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La storia di Edgar Cayce – Vi è un fiume – Thomas Sugrue (approfondimento)

15 Set 2011 | Esistenza, Medianità

Product by:
Edgar Cayce, Thomas Sugrue

Reviewed by:
Rating:
3
On 15 Settembre 2011
Last modified:22 Settembre 2022

Summary:

Come ho riportato nella recensione di base, La storia di Edgar Cayce - Vi è un fiume è sostanzialmente una biografia, peraltro romanzata...

La storia di Edgar Cayce - Thomas Sugrue (medianità)Titolo: La storia di Edgar Cayce (The story of Edgar Cayce – There is a river).
Autore: Thomas Sugrue.
Argomenti: medianità, poteri esp, esistenza.
Editore: Anima Edizioni.
Anno: 1970.
Voto: 6.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: MacrolibrarsiGiardino dei libriAmazon.

 

Come ho riportato nella recensione di base, La storia di Edgar Cayce – Vi è un fiume è sostanzialmente una biografia, peraltro romanzata con dialoghi, descrizioni, etc.
Siamo dunque lontani da un normale testo di sviluppo personale, ammesso che il termine normale possa applicarsi a questo campo.

Ho trovato comunque un paio di spunti interessanti, per quanto non rappresentativi del libro, che come detto si dispiega nella vita di Cayce in modo abbastanza dettagliato.

Argomento reincarnazione.
“Quando ebbero finito di mangiare gli parlarono del nuovo tipo di letture* e della reincarnazione.
– È una cosa vera? Tu ci credi? È scritto nella Bibbia? […]
– Non so se ci credo o no – disse Edgar – Le letture dicono che è vero, un sacco di persone ci credono. Sembra una cosa logica. Abbiamo fatto molte domande. Abbiamo chiesto perché non si parla di reincarnazione nel cristianesimo. La risposta è stata che nei primi tempi faceva parte del cristianesimo. C’era una setta di cristiani chiamati gli gnostici. Le letture dicono che essi mantennero intatto il legame fra le antiche religione e quella nuova.
Vedi, la venuta di Cristo era stata predetta dall’antica religione. Il popolo che costruì la grande piramide in Egitto aveva previsto la sua venuta.**
– Non l’ho mai sentito dire! – disse Hugh Kynn.
– Abbiamo trovato dei libri che ne parlano – spiegò Edgar. In Inghilterra c’è un movimento chiamato British Israel basato sulle profezie delle piramidi. Comunque sia, tu sai che Cristo non intendeva fondare una nuova religione. Voleva riformare la religione ebraica che era una delle antiche religioni che veneravano l’unico Dio. Ora, proprio come le altre religioni antiche – si chiamano culti misterici – la fede ebraica aveva una dottrina segreta. Era chiamata “cabala”. I discepoli che la imparavano erano chiamati “iniziati” e questi erano gli antichi sacerdoti. Imparavano la parte esoterica della religione e alla gente veniva impartita la versione essoterica, cioè la stessa filosofia di base e il medesimo codice morale, ma con spiegazioni semplici.
– È così anche oggi? – chiese Hugh Lynn – I capi della Chiesa credono nella reincarnazione?
– No! – disse Edgar – Le letture dicono che quando i capi della Chiesa primitiva decisero di divulgare la fede a tutti senza distinzioni decisero di abbandonare la dottrina della reincarnazione. Tanto per cominciare era difficile da spiegare e poi era difficile da accettare. Rendeva la vita più complicata. Rendeva la virtù ancora più necessaria. L’uomo doveva essere abbastanza coraggioso per affrontare il fatto che una vita di sofferenza era solo un passo verso il paradiso.
D’altra parte la gente che non esaminava la teoria poteva anche dire: “Molto bene, abbiamo altre vite da vivere, dopo questa non saremo mandati all’inferno, perciò godiamocela!.
Così conbatterono gli gnostici e vinsero la battaglia. Quello che hanno fatto è stato giusto, credo, perché senza una semplificazione della fede la nuova religione non si sarebbe diffusa. Sarebbe rimasta una piccola setta per intellettuali e studiosi di metafisica”.

Argomento creazione.
“L’uomo esige un inizio e un termine; così all’origine c’era un mare di spirito, ed esso riempiva tutto lo spazio. Era statico, contento, consapevole di sé, un gigante che riposava in seno al proprio pensiero, contemplando ciò che esso era.
Poi si mosse. Si ritirò in se stesso finché tutto lo spazio rimase vuoto e ciò che lo avevo riempito brillò dal suo centro, una mente irrequieta, in subbuglio. Questa era l’individualità dello spirito; era ciò che scoprì di essere svegliandosi; questo era Dio.
Dio desiderò esprimere Se Stesso, ed Egli desiderò compagnia. Perciò proiettò da Se Stesso il cosmo e le anime. Il cosmo fu costruito con gli strumenti che l’uomo chiama musica, aritmetica e geometria: armonia, sistema ed equilibrio. Le particelle elementari erano tutte della stessa sostanza che l’uomo chiama essenza vitale. Era un potere emesso da Dio, un raggio primario, come l’uomo lo pensa, che, cambiando la lunghezza della sua onda e la frequenza della sua vibrazione, divenne uno schema di forme, sostanza e movimento in continuo mutamento. Questo creò la legge della diversità, che fornì modelli infiniti per lo schema. Dio si dilettò con questa legge della diversità come una persona suona il pianoforte, producendo melodie e arrangiandole in una sinfonia.
In ogni modello era insito il proprio piano evolutivo che doveva essere ultimato mediante movimento, crescita o, come l’uomo lo chiama, cambiamento. Questo corrisponde a suono di una nota suonata sul pianoforte. I suoni di più note si uniscono producendo un accordo; gli accordi, a loro volta, diventano frasi; le frasi diventano melodie; le melodie si mescolano e si muovono avanti e indietro, da un capo all’altro e in mezzo e l’una intorno all’altra per formare una sinfonia. La musica termina come era incominciata, lasciando il vuoto, ma tra l’inizio e la fine c’è stata la bellezza gloriosa e una grande esperienza.
Tutto si mosse, si trasformò e acquistò il proprio disegno nei vari stati di forma e sostanza. L’attività iniziò e fu mantenuta dalla legge di attrazione e repulsione: il positivo e il negativo che si attraggono e si respingono mantenevano la forma e l’azione di tutte le cose.
Tutto ciò era una parte di Dio, un’espressione del Suo pensiero. La mente era la forza che lo sospingeva e lo rendeva perpetuo: la mente faceva tutto ciò che Dio immaginava tutto ciò che ebbe origine era un aspetto, un’attitudine della mente.
Le anime furono create per fare compagnia a Dio. Lo schema usato era quello di Dio stesso: spirito, mente, individualità; causa, azione, effetto. Prima c’era lo spirito, poi l’azione che faceva ritirare lo spirito in se stesso; poi c’era la risultante individualità di Dio.
Per costruire l’anima c’era lo spirito, con la conoscenza dell’identità con Dio; c’era il principio attivo della mente e c’era la capacità di sperimentare l’attività della mente come separata da Dio.
Così ebbe origine un nuovo individuo, scaturendo da Dio e dipendente da Lui, ma consapevole di un’esistenza separata da Lui. Necessariamente al nuovo individuo venne dato il potere di scegliere e dirigere la propria attività; senza libero arbitrio sarebbe rimasto parte dell’individualità di Dio.”

Sperando che questo sulla vita di Edgar Cayce vi sia piaciuto, vi do appuntamento al prossimo articolo di approfondimento.

* Quelle mediche erano le letture standard.
**Curiosamente, è proprio quanto si dice in un altro libro che ho letto di recente, di genere, autore ed epoca assai diversa: Akhenaton, il folle di Dio, di Daniel Meurois-Givaudan.

Fosco Del Nero

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