Titolo: La via della ricchezza.
Autore: Salvatore Brizzi.
Argomenti: esistenza, crescita interiore, ricchezza.
Editore: Anima Edizioni.
Anno: 2017.
Voto: 8.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Bentrovati a questo nuovo articolo di approfondimento, questa volta dedicato al libro di Salvatore Brizzi La via della ricchezza, uscito nel 2017.
Come di consueto, andiamo a vedere alcune citazioni tratte dal libro oggetto dell’approfondimento… e come negli altri casi dei testi di Salvatore Brizzi, la scelta tra le citazioni valide è davvero ampia.
Cominciamo proprio col punto di partenza del libro: la ricchezza come dovere personale, utile a migliorare la vita propria e in generale di tutta la collettività.
“Sentirsi ricco, soddisfatto e sereno costituisce il dovere di ogni buon cittadino, il quale deve fare da esempio per i propri figli e per la collettività. Un retto comportamento morale può e deve essere associato al successo nella vita, non alla povertà e agli stenti. Troppo spesso assistiamo ad esempi di persone oneste che vivono una vita disagiata, trasmettendo così alla collettività un messaggio corrotto: se vuoi essere una persona perbene, il prezzo da pagare è la rinuncia a qualcosa, in particolare devi rinunciare al successo e al denaro.
La ricchezza andrebbe considerata un dovere civico – come andare a votare – e quindi vissuta come tale. Il denaro non deve più rappresentare un desiderio che scaturisce dalla cupidigia, dall’ansia o dal senso di vuoto, bensì un dovere che deve essere compiuto da ogni buon cittadino per il bene di tutti.”
Secondo concetto portante de La via della ricchezza: la povertà non è un valore, come hanno fatto credere certe strutture di potere, ma un serio problema personale… e non un problema esterno, ma un problema interiore.
“La povertà non è un valore. La povertà è una condizione di cui vergognarsi e alla quale mettere riparo immediatamente. Ovviamente sto parlando di una vergogna costruttiva, che vi costringe a una reazione coraggiosa.
L’uomo moderno non si vergogna più della sua povertà, anzi, la mette in mostra quasi fosse un principio morale di cui vantarsi, aiutato in questo dai discorsi di papa Francesco. Il povero viene esibito e compatito in televisione all’interno di trasmissioni che hanno la pretesa di illustrare “la difficile realtà di oggi”. L’intervistatore gioca sul senso di colpa dello spettatore, inviando un insidioso messaggio subliminale: “Il povero non è povero perché sta sbagliando qualcosa nell’interpretazione della realtà, ma è povero perché una società ingiusta – di cui tu, spettatore, fai parte – lo tiene nella povertà”.”
Continuiamo, spendendo due parole sull’afflusso di denaro… e sulle persone cui va il denaro.
“Il desiderio di ottenere e controllare il denaro, con la conseguente inevitabile paura di perderlo, costituiscono un freno all’afflusso di soldi. Pensare spesso al denaro o preoccuparsi per la sua mancanza non ne farà arrivare di più. Quando l’ego comincia a mollare la presa, l’energia del denaro comincia a scorrere.
Imparare a fare soldi onestamente, gestirli e condividerli sono aspetti della vita di una persona che non possono non migliorare anche la società. Considerare il denaro come “una cosa sporca” fa sì che proprio le persone che sarebbero moralmente e spiritualmente più elevate non abbiano mai sufficiente denaro a disposizione per cambiare davvero le cose nel mondo o anche solo nell’ambito delle loro famiglie e dei loro conoscenti, mentre, al contempo, le grandi quantità di denaro restano spesso saldamente nelle mani di coloro che non perseguono obiettivi né morali né spirituali.”
Il brano successivo afferisce il rapporto diretto tra stato interiore e abbondanza economica esteriore.
“Il conto in banca in vostro possesso è letteralmente tarato sulla vostra psiche. Ognuno di voi incassa più o meno sempre le stesse cifre e se accade che un mese guadagna di più, il mese successivo guadagna di meno oppure spende più soldi.
La vostra psicologia – il vostro inconscio – stabilisce su che cifra tarare i vostri guadagni. È un fatto energetico che bypassa la sfera cosciente. Infatti tale cifra non è valicabile per mezzo della volontà, ossia, come vi sarete accorti, non è sufficiente volerlo intensamente per diventare più ricchi. Finché non accade un mutamento profondo nella psicologia dell’individuo, tutto resta immutato.
Se per mezzo della tua psicologia – il materiale inconscio che si trova dentro di te e che spesso nemmeno conosci – crei gli episodi della tua vita, allora agendo sulla tua psiche puoi cambiare il tuo destino.
Il futuro d’un qualsiasi uomo non è altro che la proiezione dilatata nel tempo della sua psicologia attuale.”
Concedo ora un brano allo stato di presenza (ch’è solo apparentemente distante dall’abbondanza).
“Mentre guidi, parli al telefono, discuti di qualcosa con i tuoi colleghi, guardi la televisione o navighi in rete… solitamente non ti ricordi di due concetti fondamentali:
1) Il mondo che hai di fronte è la proiezione del tuo passato, edificata in base a quella che è stata la tua psicologia fino ad oggi.
2) L’evento che stai vivendo non è slegato da te e le persone non sono oggetti esterni a te, ma è tutto costantemente in rapporto con il tuo inconscio.
Di norma, dunque, agisci in uno stato soporifero, quasi ipnotico, nel quale parli e prendi decisioni meccanicamente, ossia senza alcuna reale consapevolezza di te. In questo modo continui a mettere in atto gli stessi meccanismi inconsci che ti hanno portato ad essere dove sei, a fare il lavoro che fai e a guadagnare quello che guadagni.
Se vuoi cambiare davvero, devi invece cominciare ad agire in uno stato di coscienza non ordinario, non meccanico, uno stato di presenza, di maggiore attenzione, che richiede quindi una disciplina e uno sforzo continui.”
Ora propongo una citazione de La via della ricchezza che ad alcuni probabilmente non piacerà, ma tant’è; si parla di mediocrità, obiettivi personali e flusso di denaro.
“Se ti prendi carico di costruire e gestire un’attività che serve a migliorare il mondo, allora riceverai in cambio la possibilità di gestire anche i soldi necessari alla costruzione e gestione di tale necessità. Questo è l’unico significato che io riesco a dare al termine ricchezza.
Se il tuo scopo nella vita è avere uno stipendio sicuro per mantenere la tua famiglia e andare la domenica allo stadio per sostenere la tua squadra, allora non dovrai gestire una quantità elevata di denaro. Ma se il tuo obiettivo consiste nell’edificare degli istituti scolastici oppure creare una nuova applicazione per smartphone oppure distribuire una nuova terapia… allora dovrai amministrare molti soldi.
L’uomo medio-cre preferisce affrontare la vita un giorno alla volta, senza porsi obiettivi definiti, preoccupandosi unicamente di sopravvivere e far sopravvivere la propria famiglia, in maniera più o meno agiata a seconda della sua posizione sociale. Cerca di mantenersi in salute, ha delle entrate fisse, garantisce un’istruzione ai figli. Questo tipo di uomo non ottiene mai il successo perché evita dolore e disagio e ricerca il piacere immediato. Questo atteggiamento non è di per sé sbagliato… ma lo fanno anche i topi da laboratorio.”
Altro brano alquanto importante: denaro, sessualità e potere sono tre grandi campi di battaglia, la cui gestione genera importanti conseguenze nella persona e nel suo percorso di vita.
“Il denaro, il sesso e il potere sono fenomeni che non vanno rigettati, ma possono e devono essere gestiti con autorità da chi vuole ottenere dei risultati sia nel campo materiale che in quello spirituale.
Detto in altri termini, mentre ti muovi lungo un percorso di crescita interiore, non puoi lasciare indietro dei pezzi di te, solo perché la morale spirituale corrente li giudica sbagliati. Dal rifiuto e dalla denigrazione di questi tre elementi nascono infatti i “disabili della spiritualità”, coloro ai quali manca sempre qualcosa che impedisce loro di realizzarsi totalmente ed agire poi in maniera efficace anche nella materia.
Non solo quando sei schiavo di sesso, denaro e potere, ma anche quando li rifiuti e li tieni lontani dalla tua vita, loro hanno già avuto la meglio su di te. Il segreto è imparare a conoscere profondamente e dominare questi tre aspetti, mentre risulta dannoso tentare di seppellirli nell’inconscio, per paura di cadere nelle tentazioni.”
Siamo in dirittura d’arrivo: parliamo ora dell’attuale periodo di crisi economica, che procede parallelo all’attuale periodo di crisi psicologica dell’umanità.
“Stiamo certamente attraversando un periodo di crisi, ma l’aspetto economico è forse quello meno importante, rappresenta solo la punta di un iceberg, poiché la crisi in corso riguarda i valori, l’etica, gli obiettivi che ognuno si pone nella vita. In ultima analisi, è una crisi d’identità, poiché i vecchi valori dogmatici che ci trasmettevano a scuola e ci facevano sentire “al nostro posto nel mondo” sono crollati e nessuno ha più certezze sulla religione, sulla famiglia, sul proprio ruolo sociale.
Mi ricordo quando io ero piccolo, all’inizio degli anni “70, e mia madre mi diceva con ammirazione che “il figlio dei vicini si era laureato”, e ricordo quanto la laurea venisse considerata un forte valore sociale, mentre oggi anche dopo una laurea non sei nessuno, non acquisti nessun valore sociale, a meno che non studi Ingegneria Energetica e Nucleare e rinunci a uno stipendio serio fino ai 40 anni.
Oramai è incerta financo l’identità sessuale, la quale, a differenza dell’ambito religioso o politico, dovrebbe rappresentare l’appartenenza identitaria più sicura, in quanto sancita inconfutabilmente dall’anatomia umana. Ma ciò che una volta veniva considerato ovvio oggi è ampiamente messo in discussione da un fenomeno razionalmente poco spiegabile, se non appellandosi all’isteria collettiva (=una massa di persone tutte convinte di qualcosa che è palesemente illogico).
Quando un essere umano non ha più appigli identitari, non sa più chi è né dove deve andare, l’economia non può sicuramente prosperare. Solo in un contesto di chiarezza di valori e di certezze interiori, l’economia d’un paese può prosperare.”
Concludiamo ora con una citazioni assai breve sull’obiettivo personale.
“L’obiettivo della tua vita esprime – talvolta in maniera impietosa, qual è la misura della tua anima: chi sei e chi puoi diventare.
Per un uomo, infatti, è impossibile avere un obiettivo più grande di lui.”
Fosco Del Nero
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