Titolo: Malattia e destino (Krankheit als weg).
Autore: Thorwald Dethlefsen, Rudiger Dahlke.
Argomenti: salute, benessere, esistenza, evoluzione personale.
Editore: Edizioni Mediterranee.
Anno: 1984.
Voto: 8.5.
Approfondimento: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
La recensione odierna è dedicata a Malattia e destino (sottotitolo: “Il lavoro e il messaggio della malattia”), libro del 1984 scritto in coabitazione da Thorwald Dethlefsen e Rudiger Dahlke e pubblicato in Italia da Edizioni Mediterranee.
Finora avevo letto un libro a testa dei due autori: di Dethlefsen l’eccellente Il destino come scelta, mentre di Dahlke avevo letto La psicologia del denaro, piaciutomi assai di meno… anche se va detto che il tema centrale del testo (denaro e abbondanza) era piuttosto distante dalle competenze dell’autore (medico e terapeuta).
Forse per questo motivo, o forse per la presenza rilevante di Dethlefsen, Malattia e destino ottiene una valutazione ottima, una delle migliori mai avute in questo sito, e certamente una delle migliori dell’ultimo periodo (va da sé che svariati anni fa valutavo in modo differente): in effetti, Malattia e destino, nonostante risulti discretamente anziano con i suoi 34 anni di vita, è ancor oggi un testo di grande attualità e importanza… come è sempre quando i libri son libri di valore: tale valore travalica il tempo e rimane intatto perché afferisce il percorso umano nella sua generalità, e non specifici periodi storici o culturali.
Il libro, lungo grossomodo 270 pagine, è diviso in due parti: “Premesse teoriche per la comprensione della malattie e della guarigione” e “Le malattie e il loro significato”.
Difficile dire quale delle suddette due parti sia più rilevante: molti lettori certamente lo avranno letto e lo leggeranno in funzione della seconda parte e dei sintomi in essa descritti, ma in realtà è la prima parte che dà gli strumenti di conoscenza e di comprensione.
La suddetta prima parte, più teorica e saggistica, si muove tra principio polare, principio analogico, principio di risonanza e principio karmico, e si sforza di insegnare al lettore il valore della malattia dal punto di vista evolutivo per l’essere umano… cosa ovvia, peraltro, ma che va ancora insegnata.
Gli autori, ma presumo dei due più Dethlefsen, si spingono a dire una cosa che avevo scritto tempo fa da qualche parte (non mi ricordo se articolo o libro), ossia che chi ha una malattia di qualche tipo deve arrivare ad amare la malattia, poiché se si ama il sintomo si comprende in sé il messaggio energetico che esso veicola, e dunque come conseguenza il sintomo dovrebbe sparire… o comunque rimanere, del tutto o in parte, ma ora amato, col dramma che è comunque cessato.
In effetti, mi ero sentito molto affine a Thorwald Dethlefsen fin dalla lettura de Il destino come scelta, e questo libro ne è un’ulteriore conferma: considero l’autore in questione persona di alta saggezza e comprensione.
Al di là del fattore personale, comunque, consiglio caldamente la lettura di Malattia e destino a chiunque sia interessato al tema salute-malattie, e ancor più in generale a chiunque intenda rafforzare la sua visione ampia e perfetta del mondo.
In verità, raramente ho letto libri di egual valore.
Fosco Del Nero
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