Titolo: L’insegnamento spirituale di Ramana Maharshi (The spiritual teaching of Ramana Maharshi).
Autore: Sri Ramana Maharshi.
Argomenti: esistenza, spiritualità, advaita vedanta.
Editore: Mediterranee Edizioni.
Anno: 1972.
Voto: 8.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Eccoci qui con l’articolo di approfondimento dedicato al libro L’insegnamento spirituale di Ramana Maharshi, il quale, va da sé, contiene gli insegnamenti del maestro indiano Ramana Maharshi, forse il maestro dell’advaita vedanta più famoso.
Il fatto che si tratti di un maestro si evince anche dal numero impressionante di spunti di valore; non dico ogni riga e ogni frase, ma quasi, con volumi che finora ho toccato solamente con Osho e Aivanhov, giusto per la cronaca… ed erano altri due che la sapevano lunga.
Partiamo dalle basi di Sri Ramana Maharishi: l’auto-investigazione con il quesito principe.
“Per raggiungere quella felicità che costituisce la propria natura e che viene vissuta nello stato di sonno profondo, in cui si arresta ogni processo mentale, si dovrebbe conoscere il proprio Sé. Il mezzo principale che conduce a questo scopo è la via della conoscenza: l’interrogativo “Chi sono io?”.”
Continuiamo con un altro caposaldo: la mente, i pensieri, il mondo di sogno, il sogno e il Sé.
“Cos’è la mente?
Ciò che viene chiamato “mente” è uno straordinario potere che risiede nel Sé e fa sì che si originino tutti i pensieri. Senza i pensieri non può esistere la mente, giacché i pensieri sono il suo elemento costitutivo. Senza i pensieri non esiste neppure alcuna entità autonoma chiamata “mondo”.
Nello stato di sonno profondo i pensieri si arrestano e il mondo non esiste. Nello stato di veglia e di sogno, tornano ad esserci i pensieri ed anche il mondo. Proprio come il ragno, che estrae dal proprio corpo il filo con cui dapprima tesse la ragnatela e poi ricaccia nuovamente quel filo dentro di sé, così la mente proietta il mondo all’esterno e si risolve nel mondo.
Quando la mente esce dal Sé, appare il mondo. Pertanto, quando il mondo appare (come reale), il Sé scompare e quando, viceversa, appare (splende) il Sé, il mondo scompare.”
Giusto per essere chiari su come il maestro indiano considera il mondo materiale…
“Si dovrebbe considerare il mondo nient’altro che un sogno.”
Da tale sogno derivano problemi, drammi… e, in un certo momento, il risveglio.
“L’origine di tutti i problemi è la comparsa di un ego ingannevole, ottuso eppure intelligente, e soltanto sopprimendo questo ego, qualunque siano i mezzi impiegati, che tutto ciò che esiste verrà visto nella sua vera essenza.
In questo consiste, appunto, la liberazione (moksha).”
Da tale premessa, ecco il modo migliore e più efficace in cui vivere la vita: il modo del testimone.
“Il saggio sa che ogni azione ha semplicemente luogo in sua presenza e che lui non fa nulla.
Egli è quindi il testimone silenzioso di tutte le attività che si svolgono.”
L’approccio migliore comprende la solitudine, intesa come presenza interiore ininterrotta, che ovviamente dipende solo dal dentro, e mai dal fuori.
“La solitudine è nella mente dell’uomo. La solitudine è un atteggiamento mentale.
Un uomo attaccato all’esistenza materiale non potrà mai stare in solitudine, dovunque vada.
Un uomo distaccato è sempre in solitudine.”
Torniamo per un attimo al sonno e alla coscienza.
“È esperienza di ogni uomo che, nello stato di sonno profondo o quando perde i sensi, quando scompare tutto l’universo, mobile e immobile, a cominciare dalla terra e a finire all’immanifesto, egli non scompare.
Lo stato di puro essere che è comune a tutti e che viene vissuto direttamente da ciascuno è, dunque, la propria vera natura.”
Quando l’essere umano raggiunge la gloria? Ce lo dice Ramana Maharishi (e non solo lui a dire il vero): quando sparisce.
“Capirai a tempo debito che la tua gloria sta nel punto in cui cessi di esistere.
Per conquistare quella condizione, dovresti rinunciare a te stesso.”
Come si fa a far sparire ego e mente? Indagando senza sosta.
“Indaga su cosa è la mente e questa scomparirà.
Quando la mente scomparirà, realizzerai la Pace Eterna.”
Finché l’indagine non è conclusa, si è soggetti alla sofferenza del mondo materiale.
“La causa della tua infelicità non è nell’esistenza, ma in te stesso sotto forma di ego.
Tutta l’infelicità è frutto dell’ego, da questo derivano tutti i tuoi problemi.
Se negassi l’ego e lo bruciassi ignorandolo, saresti libero.”
La mente, dal canto suo, si rivela totalmente inutile nell’indagare l’essenza, giacché si tratta proprio di ambiti diversi, e nell’ambito dell’essenza la mente è fuori posto.
“Non è presuntuoso da parte dell’intelletto esprimere giudizi su qualcosa di cui esso stesso non è altro che una modesta manifestazione e da cui gli deriva la poca luce che ha?
Come può l’intelletto, a cui mai è dato di raggiungere il Sé, essere in grado di verificare e tanto meno di stabilire la natura dello stato ultimo della realizzazione? È come cercare di misurare la luce del sole prendendo come campione la luce di una candela. La cera si scioglierebbe se si esponesse la candela al sole.
Invece di indugiare in vane speculazioni, dedicati qui e ora alla ricerca della Verità.”
Ancora sulla mente che cerca di indagare il mondo e la realtà: è un paradosso irrisolvibile.
“Come può la mente, che ha creato da sé il mondo, accettarne l’irrealtà? Questo è il significato del paragone fatto tra il mondo dello stato di veglia e il mondo dei sogni. Entrambi sono creazione della mente e finché la mente è presa dall’uno o dall’altro, è incapace di negare la realtà del mondo dei sogni quando sogna, e quella del mondo dello stato di veglia quando è sveglia.
Se, invece allontanassi completamente la tua mente dal mondo e la rivolgessi interiormente, vale a dire se fossi sempre consapevole del Sé, che è il sostrato di tutta l’esperienza, scopriresti che il mondo, che è la sola cosa di cui sei ora consapevole, è irreale quanto il mondo di tuoi sogni.”
Il punto importante tra consapevolezza e inconsapevolezza in poche parole si decide nella direzione verso cui è rivolta l’attenzione.
“L’inconsapevole vede soltanto la mente, che è solo il riflesso della luce della pura Coscienza che nasce dal Cuore. Egli, dunque, ignora il Cuore stesso.
Perché?
Perché la sua mente è rivolta all’esterno e non ha mai ricercato la propria fonte.”
Alla fine il punto è sempre il solito: l’agitazione interiore terminerà solo quando terminerà la mente ed emergerà il Sé.
“Il tuo stato di veglia è soltanto l’agitazione della tua mente inquieta.”
Con L’insegnamento spirituale di Ramana Maharshi di Sri Ramana Maharshi abbiamo infine terminato.
Al prossimo approfondimento.
Fosco Del Nero
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