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Io sono il padrone della mia anima – Salvatore Brizzi (approfondimento)

20 Nov 2023 | Crescita personale, Esistenza, Spiritualità

Product by:
Salvatore Brizzi

Reviewed by:
Rating:
5
On 20 Novembre 2023
Last modified:20 Novembre 2023

Summary:

Eccoci qui con l’approfondimento dedicato a "Io sono il padrone della mia anima".
Come sempre, quando si tratta di Salvatore Brizzi, gli spunti di valore sono molti...

Io sono il padrone della mia anima - Salvatore Brizzi (esistenza)Titolo Io sono il padrone della mia anima.
Autore: Salvatore Brizzi.
Argomenti: esistenza, crescita personale, spiritualità.
Editore: Antipodi Edizioni.
Anno: 2020.
Voto: 8.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libri, Amazon.

 

Eccoci qui con l’approfondimento dedicato a Io sono il padrone della mia anima. Come sempre, quando si tratta di Salvatore Brizzi, gli spunti di valore sono molti, per cui per la compilazione di questo articolo di approfondimento c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Partiamo con un brano, molto attuale, sui punti di riferimento esterni e sulla coscienza della massa.
“Alle masse vengono dati punti di riferimento esterni, non interni! Ed è giusto che sia così perché la folla non è in grado di guardarsi dentro, è estro-versa (rivolta all’esterno) per sua natura.
Un dio, un messia, il denaro, la carriera, lo stato, la scienza, persino la famiglia, sono tutti punti di riferimento esterni, illusorie sicurezze interiori.
Ti sei accorto che i dogmi della scienza hanno preso il posto dei dogmi della religione nella coscienza delle masse? I nuovi sacerdoti, davanti a cui il popolo ignorante si prostrerà, saranno i medici.
Il punto è che l’individuo non sente ancora la voce della sua interiorità. Può solo credere in qualcosa sul piano mentale, può solo affidarsi a qualcuno che lo guidi – che sia lo scienziato o il prete – ma non può ancora sentire la forza della propria anima.”

Faccio seguire una citazione dall’aria piuttosto dura, ma al contempo educativa. Come si dice… severo, ma giusto. Tanto giusto che, in un articolo di ormai parecchi anni fa (Sovranità personale e sovranità monetaria), espressi il medesimo concetto, sulla sovranità interiore-esteriore.
“È giusto che tu sia povero, perché sei un servo… sei un servo interiormente… un dipendente.
E non puoi ottenere all’esterno ciò che non sei già all’interno.
Lo stato ti opprime e ti vessa con le tasse perché tu sei un suddito, possiedi la psicologia dell’asservito.
Le grandi aziende ti sfruttano perché tu sei un piegato.
Non cercare all’esterno di te le giustificazioni per la tua condizione!”

Ancora sul riflesso del mondo esterno.
“Il mondo è un tuo riflesso. Lo crei proiettando fuori ciò che sei dentro. Lo stai facendo anche in questo momento, consciamente o inconsciamente non importa. Ciò che sembra accadere a te in verità accade dentro di te. Non trovare giustificazioni alla tua povertà in un mondo esterno che tu stesso stai plasmando a ogni istante. Tu ne sei il responsabile unico. Non sei ricco nella materia solo perché ancora non conosci la ricchezza del tuo essere.
La dipendenza non è una situazione lavorativa, ma uno stato interiore, uno stato della tua psiche. Sei dipendente psicologicamente… e come conseguenza di questo, lo sei anche materialmente. Lo stato di dipendenza riflette una mente preoccupata per il futuro, che vive nel dubbio e nell’insicurezza.”

Segue ora, sempre tratto da Io sono il padrone della mia anima, un brano molto interessante sul senso di responsabilità (ovviamente connesso a quanto si diceva poc’anzi, e anche su questo ho un mio vecchio articolo da mostrarvi: Vuoi prenderti la responsabilità della tua vita?).
“La responsabilità non è qualcosa di astratto, ma di eminentemente fisico. Se il tuo apparato psicofisico non è in grado di reggerla, non puoi assumere su di te una dose troppo grande di responsabilità… e quindi di ricchezza.
Anche per reggere la ricchezza, infatti, devi aver sviluppato un sistema nervoso adatto. Solo chi riesce a portare sulle sue spalle un ben definito grado di responsabilità, ottiene un grado corrispondente di ricchezza… che è sempre commisurata alla responsabilità di cui può farsi carico il suo Cuore.
Vincere alla lotteria, ereditare l’azienda di famiglia… significa venire sottoposti a un voltaggio elettrico troppo elevato; è come mettere le dita bagnate dentro a una presa di corrente: vieni bruciato, il tuo sistema nervoso salta.
Un’eredità o una vincita alla lotteria spingono l’intero tuo apparato psicofisico al limite della sopportazione, proprio affinché tu possa conformare il tuo essere alla nuova ricchezza materiale. L’esistenza ti sta aiutando, ma non come pensi tu, regalandoti dei soldi, bensì costringendoti a una trasformazione, al fine di divenire all’altezza del nuovo status economico.
Tu puoi ereditare un’azienda, cioè una ricchezza materiale, ma raramente erediti anche la visione che ha portato alla creazione di quell’azienda. Un’impresa non è retta dal denaro o dalle persone che ci lavorano, ma esclusivamente dalla visione del suo creatore e dall’integrità con cui tale visione viene portata avanti da lui stesso e poi dai continuatori. E questo non può essere ereditato in maniera meccanica.”

Propongo di seguito un brano sull’Uno e sull’Unità.
“Te lo spiegherò in questo modo: la dualità soggetto/oggetto è illusoria, la differenza fra soggetto che percepisce e mondo che viene percepito è solo apparente. Tu credi di essere un’entità pensante confinata dentro un corpo, e ti illudi che fuori dai confini della tua pelle esista il mondo esterno. Questo è l’inganno degli inganni, la trappola di cui è schiava l’umanità.
In verità, esiste solo l’Unità, l’Uno… e tu sei questo Uno.
Il problema è che non ne sei ancora cosciente e ti identifichi solo con una piccola parte di esso, il 5% di te che risiede nel tuo apparato psicofisico, mentre tutto il resto lo releghi nel tuo inconscio.
I tuoi stati inconsci – cioè quelle parti dell’Uno di cui non sei consapevole perché non li hai ancora inglobati dentro di te – creano la tua attuale realtà giorno per giorno, senza che tu te ne renda conto. Nella misura in cui ti identifichi con l’Uno, sei cosciente di essere tu l’unico vero creatore, ma nella misura in cui ti identifichi con il 5% dell’Uno, un piccolo apparato psicofisico, è il tuo inconscio a creare per te, e tu subisci ciò che accade nella tua vita.
Se vuoi divenire cosciente di essere il creatore, devi slittare dall’Io all’Uno, dalla parte al tutto, dalla personalità all’anima, dal 5% al 100%, dalla circonferenza al centro. Allora sentirai di essere l’unico vero artefice di tutto quanto ti circonda.”

Andiamo a concludere: la penultima citazione afferisce al principio di perfezione cosmico.
“L’universo non è mai ingiusto.
L’universo ti guarda dentro, dove nemmeno tu osi guardare, e poi proietta intorno a te la realtà che ti è più utile per crescere.
L’universo sa tutto di te, sa cosa si annida nel tuo intimo. Non puoi nasconderti da nessuna parte. Tu credi di poter fare quello che vuoi quando nessuno ti vede? Tu credi che nessuno si accorga delle motivazioni per cui compi certe azioni o pronunci certe parole? Pensi che le tue paure e i tuoi giudizi possano restare nascosti dentro di te?
Beh… sappi che non è così.”

L’ultima, invece, ci parla dell’insensatezza della lamentela (altro mio articolo, a riprova del fatto che i temi importanti son questi: La trappola della spiritualità e della lamentela).
“Chi si lamenta del suo destino si lamenta della sua pochezza interiore, essendo il destino che ci creiamo un prolungamento di ciò che siamo.
Lamentandoti, stai sputando sullo specchio che riflette la tua stessa immagine.”

Abbiamo terminato con Io sono il padrone della mia anima di Salvatore Brizzi.
Al prossimo approfondimento.

Fosco Del Nero

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