Titolo: Lo yoga di Gesù (The yoga of Jesus).
Autore: Paramhansa Yogananda.
Argomenti: spiritualità.
Editore: Astrolabio.
Anno: 2001.
Voto: 7.
Approfondimento: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Con lo Lo yoga di Gesù siamo a quota otto: tanti sono infatti i libri di Paramhansa Yogananda che ho recensito sul sito.
Per la precisione, Lo yoga di Gesù segue Autobiografia di uno yogi, Come vincere le sfide della vita, Come essere sempre felici, Sussurri dall’eternità, Come essere sani e vitali, Diario spirituale, 108 palpiti d’amore.
Ad essi, peraltro, si aggiunge anche Autobiografia di uno yogi – Audiobook, ricco estratto audio dalla bellissima autobiografia del maestro indiano.
Il sottotitolo de Lo yoga di Gesù è “Come comprendere gli insegnamenti esoterici dei vangeli”, e raddrizza un po’ il tiro del titolo del libro, che potrebbe trarre in inganno: il testo, difatti, non si occupa di yoga in senso stretto, ossia di questioni tecniche (e avrebbe potuto, dato che tutto fa pensare che negli anni mancanti dei vangeli Gesù si è recato in India e là ha proseguito il suo percorso spirituale), bensì più in generale della cultura yogico-indiana…
… che per l’appunto in molti casi è perfettamente coincidente con gli insegnamenti di Gesù.
In particolare, Yogananda effettua spesso dei parallelismi tra i Vangeli e la Bhagavad Gita, uno dei massimi testi spirituali indiani, in cui Krishna dona insegnamenti esistenziali al suo discepolo Arjuna.
Peraltro, giusto per la cronaca, si dice che lo stesso Yogananda fosse una reincarnazione di Arjuna, ma questa è un’altra storia.
Lo yoga di Gesù è un testo piuttosto agile, con appena 160 pagine, e peraltro è una sorta di sunto di un tomo più vasto, La seconda venuta di Cristo.
Nonostante questa sua natura “ridotta”, il libro è godibile, pervaso com’è dalla dolcezza e dall’amorevolezza di Paramhansa Yogananda…
… anche se, ad essere onesto, gli ho preferito il più corposo, ma simile nello scopo, La promessa dell’immortalità, scritto dal suo discepolo Swami Kriyananda, forse a causa della maggior anzianità del primo testo: mentre Yogananda si rivolgeva a un pubblico decisamente più legato alla tradizione cultural occidentale, e quindi meno flessibile e aperto a principi oriental, e in questo senso, ha certamente dovuto andarci piano per non allontanare lettori e ascoltatori, Kriyananda scriveva col favore di un’apertura cultural-spirituale già più avanzata, risultando in questo paragone tra induismo e cristianesimo più contemporaneo, meno legato al dogmatismo cristiano di cui invece doveva tener conto il suo maestro.
In questo senso, paradossalmente, il libro in questo sarebbe più adatto a chi ancora deve scardinare tali rigidezze mental-spirituali, mentre chi ha già acquisito certi punti andrà “liscio”.
In ogni caso, leggere Paramhansa Yogananda è sempre un piacere, e non a caso da Lo yoga di Gesù, pur se piuttosto breve, ho tratto numerosi spunti per la pagina facebook.
Nel caso, buona lettura.
Fosco Del Nero
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