Titolo: Lo yoga di Gesù (The yoga of Jesus).
Autore: Paramhansa Yogananda.
Argomenti: spiritualità, religione.
Editore: Astrolabio.
Anno: 2001.
Voto: 7.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Bentrovati, amici lettori e amici lettrici, per questo nuovo articolo di approfondimento.
Oggi siamo in compagnia di Paramhansa Yogananda, ed è una compagnia non da poco.
Nel dettaglio, parliamo del libro Lo yoga di Gesù, recensito la scorsa settimana e quest’oggi approfondito tramite alcuni spunti estratti da esso.
Cominciamo subito con un programma di viaggio… e, considerato il personaggio, non poteva che essere un programma di viaggio anch’esso non da poco!
“Il potere divino di realizzare il Cristo è un’esperienza interiore; si può ottenere grazie alla pura devozione per Dio e per Cristo in quanto puro riflesso di Dio.
Il potere delle chiese e dei templi svanirà.
A diffondere la vera spiritualità saranno i templi delle grandi anime immerse giorno e notte nell’estasi divina.”
Perché chiese e templi non ci servono?
Semplice: perchè, come ci ha detto Gesù, ma anche tanti altri maestri spirituali, il tempio di Dio è già dentro di noi.
“Noi siamo tutti fatti a immagine di Dio, siamo fatti di coscienza immortale avvolta in una diafana luce celestiale: questa è la nostra eredità sepolta sotto la rozza carne.
È un’eredità che possiamo sapere di possedere soltanto con la meditazione. Non esiste altro modo: non basta leggere libri né studiare filosofia, ma sono necessarie la devozione, la preghiera incessante e la meditazione scientifica, che innalza la coscienza a Dio.”
O, per dirla con una similitudine, che spiega anche l’inevitabilità della nostra ricerca, in questa o in qualche altra vita…
“Come l’onda non può vivere senza l’oceano, allo stesso modo l’uomo non può esistere senza l’amore di Dio. Ogni cuore umano è assetato di amore proprio perchè l’uomo è fatto nell’immagine d’amore di Dio.
Percio gli avatar e i santi esortano l’umanità ad amare Dio, non per costrizione o per obbedienza un comandamento, ma perchè dietro la piccola onda d’amore di ogni cuore si erge l’oceano dell’amore divino.”
In questo senso, conta l’essenza, conta l’esperienza spirituale, non ciò in cui si dice intellettualmente di credere.
“Una persona può affermare continuamente la propria credenza intellettuale in Gesù Cristo, ma se le manca l’autentica esperienza del Cristo cosmico, incarnato in Gesù e onnipresente al tempo stesso, la sola credenza avrà per lei una ben scarsa utilità spirituale.”
Per arrivare (o espandere) a tali esperienze profonde occorre fare una semplice cosa…
“Bisogna coltivare l’abitudine di intrattenersi quietamente con Dio dentro di noi, in modo che questo stato di coscienza resti immutato, giorno e notte.
Vale la pena impegnarsi perchè vivere nella consapevolezza di Dio significa essere finalmente liberi dalla schiavitù della malattia, della sofferenza e della paura.
Siate con Dio: questo basta, perchè essere con lui è l’essenza stessa e l’unico scopo della vita.
Se il devoto prende la risoluzione di non andare mai a dormire la sera senza aver prima meditato e sentito la presenza di Dio, la sua vita sarà colpa di una felicità che supera ogni aspettativa. E un compito impegnativo, ma questo impegno trasformerà il devoto in un re che governa il regno della pace e della gioia.”
In questo senso, ricerca spirituale e felicità sono sostanzialmente sinonimi. E la distanza che separa ciascun uomo e donna da esse è sottile quanto il famoso velo che sta dinanzi ai nostri occhi.
“La felicità e vicina a ognuno di noi tanto quanto lo è il nostro sé; non è corretto neanche parlare di una felicità da ottenere, perchè basta soltanto sollevare il velo d’ignoranza che avvolge l’anima.
La stessa parola ottenere implica il desiderio di qualcosa che non si possiede, e pensare questo è un errore metafisico. La beatitudine e l’inalienabile diritto divino di nascita che spetta a ogni anima.
Strappate il velo ottenebrante dell’ignoranza, e sarete subito in contatto con quella felicità suprema. Lo spirito è felicità. Anima è il puro riflesso dello spirito.
L’uomo che è ancora legato al corpo non riesce ad avere una tale percezione, perchè la sua coscienza è alterata: il lago della sua mente è continuamente agitato dalle incursioni dei pensieri e delle emozioni. La meditazione calma le onde del sentimento, permettendo di rispecchiare limpidamente dentro di sé il riflesso di Dio, l’anima colma di gioia.”
Termino l’articolo praticamente col concetto iniziale, espresso in chiusura di libro da Yogananda in modo bellissimo, tanto che non potevo non proporvelo.
“Il regno di Dio è dentro di voi; Dio è dentro di voi.
Proprio dietro le vostre percezioni, dietro i vostri pensieri e i vostri sentimenti c’è Lui.
Ogni briciola di cibo che mangiate, ogni respiro che fate è Dio.
Voi non vivete di cibo o di ossigeno, ma della parola cosmica di Dio.”
Con Lo yoga di Gesù di Paramhansa Yogananda è tutto; a presto per nuovi fantastici approfondimenti.
Fosco Del Nero
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