Titolo: La magia della luna (Moon magic).
Autore: Dion Fortune.
Argomenti: narrativa, esoterismo, esistenza, magia.
Editore: Venexia Edizioni.
Anno: 1946.
Voto: 7.5.
Approfondimento: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Di recente avevo letto un libro di narrativa che mi era piaciuto molto: si trattava de I segreti di Taverner, dottore dell’occulto, di Dion Fortune, autrice che, pur conoscendola di fama da lungo tempo, leggevo per la prima volta.
Il libro mi è piaciuto molto, col suo mix esplicito ma comunque dolce tra episodi di vita e principi esistenziali ed esoterici, tanto che ho deciso di leggermi qualcos’altro dell’autrice.
Questo qualcos’altro risponde al nome de La magia della luna…
… anche se a posteriori non si è trattato della miglior scelta, dal momento che mi sono reso conto solo una volta preso in mano il libro che non si trattava del primo libro dedicato dall’autrice alla figura di Vivien Le Fay Morgan (c’era prima La sacerdotessa del mare, e forse anche qualcos’altro).
E che, per di più, al libro mancava il finale, visto che l’autrice era morta mentre lo scriveva!
Insomma, non il massimo come esordio.
Tuttavia, il libro me lo sono letto tutto, e con discreto piacere.
Anche se devo dire di aver preferito I segreti di Taverner, che peraltro non era un romanzo come questo, ma una serie di racconti.
In breve, La magia della luna, datato 1946 (che per l’appunto è l’anno della morte della maga-esoterista gallese, che peraltro all’anagrafe è nata Violet Mary Firth) esplora il tema dell’unione delle energie maschile e femminile, con i due protagonisti che, lungi dall’essere due persone normali, vestono i panni della sacerdotessa e del sacerdote… che si rincontrano in questa vita dopo un burrascoso incontro in un’altra, la quale è proprio il motivo di tale incontro e del sacrificio di lui da parte di lei.
Ma attenzione, perché non si tratta di un sacrificio come umanamente-egoicamente inteso, bensì di qualcosa di assai differente, che rientra nel percorso evolutivo della persona e che, se da un lato toglie qualcosa (all’ego), dall’altro dà qualcosa (all’anima).
In pratica, nel testo non ci sono che i due personaggi principali, da un lato Vivien Le Fay Morgan e dall’altro Rupert Malcolm, più un paio di altri comprimari.
In effetti, la storia è molto povera come personaggi e ambientazione; non c’è varietà e non c’è una trama in senso stretto… ma c’è solo l’opera alchemico-magica portata avanti da Vivien Le Fay, con tanto di descrizione di riti magici.
Vedete-sentite voi se questo libro di Dion Fortune vi interessa o meno.
Di mio, l’ho gradito abbastanza, pur se forse speravo in qualcosa di ancora migliore.
Tuttavia, al di là della povertà della sceneggiatura, e al di là dell’interesse o meno che possono suscitare i vari riti descritti, vi è nel testo qualcosa di grande valore: una descrizione “viva” (non da testo di saggistica, dunque) dell’amore incondizionato tra due persone, uno dei principali obiettivi evolutivi dell’attuale umanità, nonché un livello di fiducia nella perfezione esistenza pressoché totale… ed entrambe sono lezioni evolutive non di poco conto.
Fosco Del Nero
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