.
“Vangelo di Luca, 10, 5:
«In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa”.
Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.»
In queste righe Gesù sintetizza un fatto ben noto negli ambienti esoterico-esistenziali, ossia il fatto che un pensiero e un’emozione diretti a qualcuno – non importa di che tenore vibrazionale, se elevato o basso – raggiungono il bersaglio e lo influenzano solo se esso è energeticamente risonante con la natura del pensiero stesso. Sarebbe a dire che un pensiero caricato di odio raggiungerà il bersaglio solo se esso vibra della stessa natura dell’odio, e che un pensiero caricato d’amore raggiungerà il bersaglio solo se esso è in risonanza con la vibrazione dell’amore. Altrimenti, il pensiero-emozione in questione, seguendo la strada della minor dispersione di energia (proprio come succede in natura), tornerà indietro da chi lo ha emanato… elevato o meno che sia il pensiero offerto.”
Vediamo ora cosa conviene all’uomo dal punto di vista dell’emissione e della ricezione delle energie.
“Chi emette un’energia bassa, di rabbia e odio per fare un esempio, la esperirà di sicuro una volta, ossia nel momento in cui la emette (e ciò andrà a comporre il suo punto attrattivo-vibrazionale), e forse una seconda volta, se il “bersaglio” si è rivelato energeticamente incompatibile; in questi casi, la freccia-energia non vede il bersaglio, che sta proprio su un altro piano di realtà, e quindi torna indietro dal suo “proprietario”.
Se quindi emani un’energia-intenzione di pace e amore, occorre vedere se è destinata a un “figlio della pace”; se sì, egli riceverà la tua benedizione (benedizione=dire il bene), altrimenti non ne sarà purtroppo influenzato, e proseguirà il suo percorso evolutivo per conto suo. Come abbiamo già detto, in un senso molto ampio è sempre una questione di fede e di apertura, che sia all’energia di Gesà o di qualsiasi altra persona.
Ovviamente vale lo stesso per le maledizioni (maledizione=dire il male, ciò che va dal pettegolezzo malevolo alle maledizioni come riti energetici), cosa che ci dice che le energie negative altrui, anche se dirette a noi, non ci possono minimamente toccare se noi siamo su un altro gradino della scala, per così dire, e anche in questo caso torneranno da chi le ha emesse.
Fatto che peraltro ci rende immensamente responsabili delle nostre energie, sia per noi stessi ma anche per gli altri.
Ed ecco quale è il consiglio di Gesù in materia.
Luca, 6, 28:
«Benedite coloro che vi maledicono.»
Tutto ciò ci parla in modo sorprendentemente bello del dare e del ricevere, uno dei temi esistenziali e spirituali più discussi di sempre.”
Ricordiamoci sempre che tutto deriva da un fattore: le vibrazioni interiori della persona. O, per dirla in altro modo, dal suo campo aurico.
“Spetta a noi tanto proteggerci dalle energie basse (e dalle loro manifestazioni fenomeniche), quanto accompagnarci alle energie alte (e alle loro manifestazioni).
Vangelo di Tommaso, 21:
«Cingetevi i fianchi di grande potenza, affinché i ladri non trovino la strada per giungere fino a voi.»
I ladri non sono ovviamente ladri di oggetti fisici, ma sono i predoni delle energie spirituali… che noi stessi invitiamo nella nostra esistenza emanando energie e vibrazioni basse.
Se i nostri fianchi sono circondati di grande potenza, quindi, nessun predone può avvicinarsi a noi. E badate che si parla di vera potenza, non è un modo di dire: la potenza è l’energia, e intorno ai fianchi e all’intero corpo l’energia forma il campo dell’aura, che per l’appunto costituisce il potenziale energetico attrattivo del singolo uomo, anche grazie ai vari sigilli rappresentati dai singoli chakra, ognuno portatore di un’energia e di un apprendimento particolare.
Dice qualcosa di simile anche Luca.
Vangelo di Luca, 12, 35:
«Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le vostre lucerne accese.»
Abbiamo ancora il riferimento al corpo energetico dell’aura… e inoltre un riferimento alle nostre lampade-luci, che naturalmente sono i chakra, i quali sono una sorta di cartina di tornasole del nostro livello di apprendimento in relazione a certe aree tematiche (sopravvivenza e sessualità, emozionalità e gioia, controllo e potere, amore e dolcezza, comunicazione e condivisione, visione interiore, illuminazione e saggezza).”
Ora, per chi non lo avesse ancora capito, ecco un brano sul giudizio.
“Vangelo di Luca, 6, 37:
«Non giudicate e non sarete giudicati. Non condannate e non sarete condannati. Perdonate e vi sarà perdonato. Date e vi sarà dato.
Una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio.»
Questo è forse il caso più clamoroso dei diversi livelli dell’insegnamento di Gesù. O meglio, dei diversi livelli evolutivi cui stanno le persone che leggono tali frasi e conseguentemente dei modi diversi di inquadrarle e comprenderle.
La gran parte delle persone, difatti, le legge con uno sguardo meramente moralistico, del tipo “siate buoni, non fate del male, trattate bene gli altri e non giudicateli”.
Ma l’insegnamento di Gesù va ben oltre, e riguarda la natura stessa dell’esistenza e, ancora una volta, delle energie.
Gesù fa notare come il giudizio che si rivolge agli altri in realtà si sta rivolgendo a se stessi, perché il modo in cui si misura il prossimo è esattamente il modo in cui ci si misura a propria volta. Il giudizio è sempre autogiudizio, e l’autogiudizio è sempre giudizio. Ossia, è la medesima energia, al di là che la singola volta la si applichi a un altro o a sé.
Ed è un’energia di dualità, e anzi l’energia di dualità per eccellenza: giudico, ossia dico il giusto, ossia implico che vi sia un giusto e uno sbagliato… e che io sia in grado di decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato!
Ora, a parte l’arroganza della premessa, il fatto è che chi giudica gli altri si condanna a una vita d’inferno, perché un elevato giudizio esterno corrisponde inevitabilmente a un forte giudizio interno, e quindi a sensi di colpa e senso di inadeguatezza.”
Veniamo ora a ciò che è al contempo un principio dell’esistenza, nonché la missione di Gesù sulla Terra: “come in alto, così in basso”.
“«Come in alto, così in basso» è diventato in ambito cristiano «Come in cielo, così in terra», ma il significato è il medesimo: i due piani di esistenza, il mondo fisico-materiale e il mondo sottile-spirituale si equivalgono, e ciò che avviene in uno si riflette nell’altro. L’equazione perfetta alto-basso si può peraltro intendere anche come dentro-fuori, e anche questo è un tema toccato nei vangeli, soprattutto in quelli gnostici (ma sono convinto che vi siano state cancellazioni nei quattro vangeli canonici anche su questo argomento).
Vangelo di Filippo, 67, 30:
«Il Signore ha detto: “Sono venuto per rendere le cose di quaggiù simili alle cose di lassù, e le cose esterne simili alle cose interne. Sono venuto per unirle”.»
In un paio di righe abbiamo sia il senso della missione di Gesù (rendere le persone consapevoli delle energie interiori e portare in loro l’energia divina… ossia lo stato di consapevolezza evoluto dell’illuminato), sia il collegamento tra il mondo della materia e il mondo dello spirito… nonché il collegamento tra il mondo interiore e gli eventi esteriori, ciò che è la chiave dell’evoluzione spirituale, perché è riconoscendo gli insegnamenti della vita che ci si risveglia.”
E vediamo ora il principio speculare non solo nel senso alto-basso, ma anche in quello dentro-fuori.
“La regola perfetta del fuori che è uguale al dentro viene peraltro espressa in termini da postulato matematico in svariati vangeli e in vari punti. Matteo ci dà due versioni del medesimo postulato.
Vangelo di Matteo, 12, 33:
«Se prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono.
Se prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo.
Dal frutto infatti si riconosce l’albero, poiché la bocca parla dalla pienezza del cuore.»
Vangelo di Matteo, 7, 17:
«Ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi. Un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.»
La bocca fa uscire fuori ciò che c’è dentro al cuore, i frutti sono relativi all’albero, e il fuori è sempre specchio perfetto del dentro.
Cosa ovvia, peraltro, ma purtroppo l’uomo tende a dimenticarsi le cose ovvie perso nell’analisi della sua mente, per cui occorre che ci riprendiamo i testi di duemila anni fa e li rileggiamo meglio.
La dinamica dentro-fuori, ossia lo specchio perfetto che il mondo materiale esteriore dà del mondo interiore, ci viene proposta, e in modo bellissimo, da Tommaso.
Vangelo di Tommaso, 5:
«Gesù disse: “Conosci ciò che ti sta davanti, e ti si manifesterà ciò che ti è nascosto. Giacché non vi è nulla di nascosto che non sarà manifestato”.»
Non poteva mancare qualche riferimento alla questione della dualità e dell’unità.
“Vangelo di Filippo, 67, 30:
«Il Signore ha detto: “Sono venuto per rendere le cose di quaggiù simili alle cose di lassù, e le cose esterne simili alle cose interne. Sono venuto per unirle”.»
In un paio di righe abbiamo sia il senso della missione di Gesù (rendere le persone consapevoli delle energie interiori e portare in loro l’energia divina… ossia lo stato di consapevolezza evoluto dell’illuminato), sia il collegamento tra il mondo della materia e il mondo dello spirito… nonché il collegamento tra il mondo interiore e gli eventi esteriori, ciò che è la chiave dell’evoluzione spirituale, perché è riconoscendo gli insegnamenti della vita che ci si risveglia.
In pratica abbiamo un “Come in alto, così in basso; come dentro, così fuori” in piena regola.”
Tale questione può anche essere riscritta così: ego o unità.
“Vangelo di Luca, 6, 29:
«A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra.»
Ossia: non cadere nelle trappole del mondo e della dualità dell’ego. L’offesa dell’ego-personalità è tale solo se si vive dentro la dualità e la divisione, altrimenti decade, e non vi è sofferenza alcuna.
Il porgere l’altra guancia non rappresenta né debolezza, né sottomissione, ma è proprio un distacco dalle cose dell’ego, che sono cose della dualità, perché solo l’ego, essendo diviso in se stesso (destra e sinistra, sopra e sotto, dentro e fuori), vede divisione anche fuori di sé… e questo è l’esempio più bello e magnificente del dualismo dentro-fuori.
Se si supera la divisione, di guancia non se ne porge una, ma si porgono entrambe, semplicemente perché le guance non esistono più.
Quando si supera la dualità, nel passaggio dalla personalità-ego all’anima, ci si situa nel fatidico punto centrale, che è punto centrale sia nell’essere al centro dell’esistenza (perché se ne fa finalmente parte), sia nell’essere al centro del tempo (ossia nel momento presente), sia nell’essere al centro delle energie (senza avere più squilibri verso un estremo o verso l’altro della banda energetica, cosa che costringe l’esistenza a portarci eventi utili a capire e risolvere il nostro squilibrio energetico interiore).
Viviamo in un universo duale, e con un corpo duale, proprio per padroneggiare e quindi superare la dualità-divisione.
Marco, 3, 24:
«Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi.»”
Ancora una volta: o dualità o unità, le scelte sono queste.
“Nel Vangelo di Tommaso Gesù risponde alla solita domanda su come entrare nel Regno dei Cieli, ossia su come addivenire a uno stato di consapevolezza interiore elevata, ossia su come raggiungere l’illuminazione, ossia su come ritornare in contatto con l’energia divina. La risposta di Gesù è, ancora una volta, di una bellezza disarmante.
Vangelo di Tommaso, 22:
«Gesù rispose loro: “Allorché di due farete uno, allorché farete la parte interna come l’esterna, la parte esterna come l’interna e la parte superiore come l’inferiore, allorché del maschio e della femmina farete un unico essere sicché non vi sia più né maschio né femmina, allora entrerete nel Regno”.»
Ritorna dunque la questione della dualità, e ritorna in modo prepotente: due e uno, interno ed esterno, superiore e inferiore, maschio e femmina: questo è il passaggio dall’ego, che giudica e divide perché è egli stesso diviso al suo interno, all’anima, che viceversa si sente in contatto col tutto, con l’energia divina che permea tutta la creazione, e che quindi ha risolto tali dualità… non distruggendo una delle due parti, ma riunificandole in modo da non avere più dualità (umane), ma solo l’unità (divina).”
Bene, e con Il significato esoterico dei Vangeli abbiamo concluso.
Al prossimo articolo e buone cose a tutti.
Fosco Del Nero
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