Titolo: La rete neurale che permette levitazione di Buddha (Buddha’s neuronet for levitation).
Autore: Ramtha.
Argomenti: esistenza.
Editore: Macro Edizioni.
Anno: 1996.
Voto: 4.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Quest’oggi siamo qui con l’approfondimento de La rete neurale che permette levitazione di Buddha, ennesimo libriccino tratto dalla collana Davanti al caminetto, di Ramtha.
Non ho ricavato molte citazioni utili dal testo in questione… ma qualcosa pur c’è.
Partiamo con un brano sul passato e sul fatto che occorra “sconfiggere il passato”.
“Se vi accingete a essere realmente maestri della superconsapevolezza, dovete essere i maestri del tempo. E ciò include il fardello del proprio passato, poiché il passato è come indossare dei vecchi vestiti che non cambiate mai e tuttavia vi chiedete perché mai avete sempre un cattivo odore.
Il vostro passato puzza allo stesso modo e voi continuate a tenervelo ben calcato addosso.”
Segue ora un lungo invito di Ramtha allo studio e all’utilizzo del cervello-potenziale umano.
“Il cervello giallo è uno spazio per uffici gigantesco e vuoto, in attesa di essere riempito di biblioteche di conoscenza.
Quindi dovreste studiare la meccanica quantistica; fatelo assolutamente. Dovreste studiare una lingua straniera. Dovreste imparare a suonare degli strumenti musicali perché questo aiuta a sviluppare simultaneamente la parte destra e sinistra del cervello. Dovreste imparare il più possibile sul cervello, sulle cellule, sugli ormoni. Quello che non sapete, andate a leggere e scopritelo, e prendete appunti e studiateli.
Alla fine del vostro studio fate una vignetta per descrivere quello che avete imparato. Se lo fate, il vostro cervello si arricchisce.
Il cervello giallo fino a questo punto ha una quantità miserevole di conoscenza. È soltanto posseduto dalle vostre abitudini. Lo usate per conformarvi a un rituale giornaliero; è tutto lì l’uso che ne fate. Lo usate per la vostra sessualità, lo usate per il vostro aspetto esteriore, lo usate per la vostra immagine, ma non lo usate per la conoscenza e non lo usate per cambiare la vostra vita.”
Passiamo alla meditazione; o, meglio al simbolo del loto dai mille petali.
“La meditazione focalizzata sul fiore di loto di mille petali, quando ci si focalizza intensamente e ripetitivamente giorno dopo giorno, porta all’illuminazione.
È interessante che un fiore debba portare all’illuminazione, ma cos’è che stanno tentando di dirci attraverso i secoli per mezzo del simbolismo?
Semplicemente questo: che se uno studente della mente lavora ogni giorno nella mente dispiegando i petali di un loto cosicché il loto diventi sempre più grande, esiste una promessa, che nel centro del loro si troverà il gioiello del loto.”
Passiamo a un esercizio suggerito nel testo: una sorta di sostituzione degli elementi emozionali bassi con qualcosa di superiore (un’energia superiore, un’immagine spirituale simbolica).
“Quando la mancanza comincia ad apparire come un’emozione, loro la sostituiscono con un nuovo pensiero e continuano a focalizzarsi su di esso finché non viene scollegata. Allora lentamente il corpo emozionale inizia a ritirarsi.
Così la volta seguente in cui cominciano a sentirsi gelosi o invidiosi, hanno già pronta la visione di un fiore di loto. E quando di nuovo iniziano a sentire quello, quando incominciano ad arrabbiarsi emozionalmente, prendono a focalizzarsi su questa carta o su questa forma-pensiero costringendo il loro cervello a scollegarsi e a spostarsi nella costruzione di questa cattedrale, e man mano che la costruiscono, il corpo emozionale incomincia a ritirarsi.
E può darsi che debbano farlo per trenta giorni, ma in capo a trenta giorni avranno finalmente trasformato in saggezza il conflitto della rete neurale.”
Penultima citazione tratta da La rete neurale che permette levitazione di Buddha: il classico collegamento-riflesso tra l’interno e l’esterno.
“La causa è in voi, capite?
E quando correggete la causa, l’ambiente si adatterà.”
Con l’ultimo brano identifichiamo alcune caratteristiche che divengono impossibili quando ci si identifica con l’anima piuttosto che con il corpo.
“Quando si diventa persone spirituali, non si vive sulla base della mancanza, ma si è l’abbondanza.
Quando si è persone spirituali, non esiste una cosa come l’insicurezza; c’è soltanto la vita.
Quando si è persone spirituali, non esista qualcosa come il bene e il male; c’è soltanto l’evoluzione.
E quando si è persone spirituali, non c’è bisogno di dipendere da altre persone perché vi facciano sentire bene, perché non c’è spazio per quello nello Spirito.”
Abbiamo terminato con La rete neurale che permette levitazione di Buddha.
Al prossimo libriccino di Ramtha… giacché ne mancano alcuni altri per completare la “collezione”.
Fosco Del Nero
- Se anche tu vuoi vivere una vita fantastica, iscriviti alla newsletter!
0 commenti