Titolo: L’idealismo magico.
Autore: Julius Evola.
Argomenti: filosofia, esoterismo.
Editore: Macro Edizioni.
Anno: 1925.
Voto: 4.5.
Approfondimento: qui.
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Non avevo mai letto niente di Julis Evola (il cui nome anagrafico era Giulio Cesare Andrea Evola), a dispetto della grande fama dell’autore, un vero e proprio autore di culto nella nicchia dell’esoterismo.
In verità non ne sono mai stato attratto (né dall’esoterismo classico, né da Evola), ma ho deciso di fare un tentativo per curiosità, e nel dettaglio col libro L’idealismo magico, datato 1925… quasi un secolo fa, dunque.

Essenzialmente, si tratta di una serie di saggi su vari argomenti: lo spirito contemporaneo (ossia di un secolo fa), l’io, filosofia, arte, etc.

Tutti quanti accomunati da una fortissima tendenza mentale e cerebrale, tipica di coloro che provengono o ancora frequentano gli ambienti intellettuali (esterni ma soprattutto interni), col risultato che il testo è pesantissimo sia nel linguaggio sia nel suo essere ponderoso e complicato.

Esattamente il contrario di quel che intendo per percorso evolutivo-spirituale.

D’altronde, in parte la cosa non stupisce: l’italiano di un secolo fa era assai diverso da quello odierno; in certi ambienti si parlava apposta in modo complicato per darsi un tono, le frequentazioni filosofiche portano a un certo tipo di eloquio, di citazioni e di percorsi, l’esoterismo di allora era molto più mentale e meno spirituale di quello odierno, se si capisce ciò che intendo.
Inoltre, all’epoca della scrittura Evola aveva appena ventisette anni: da un lato la cosa è notevole, giacché egli aveva evidentemente un fortissimo slancio e una già consolidata cultura in ambito filosofico-teorico; dall’altro la cosa rivela una realizzazione interiore ancora carente.

Ad ogni modo, ventisette anni o meno, con buona probabilità non leggerò più nient’altro di Julius Evola. Se ritengo L’idealismo magico poco utile, oltre che noiosissimo, non gli assegno una valutazione più bassa, attribuita ad altri testi, solo perché, in fin dei conti, è innocuo, e anzi contiene svariati spunti validi, specialmente nella prima parte del testo, pur se immersi in un mare di elucubrazioni e concettosità; il libro potrebbe persino essere adatto a un certo tipo di pubblico ancora molto mental-filosofico… anche se, onestamente, mi sembra oramai anacronistico, com’è connesso a un mondo ormai sparito, e a livello linguistico e a livello esoterico.

Se tuttavia il lettore possiede questo tipo di impostazione cerebral-conoscitiva, e piuttosto marcata, può tranquillamente aggiungere uno o persino due punti alla valutazione: di sapienza nel testo ce n’è e ogni tanto affiora.

Fosco Del Nero

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