Titolo: La realtà sconosciuta – Volume primo (The unknown reality – Vol. 1).
Autore: Jane Roberts, Seth.
Argomenti: canalizzazione, new age, esistenza.
Editore: Edizioni Mediterranee.
Anno: 1977.
Voto: 4.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
L’approfondimento di oggi è dedicato al libro La realtà sconosciuta – Volume primo, scritto da Jane Roberts. O da Seth, se si vuole prendere in considerazione la questione della canalizzazione.
Noi non lo facciamo, e ci limitiamo a evidenziare qualche spunto interessante tratto dal libro, genericamente deludente ma non del tutto inutile.
Il primo brano evidenzia che il percorso, sia dei singoli individui che della società, è il risultato di ciò che si crede a livello mentale. Se la concezione originale è limitata, sarà limitato anche tutto quanto ne discenderà, dalle religioni alla scienza.
“Le vostre concezioni di personalità vi stanno limitando sia come individui sia come società, eppure le vostre religioni, la metafisica, la storia e la vostra scienza dipendono da chi e cosa credete di essere.
Le varie psicologie non vi spiegano la vostra vera realtà. Non possono contenere la vostra esperienza. Le vostre religioni non vi spiegano la vostra realtà evolutiva, e ugualmente la vostra scienza vi lascia all’oscuro sulla natura dell’universo in cui vivete.”
La seconda citazione applica il principio di perfezione alla scelta dell’incarnazione in una certa famiglia.
“Ogni persona sceglie i propri genitori, accettando in termini di ambiente e di retaggio una serie di caratteristiche, attitudini e doti da cui attingere durante la vita fisica.
Quindi c’è sempre una ragione, e ciascun genitore rappresenta per ogni bambino un simbolo occulto.”
Proseguiamo: il corpo fisico e il percorso coscienziale procedono di pari passo.
“Lo spirituale non può essere separato dal biologico.
I loro scopi e le loro realtà si fondono.”
Il successo brano estrapolato da La realtà sconosciuta – Volume primo è piuttosto interessante: l’umanità deve raggiungere a livello sociale la medesima vicinanza che c’è tra le cellule di un corpo… compresi gli animali e la natura tutta.
“In termini sociali, dovete raggiungere lo stesso genere di fratellanza che possiedono le vostre cellule; per questo non comprendete che l’esperienza del mondo è intimamente collegata con la vostra esperienza personale.
Se vi bruciate un dito, questo fa subito male. il vostro corpo dà inizio immediato ad una impresa in cooperativa, in cui si tentano degli adattamenti affinché la ferità cominci a guarire.
Se parte della razza soffre, ci vorrà forse del tempo prima che “voi” sentiate il dolore, ma l’intero meccanismo inconscio della specie tenterà di guarire le ferite.
Potete facilitare consciamente questo processo di sviluppo e riconoscere la vostra fratellanza con tutte le altre creature viventi. Se fate questo, la guarigione può avvenire molto più in fretta.
Esiste una fratellanza biologica, una intesa a livello cellulare, che unisce tutti gli individui della specie l’uno con l’altro. Esiste in tutte le specie e congiunge tutte le specie.
L’intera razza soffre quando qualcuno dei suoi membri muore di fame o di malattia, come anche una intera pianta soffre se alcune delle foglie sono “infelici”. Ugualmente, tutti i membri della specie traggono beneficio dalla serenità, salute e realizzazione di qualunque individuo tra coloro che la compongono.”
Il nostro percorso influenza il percorso dell’intera specie.
“Le vostre personali e più intime decisioni influenzano la specie.
Siete i creatori di voi stessi nello spazio e nel tempo.
Avete una parte nella vasta creatività dell’esperienza umana.”
Conoscenza e distruzione sono antipodi l’uno rispetto all’altro, e così coscienza e rispetto per la vita… con buona pace della “scienza occidentale”, o della “medicina occidentale”, basata in larga parte sulla distruzione.
“In molti casi i vostri scienziati sembrano avere la bizzarra idea che possiate comprendere la realtà distruggendola; che possiate comprendere il meccanismo vitale di un animale uccidendolo; o che possiate esaminare con accuratezza un fenomeno, rimanendo ben separati da esso. Così ,spesso, cercate di studiare la composizione del cervello umano distruggendo cervelli di animali, separando parti del cervello animale dai suoi componenti, isolandole e compromettendo sia l’integrità generale dell’animale in questione, sia il vostro progresso spirituale. Ciascuno di tali tentativi vi mette fuori strada, sia con voi stessi che con l’ambiente e con le altre specie.
Mentre potreste “imparare” alcuni cosiddetti fatti, siete trascinati ancora più lontano da qualsiasi conoscenza superiore, perché i cosiddetti fatti intralciano il vostro cammino.
Voi non comprendete anche che la coscienza è Una.
È assurdo credere che possiate imparare qualcosa sulla coscienza mediante la sua distruzione. È impossibile credere che possiate sapere una minima informazione sulla realtà della vita quando la vostra ricerca vi spinge a distruggerla. La devastazione, come la intendete voi, presuppone, tanto per cominciare, una interpretazione errata della vita.”
Ancora su conoscenza, salute, rispetto o devastazione della natura.
“Se non sentiste la necessità di uccidere animali per acquistare conoscenza, allora non avreste neanche le guerre. Capireste meglio l’equilibrio della natura.
Se non aveste alcun bisogno di devastare la realtà, per cercare di comprenderla, allora non avreste bisogno di dissezionare animali, sperando di scoprire le cause delle malattie umane. Già da molto tempo avreste acquistato una conoscenza viva, per cui tali malattie non avrebbero ragione di esistere. Avreste capito da tanto tempo la relazione tra corpo e mente, sentimenti e salute o malattia.”
Concludiamo con un brano assai pratico: chi vuole imparare la salute deve andare da chi ha incarnato la salute… e non da chi studia le malattie e non è in grado di dimostrare un livello di salute e di vitalità superiore.
“Le persone insoddisfatte non vi possono insegnare ad essere felici. I malati non possono dirvi come stare bene. tra gli psichiatri c’è un alto livello di suicidi. Come potete pensare che loro vi possano aiutare a vivere serenamente, o ad incrementare la vostra vitalità? I medici non sono, di gran lunga, tra le persone più sane. Perché pensate che possano curarvi?
La vera professione medica sarebbe, letteralmente, il mestiere della salute. Cercherebbe persone sane e imparerebbe da loro come promuovere uno stato di salute e non come classificare le malattie.
Questo a livello superficiale, però. Una vera professione della salute sarebbe in rapporto intimo con la potenza della psiche atta a guarire il corpo. Esso terrebbe presente le correlazioni esistenti tra i desideri, le opinioni, l’attività della mente cosciente ed i suoi effetti sul comportamento cellulare.”
Con La realtà sconosciuta – Volume primo, di Jane Roberts, abbiamo terminato.
Alla prossima occasione.
Fosco Del Nero
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