Titolo: Meditazioni per l’anima.
Autore: Devana.
Argomenti: meditazione, rilassamento.
Editore: Anima Edizioni.
Anno: 2009.
Voto: 7.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Meditazioni per l’anima di Devana è un cd di meditazioni guidate, che quindi, similmente ad altri già recensiti (come il bellissimo Io amo meditare di Swami Kriyananda), non prevederebbe un articolo di approfondimento.
Tuttavia, insieme al cd è presente un libriccino con un paio di decine di pagine di contenuti, contenenti alcuni spunti interessanti.
Vado dunque a proporvene alcuni, cominciando dalla prefazione a cura di Gian Marco Bragadin, che avevo già citato per un’altra prefazione, quella al libro dei Josaya Ho’hoponopono – La pace comincia da te (evidentemente è specializzato in prefazioni di qualità), in cui egli parla di questo momento storico.
“Viviamo in un momento speciale, nel quale tutte le possibilità sono presenti davanti a noi, a portata di mano. Dobbiamo stenderla, la mano, e afferrare ciò che riteniamo più giusto per noi. Oggi le convergenze armoniche, gli allineamenti planetari, la fine del ciclo processionale e l’allineamento del nostro sole al centro galattico fanno sì che ciò che pensiamo diventi vero molto più in fretta e concretamente rispetto ai tempi passati.
Oggi più che mai la luce è qui vicina… fuori dalla finestra. Spalanchiamola, dunque, questa finestra, e lasciamola entrare, questa luce.
Devana, della quale ho pubblicato diversi libri e alla quale mi allineo nella filosofia e nell’azione, sceglie una via facile ed efficace quale quella del suono e della voce. In ogni suono c’è un potere magico ancestrale che, se diretto bene, si può rivelare di efficacia straordinaria per cambiare la ‘realtà’ che sperimentiamo. Pertanto queste tre meditazioni guidate non sono solamente valide perché rilassano e suggeriscono stati d’animo di pace e centratura, ma anche perché la ripetizione costante di tali visioni e suggestioni rappresenta la via più veloce per raggiungere un nuovo livello di consapevolezza, di percezione… in poche parole per sfruttare al meglio le opportunità che questo momento cosmico offre.
Quando Devana canta o danza ci riporta antiche memorie legate a un passato che è stato cancellato a forza dalle nostre radici, un passato in cui si cantava e si danzava per creare, perché il suono e il movimento sono alla base della creazione, che infatti è suono e movimento. Il suo lavoro di ricerca, compiuto attraverso i viaggi e le esperienza personali, le sta consentendo di riportare in essere il ricordo della nostra divinità profondamente sepolto nelle nostre cellule. Inoltre il suo canto e la sua danza sono canalizzati e trasportano nella dimensione materica informazioni sul nostro progetto evolutivo provenienti da altre dimensioni.
Perciò è con gioia che vi consegno all’ascolto di questi tre viaggi: sono infatti convinto che non vi sia un mezzo più efficace per creare la realtà che prenderla nelle nostre mani responsabilmente.”
Adesso do la parola alla stessa Devana, che dice in breve quale secondo lei è il mezzo pià efficace di evoluzione umana.
“Mentre viaggiavo, sia dentro che fuori, si consolidava in me la consapevolezza che, essendo noi fatti al 90% d’acqua, abbiamo la possibilità di modificarci usando adeguati suoni che cambino l’informazione contenuta nelle molecole d’acqua di cui siamo composti.
La visualizzazione guidata e il suono-canto stellare, poiché agiscono direttamente sulla struttura frequenziale della nostra acqua interna, sono al momento gli strumenti più efficaci a nostra disposizione per cambiare il livello della nostra vibrazione ed entrare in una fascia di consapevolezza superiore che ci avvicina e ci introduce alla Quinta Dimensione. Il cervello vive con uguale intensità una ricordo vero e uno immaginato. Per il cervello non c’è differenza. E di conseguenza la chimica cellulare prodotta da tali visioni consolida le nostre visioni e ce le fa diventare ‘reali’. Per entrare nella Quinta Dimensione bisogna visualizzarla abbastanza a lungo e intensamente da consentirle di ‘materializzarsi’ ovvero di entrare nel nostro campo di percezione.”
Che sia per questo motivo che è importante bere molto? Soprattutto in periodi di cambiamento?
E che gli anziani siano meno elastici e meno facili al cambiamento (mediamente gli anziano hanno nel corpo una percentuale di acqua molto più bassa che le persone più giovani)?
Ancora, Devana ci parla del cambiamento, individuale e collettivo, che ci aspetta.
“Il momento dell’uscita dall’uovo è vicino: si squarceranno i veli posti davanti ai nostri occhi, i quali sono solo fotocamere che trasferiscono segnali luminosi alla corteccia visuale posta a livello della nuca. È il cervello che vede, non gli occhi. E il cervello vede solo ciò che ritiene possibile, ciò che gli è stato insegnato a vedere. All’uscita dell’uovo ci accorgeremo che il paradiso terrestre è sempre stato intorno a noi ma non eravamo in grado di vederlo a causa delle vecchie sinapsi, che proiettavano sull’orizzonte degli eventi film vecchi. Da qui la nozione secondo la quale noi vediamo sempre il passato. Tra il momento in cui la luce buca i nostri occhi e quello in cui ‘vediamo’ ci deve essere stato il tempo per il cervello di cercare l’informazione in archivio, collegarla a qualcosa di già sperimentato e ritrasmetterla alla coscienza.
‘Mettere Shamballa nel cuore’ significa smettere di proiettare con la mente, da sinapsi vecchie e inutili, e portare al centro del nostro essere, il cuore per l’appunto, l’immagine tanto desiderata che, grazie all’emozione suscitata nel cuore, anziché pensata nel cervello, acquisterà più velocemente consistenza (come spiegato nella teoria del ‘campo di Planck’ dal premio nobel per la fisic, Planck per l’appunto). La strada è viaggiare in Shamballa entrando dalla ghiandola pineale. L’ingresso all’Inframundo, alla terra ‘interna’ che vibra su un’altra dimensione rispetto all’esterno, è un ingresso mistico ed energetico, non fisico. Occorre grande spiritualità e la capacità di sintonizzarsi su una realtà nuova. Occorre scegliere ed allenarsi. Non c’è altro modo. Ognuno ci deve arrivare da solo ma il bello è che volendolo e scegliendolo si è già a metà del cammino: il resto è solo allenamento.”
Segue adesso un altro brano, su materializzazione, “realtà” e fisica dei quanti.
“Ogni musica è una porta d’accesso ad altre dimensioni: queste dimensioni passano attraverso l’udito, in assoluto il nostro senso più importante poiché la vista è totalmente ingannevole. Noi vediamo meno del 5% di ciò che esiste nell’universo, come possiamo pensare che questo rappresenti la totalità? Come possiamo dire ‘credo a ciò che vedo’ se ciò che vediamo è solo un inganno della percezione?
Ciò che interpretiamo come solido è un aggregato di onde, distanti tra loro, che cambino e si muovono in continuazione, fermandosi solo nell’attimo in cui apriamo gli occhi. Io direi che la realtà è ciò che vediamo con gli occhi chiusi, mentre tutto ciò che gli occhi aperti riportano come macchine fotografiche alla corteccia visuale, sita nel nostro cervello alla base del cranio, è falso, viene ‘interpretato’ sulla base di ciò che il nostro sistema di credenza ritiene possibile. Dobbiamo usare meno gli occhi e più le orecchie. Poiché gli occhi sono il portale d’ingresso dell’inganno sensoriale.
Il segreto è smettere di pensare che tutto ciò succederà, sebbene in un futuro prossimo. Poiché continuando a pensare che ciò avverrà nel futuro continuamo ad alimentare un’assenza nel presente. E poiché noi sperimentiamo i nostri pensieri in forma solida, e li chiamiamo realtà, se i nostri pensieri creano sempre un bene supremo di là da venire significa che nel presente esso non c’è e questo è esattamente ciò che le nostre sinapsi ci suggeriscono di sperimentare. Dobbiamo cominciare a pensare che ciò che chiamiamo Età dell’Oro o Quinta Dimensione esiste già qui e ora sebbene i nostri occhi, la fonte dell’inganno più grande, non la possano vedere. Noi viviamo immersi nell’Eden ma i nostri occhi, ai quali diamo tanta importanza, vedono solo ciò che il nostro cervello ritiene possibile e pertanto i segnali luminosi vengono interpretati secondo la solita vecchia induzione mentale che chiamiamo ‘realtà concreta’. La fisica dei quanti insegna che se teniamo gli occhi chiusi tutte le realtà sono possibili contemporaneamente: con l’azione dell’aprire gli occhi e dirigere lo sguardo, noi scegliamo una sola realtà tra miliardi. Dicono i fisici quantici che l’atomo, da noi considerato la parte solida della materia, è un’onda di possibilità che diventa particella di esperienza solo nel momento in cui apriamo gli occhi e lo ‘fotografiamo’, bloccando così il flusso delle possibilità e congelandone una, di solito la più triste e limitante perché ci è stato insegnato a soffrire.”
Che dire, un’analisi piuttosto lucida e persino schietta… ma anche spronante.
Chiudo con un altro invito di Devana.
“È fondamentale capire che la realtà non esiste, esiste solo la percezione di essa che noi abbiamo.
Se decidiamo di interrompere consapevolmente il circolo vizioso dei pensieri consentiamo alle nostre cellule nervose di rompere i legami precedentemente instaurati. Più decisamente lo faremo, più rapida e definitiva sarà la disconnessione.
Potremo vedere l’ambiente che si adegua automaticamente alla nuova realtà da noi pensata.”
Anche questo concetto, direi, molto chiaro.
Bene, con Meditazione per l’anima di Devana ho terminato.
A presto e tante belle cose a tutti.
Fosco Del Nero
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