Titolo: Magia applicata (Applied magic).
Autore: Dion Fortune.
Argomenti: esoterismo, magia, esistenza.
Editore: Mondadori.
Anno: 1962.
Voto: 7.
Recensione: qui.
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Come capita solitamente con Dion Fortune, anche l’approfondimento dedicato al suo Magia applicata sarà abbastanza lungo… e confido anche abbastanza utile.
La prima citazione riguarda le due differenti strade per l’illuminazione: con la prima si materializza lo spirito, con la seconda si spiritualizza la materia; con la prima l’ego sparisce e rimane il tutto, con la seconda il sé si amplia fino a comprendere il tutto.
“Il mistico ha per compito di liberare la propria consapevolezza dall’abituale vincolo con la forma. La disciplina ascetica è rivolta a questo scopo; essa deve sopprimere l’inferiore affinché il superiore possa divenire libero d’unirsi a Dio e conoscerlo.
La Via del Mistico è fatta di rinunce sino a quando egli spezza i limiti della propria natura inferiore e penetra nella sua libertà; dopo, non resta più nulla che lo trattenga dall’accostarsi a Dio; l’anima sua si eleva e penetra la luce, e non ritorna più indietro.
L’altra strada non è fatta di rinunce, ma è una strada di soddisfazioni; non comporta la necessità di abbandonare il sentiero del destino umano, ma è una concentrazione e una sublimazione di quel destino. Ogni anima che imbocca questa strada vive attraverso la propria esperienza ogni fase, ogni aspetto dell’esistenza manifesta, li equilibra, li spiritualizza e ne assorbe l’essenza.
Scopo di quanti seguono questo sentiero è il conseguimento pieno del dominio su ogni aspetto della vita creata. Dicendo “dominio” non intendiamo alludere a quello del padrone sul suo schiavo, ma piuttosto alla padronanza di un virtuoso sul suo strumento.”
Passiamo ora ai desideri dell’essere umano.
“Cosa dovrebbe volere un essere umano?
La risposta dipende dallo stadio d’evoluzione al quale siamo pervenuti. L’anima deve completare la sua esperienza terrena prima che sia pronta per l’Unione Divina, ma può oltrepassare il nadir della caduta nel materiale prima che s’imbatta nel Sentiero del Ritorno.
Non siamo pronti per la Strada Mistica se non quando ci avviciniamo al momento della nostra liberazione dalla Ruota della Nascita e della Morte; tentar di sfuggire prematuramente a quella ruota significa sottrarci al necessario addestramento.
Come il panfilo da regata che sbaglia nel girare l’ultima boa più lontana e viene squalificato, così noi non abbiamo adempiuto appieno alle condizioni della liberazione, la quale impone di non scansare alcunché e di lasciarsi alle spalle soltanto quanto siamo riusciti a padroneggiare, equilibrare, sviluppare.”
Segue un brano su un fatto evidente: ci è stato dato qualcosa non per ignorarlo, ma per acquisirvi maestria.
“È un falso insegnamento quello che ci ingiunge di sradicare dalla nostra natura qualunque cosa Dio vi abbia piantato, è falso e pazzo come il recidere i tendini a un purosangue soltanto perché è focoso e non domo. L’amore per il bello; lo stimolo tonificante per gli istinti sani, puliti, normali, la gioia della lotta. Saremmo ben misere creature se ne fossimo privi!
Dio ce li ha dati; possiamo legittimamente pensare che sapesse cosa faceva quando ce li diede. Chi siamo noi per giudicare la sua opera e condannare quanto lui giudicò che fosse buono?
Ciò che Dio vieta è l’abuso di queste cose, non l’uso per il quale esse sono intese.
Spaventato dalle forze elementari quando le incontra e non ancora purificato né preparato, l’asceta rifugge dinnanzi a quelle che crede tentazioni. È assai più saggio equilibrare le forze che sono in conflitto nella nostra natura sino a quando saremo in grado di frenare l’indocile pariglia dei nostri istinti costringendola a trainare il cocchio dell’anima con la potenza della sua velocità inesausta.”
Passiamo alla reincarnazione, un principio che ha sempre fatto parte della scienza esoterica.
“Il credo della reincarnazione è implicito nell’occultismo. Proprio in questo abbiamo, a mio parere, uno degli insegnamenti più illuminanti che si possano dare ai problemi della vita.
Cosa può mai fare un essere in una vita per guadagnarsi il Paradiso o l’Inferno per l’eternità? Nessun dubbio che l’insegnamento della reincarnazione sia più ragionevole: uscire di scena e rientrare, uscirne ancora per una successiva reincarnazione e fare ulteriori esperienze. Ecco, secondo me, un meraviglioso concetto dell’esistenza: che dietro di noi s’allunghi una lunga catena di incarnazioni. Noi non le ricordiamo perché la catena della memoria è spezzata, ma esse sono lì e la Divina Favilla è in noi il nocciolo attorno al quale l’esperienza ha costruito un tutto che forma il carattere e le capacità di ciascuno. Questo concetto ci offre una profonda filosofia della vita.
Se le fortune della vita procedono alla cieca, allora sì che siamo veramente miseri!
Me se vediamo che il vasto profilo delle esperienze spirituali che la vita ci offre è deciso dalla nostra stessa anima, allora incominciamo a comprendere come dobbiamo prendere le cose.
Leggiamo adesso un brano sulle prove che l’anima deve affrontare e sulle lezioni che deve imparare… a proposito di karma e di reincarnazione.
“Quando l’anima ha acquisito quella qualità e impara la lezione che deve imparare, allora il peso del karma ci viene tolto.
Se lottiamo contro le nostre condizioni non le mutiamo sino a quando non conquistiamo la libertà. Crediamo che saremmo felici se solo alcune condizioni mutassero, e invece no, perché le condizioni sono in noi stessi, e se mutassero ne susciterebbero altre simili.
Quando lavoravo in una clinica per malattie nervose, fatti del genere accadevano di continuo: la stessa specie di guai si manifestava ripetutamente nella medesima esistenza. C’era una donna che era stata aggredita da balordi tre o quattro volte nella sua vita. Son cose che non accadono a tutti in una vita normale, ma capita anche che una poveretta sia ripetutamente preda di bruti e che sia trattata crudelmente, prima dal padre, poi dal marito, e magari sul lavoro. Insomma, troviamo forme particolari di triboli che ricorrono continuamente nell’esistenza di certe persone e dev’esserci qualcosa che determina questa ricorrenza.
Se consideriamo le nostre esperienze passate, anche noi possiamo scorgere una traccia, magari vaga, di questo fenomeno e siamo indotti a pensare che nel nostro essere esista un fattore preminente che attinge alle forze invisibili. Il solo modo per fronteggiarlo consiste nel mutare carattere mediante la meditazione, costruendo una forma di pensiero o distruggendo deliberatamente quelle che chiamiamo forme di pensiero capaci di convogliare su di noi quei fatti indesiderabili.”
La morale del percorso evolutivo è la seguente:
“Ci guadagniamo la libertà imparando le lezioni che la vita ci impone.
Se rifiutiamo, esse diventano sempre più drastiche.”
Come terzultimo brano, ne leggiamo uno sulle egregore e sulle energie che noi stessi ci attiriamo.
“In un modo o nell’altro, formiamo pensiero-forma in continuazione. I nostri pensieri non solo influiscono su di noi, ma formano canali d’ingresso e attirano le forze corrispondenti che sono nel Cosmo.
Se vi circonderete di pensieri d’odio attirerete su di voi una sorta di odio cosmico.”
Il penultimo è una citazione lampo, che evidenzia le tre qualità superiori dei tre corpi: fisico, astrale e mentale e al contempo evidenzia un insegnamento importante.
“Non possiamo fare a meno della Potenza, ma essa dev’essere alleata con l’Amore o con la Saggezza.”
Dal momento che il libro porta nel titolo la parola “magia”, concludiamo con una citazione sulla magia, bianca o nera che sia.
“La tecnica della magia nera non differisce affatto da quella della magia bianca; per entrambe valgono gli stessi principi, si fa uso degli stessi metodi, è necessario il medesimo allenamento per la concentrazione.
La differenza sta nell’atteggiamento dell’operatore, nel simbolismo impiegato e nelle potenze con le quali si entra in contatto.”
Abbiamo così terminato con Magia applicata di Dion Fortune.
Al prossimo libro e al prossimo approfondimento.
Fosco Del Nero
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