Titolo: Lascia che sanguini.
Autore: Fosco Del Nero.
Argomenti: evoluzione personale, esistenza, spiritualità.
Editore: Youcanprint Edizioni.
Anno: 2019.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Il Giardino, Amazon.
Benvenuti nell’articolo di approfondimento dedicato al libro Lascia che sanguini, il quale peraltro è l’ultimo libro che ho pubblicato.
Come di consueto per gli approfondimenti, andiamo a leggere qualche brano tratto dal libro, in modo da dare a chi legge sia degli spunti immediatamente utili, sia l’opportunità di vedere se si tratta di un testo che fa al caso proprio.
Il primo brano proposto afferisce all’illusione e all’inganno della società odierna, e a ciò che occorre all’individuo per uscire dall’inganno.
“Nel mondo d’illusioni in cui ci troviamo è facile cadere vittima delle insidie della vita: tra una menzogna e un’altra, tra un suggerimento e un altro, tra un dubbio e l’altro, il viandante spesso si trova a battere sentieri aspri e duri, nei quali si è avventurato perché dapprincipio gli parevano dolci e attraenti, ma che poi si sono rivelati difficili e amari. Tale è la natura delle insidie del mondo.
Cosa occorre fare per evitare di incorrere in tali insidie e nelle difficoltà loro connesse?
Occorre educare lo sguardo, e parimenti occorre rafforzare la volontà.”
La seconda citazione parla della sostanziale identità tra luce e ombra, e del fatto che la seconda può sparire in un attimo, foss’anche durata secoli e secoli.
“Oscurità e luce sembrano opposte l’una rispetto all’altra, eppure a ben guardare sono la medesima cosa: sono come le due facce di un’unica moneta: esistono in simbiosi, e se c’è l’una c’è per forza anche l’altra. La presenza stessa dell’ombra, d’altronde, rivela l’esistenza di una luce; semplicemente, in quel momento, essa non si vede, ma comunque c’è, altrimenti l’ombra non avrebbe potuto essere creata. E spazzare via l’oscurità è facile e veloce: basta che giunga la luce. Non importa nemmeno per quanto tempo vi sono state le tenebre: pur se vi sono state per interi eoni, nell’istante in cui arriva un raggio di luce l’oscurità termina.”
Il brano successivo riguarda il viaggio dell’eroe e la forza che gli serve per portarlo avanti… soprattutto nei momenti decisivi.
“Guai all’eroe che scorge il sentiero e lo ignora, rivolgendosi nuovamente alla comodità dell’assopimento: i tempi del sonno per lui sono finiti, e se cercherà di riviverli, ignorando la sua visione, non otterrà né il primo né la seconda, non otterrà né l’illusorio tepore dell’appartenere alla folla dormiente né l’inebriante consapevolezza del viandante sul sentiero del risveglio. In verità, in questo caso egli non è un eroe, o comunque non lo è ancora.
L’eroe, infatti, è colui che si mette in marcia, che mette a disposizione il suo essere e la sua forza, quale che sia in quel momento, al servizio del cammino cui è chiamato, quale che sia il cammino in questione.”
Proseguiamo l’approfondimento di Lascia che sanguini. La citazione successiva attira la nostra attenzione sul prezzo da pagare per il viaggio interiore.
“Nel percorso di ricerca di cui abbiamo parlato ci sono due prezzi da pagare: il primo è interiore e il secondo è esteriore.
Il primo prezzo è un prezzo che va pagato dentro: il cammino esige per sua stessa natura uno sforzo. Sia nel momento dello studio delle leggi della vita, sia nel momento della pratica, occorre dispiegare una certa quantità di energia, perché in questa esistenza niente viene regalato, niente viene dato di per sé stesso, ma vien dato solo successivamente all’impiego di uno sforzo e in misura proporzionale ad esso.
Il secondo prezzo è esteriore, e riguarda la propria vita materiale. Man mano che si procede lungo il percorso, ci si lascia dietro le schiere degli addormentati, dei pigri e dei deboli. Più si va avanti nel sentiero, più aumenta la distanza tra il viandante e la massa del gregge, con tutto quello che ne consegue.”
Andiamo ora a parlare della focalizzazione principale del viandante, ossia della direzione cui sono rivolte le sue energie, ciò che basta a comprenderne consapevolezza, motivazione e purezza.
“Se il cammino del viandante per certi versi è misterioso e nebuloso, e potrebbe presentare eventi di ogni tipo, un elemento è al contrario di più semplice lettura, e anzi ha qualcosa di matematico, di scientifico persino: verso dove pende l’ago della bilancia?
Tutto difatti dipende da cosa esso indica, e il viandante saggio sa già in anticipo cosa gli si parerà dinnanzi in base a quel che vede indicato sulla sua bilancia personale: l’ago riflette le energie interne della persona e le suggerisce in che direzione sta andando. In questo senso, l’ago è tanto ago di bilancia quanto ago di bussola, e costringe il viandante savio a porsi delle domande sul suo cammino e su come sta impiegando le sue forze.
La sua energia è diretta verso il basso o verso l’alto?
La sua forza è diretta al servizio a sé o al servizio agli altri?
Ci sono più paura e desiderio di sopravvivenza o più amore e compassione? ”
Il penultimo brano ci parla della solitudine del percorso esistenziale; occorre per forza accettare tale situazione di solitudine, onde evitare sofferenze e attaccamenti inutili.
“La via dell’eroe è una via solitaria. Il viandante procede infatti da solo: parte da solo, lasciando dietro di sé il gruppo dei dormienti e dei gaudienti, e s’incammina lungo il suo personale sentiero.
Ogni tanto, lungo tale sentiero, incontra qualcuno e per un poco cammina insieme a lui. A volte persino per tutto il resto della sua vita, fino a che uno dei due non vola verso altre destinazioni. Che il percorso sia condiviso per molto tempo o per poco, comunque, rimane il fatto che esso è un cammino in solitaria, e infatti prima o poi le altre persone se ne andranno… o ce ne andremo noi, secondo i punti di vista.
Tuttavia, per via di tale temporanea compagnia, in tanti non si rendono conto di essere da soli: in realtà, però, son nati soli e moriranno soli, e anzi la solitudine è elemento centrale nel percorso di vita e nel percorso evolutivo.”
L’ultima citazione tratta da Lascia che sanguini è relativa a un tema assai importante, non a caso trattato da tutte le tradizioni religiose e spirituali: la giustizia o karma, ovviamente intesi in senso evolutivo.
“C’è una grande sapienza che il viandante eroe non manca di fare propria e di incarnarla profondamente: tutti i nodi vengono al pettine. La frase, motteggio popolare che si riferisce ai nodi del mondo materiale, e quindi alle azioni compiute durante la vita e in particolare alle relazioni con gli altri, può tuttavia riferirsi di buon grado, e anzi con un maggior grado di giustizia e perfezione, al mondo sottile.
Mentre nelle cose della vita mondana può sembrare che un comportamento non abbia dato luogo a conseguenze, nelle cose spirituali ciò è impossibile: qualunque fatto che ci riguardi, che sia un’azione o un pensiero, porta con sé determinate energie, e dunque ha conseguenze energetiche.
Ogni cosa porta il suo conto: questo è il principio del karma, o del giudizio del cielo, comunque lo si voglia chiamare.”
Abbiamo così terminato l’approfondimento dedicato a Lascia che sanguini di Fosco Del Nero.
Al prossimo articolo di approfondimento e buone cose a tutti.
Fosco Del Nero
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