Titolo: Origini delle narrazioni del mondo.
Autore: Mirella Santamato.
Argomenti: storia, mitologia.
Editore: Uno Editori.
Anno: 2019.
Voto: 6.
Recensione: qui.
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L’approfondimento odierno è dedicato al libro Origini delle narrazioni del mondo, di Mirella Santamato, un testo non di genere evolutivo-spirituale, ma comunque contenente alcuni spunti storico-mitologici interessanti.
Partiamo con un topos mitologico-letterario tra i più noti: il ritorno dalla morte-resurrezione, diffuso in praticamente ogni tradizione mitologico-religiosa.
“Persefone è la dea che ritorna in vita dopo essere caduta nel regno di Ade. Resuscita dalla morte grazie alla forza dell’amore materno, esattamente come faranno tutti gli dei successivi che torneranno in vita dopo l’attraversamento del regno dei morti.
Il dio più antico che compie questo lungo viaggio agli inferi è Osiride, resuscitato grazie all’amore della moglie Iside, poi anche Dioniso riesce a fare rivivere la madre Semele e così Demetra con la figlia Persefone e tanti altri.
Cristo è solo l’ultimo di una lunga serie. Anche lo zoroastrismo prevedeva la resurrezione dei morti e anche gli islamici sono convinti che verrà, molto in là nel tempo, un giorno della resurrezione.
Non solo le religioni antiche parlano di resurrezioni, ma anche alcune antichissime narrazioni che l’umanità ha distillato nei millenni e che noi oggi chiamiamo fiabe iniziatiche. Due protagoniste di queste storie ancestrali sono molto famose. La prima è Biancaneve, che, dopo l’avvelenamento con la mela stregata, muore e viene messa in una tomba di cristallo. Tutti pensano erroneamente che sia stata risvegliata dal bacio di un principe. Pochi sanno che la storia originale narra che la fanciulla si sveglia da sola, dopo aver sputato il pezzo di mela avvelenata dalla bocca, grazie all’inciampare dei servi che trasportavano la sua bara.
L’altra è Rosaspina, la bella addormentata nel bosco, che viene risvegliata dalla morte apparente (e questa volta davvero!) dal bacio di un principe, ma che comunque soggiace alla stessa catarsi iniziatica.
Entrambe queste eroine muoiono e risorgono, sia da sole sia con l’aiuto di qualche entità esterna, esattamente com’era raccontato negli altri miti più antichi. Le storie di Iside o di Dioniso sono troppo simili per non tracciare un collegamento tra queste antiche narrazioni.”
Propongo di seguito una frase afferente a quanto appena esposto: il viaggio dell’esistenza, andata e ritorno.
“Solo chi riesce a scendere negli abissi e a farne ritorno è degno di conoscere il Vero Amore.
Questo viaggio ultraterreno ha due tragitti: uno in discesa e l’altro in ascesa.”
Il testo non è prettamente un testo di genere spirituale, ma qualcosa di importante c’è anche in tale senso: qua si parla dell’unità e della molteplicità.
“Capire che da due si fa Uno e che, nello stesso tempo, da due si fa tre, e che il tre diventa di nuovo Uno, era uno degli apprendimenti iniziatici più strabilianti.
Alla fine del percorso tutto il visibile e l’invisibile diventano di nuovo Uno, e questo era, probabilmente, uno degli scopi finali dell’apprendimento mistico.”
La citazione successiva è dedicata al simbolo iniziatico del “castello”.
“Altro luogo iniziatico, contrapposto al bosco e che quasi rappresenta il suo rovesciamento dal punto di vista simbolico, è il castello.
Qui i due “illuminati” (il Principe e la Principessa) potranno risiedere per sempre e “vivere felici e contenti”, una volta superate tutte le prove. Il castello si trova sempre in un luogo elevato, mistico, spesso sembra quasi sospeso tra cielo e terra. È lo spazio dove si potrà compiere la magia della conoscenza del Vero Amore.
Ha molte caratteristiche in comune con quel territorio che gli antichi indicavano come Campi Elisi, che non era mai del tutto visibile dai comuni mortali. Era situato, secondo la leggenda, sulla faccia invisibile dalla Luna, dove i beati potevano soggiornare in eterno, immersi nella luce perpetua del Sole.
Nel tempio di Eleusi si pensava che i “Misti” raggiungessero questo stato di coscienza alterata dopo aver superato tutte le prove iniziatiche cui venivano sottoposti. Non tutti sopravvivevano, non tutti tornavano a casa e non tutti quelli che tornavano vivi acquistavano la consapevolezza. Solo alcuni riuscivano nell’impresa e solo a loro era rivelato il grande Mistero.”
Il brano seguente tratto da Origini delle narrazioni del mondo riferisce l’importanza della nutrizione “sottile”.
“Come il cibo nutre i nostri corpi, così le storie nutrono la nostra mente.
Se stiamo attenti al cibo che mangiamo, a maggior ragione dovremmo stare attenti alle storie che ascoltiamo e metabolizziamo.”
L’ultima citazione è un invito a coltivare l’ideale della bellezza… in luogo di quello della morte, della distruzione e della violenza che è oggi tanto diffuso (non a caso, ma per un preciso intento).
“Educando la mente al bello e al buono potremmo invertire la discesa agli Inferi che ci aspetta se non lo facciamo.
Avete notato che il 90% dei programmi televisivi è improntato sulle catastrofi? Il catastrofismo è di moda, ma vi siete mai chiesti perché?
Vulcani che eruttano, aerei che precipitano, epidemie devastanti, invasioni di zombie, terremoti e meteoriti che cadono dal cielo, ghiaccia che si sciolgono creando l’allagamento dell’intero pianeta sono all’ordine del giorno. Pensate che vedere quotidianamente immagini di quel tipo non sia di impatto sulle nostre menti e, di conseguenza, sulle nostre azioni?
Pensate che sia solo un intrattenimento interessante o riuscite a intuire quale manipolazione ci sia sotto?”
Abbiamo concluso con Origini delle narrazioni del mondo di Mirella Santamato.
Al prossimo approfondimento.
Fosco Del Nero
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