Titolo: Reincarnazione, una vita, un destino.
Autore: Manuela Pompas.
Argomenti: esistenza, reincarnazione.
Editore: Anima Edizioni.
Anno: 2011.
Voto: 6.5.
Approfondimento: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Cambio decisamente argomento rispetto alla mia ultima recensione, passando dal self-help di Io scelgo, io voglio, io sono (di Fabio Marchesi) alla reincarnazione.
Lo facciamo col libro di Manuela Pompas, pubblicato anni fa e ora uscito in edizione riveduta e ampliata, Reincarnazione, una vita, un destino.
Manuela Pompas è un’ipnologa che si occupa da svariate decine d’anni di salute e benessere, affiancando svariati strumenti, sia di tipo medico che psicologico, che spirituale, finendo poi per specializzarsi nel ramo ipnosi regressiva.
Il libro Reincarnazione, una vita, un destino è una sorta di sintesi del suo lavoro come esperta di regressione ipnotica, e comprende tanto una parte introduttivo-teorica, quanto una lunga serie di testimonianze, di vario tenore, sui vissuti di molti assistiti dell’autrice.
L’obiettivo della regressione, dice subito l’autrice, è quello di favorire il benessere emotivo e la crescita personale dell’individuo, che dopo l’esperienza diviene più consapevole del perché di alcune dinamiche, di alcune sue debolezze, e persino di alcuni rapporti umani.
Spesso, difatti, coloro che fanno parte della nostra vita attuale hanno popolato le nostre esistenze passate, tanto che abbiamo maturato dei debiti o dei crediti karmici con alcune persone-anime, che dunque ci ritroviamo intorno fino a che non superiamo un certo nodo irrisolto.
Al di là della questione eminentemente psicologico-emotiva (già notevole di per sé, comunque), il prendere coscienza di altre e precedenti vite (anche se molti autori spirituali, come per esempio Neale Donald Walsch o Rasha ci parlano di vite contemporanee, non passate o future) fornisce un grande slancio in termini di crescita personale, dal momento che tutto assume un carattere più finalistico, mentre viene a mancare il senso di urgenza dell’unica vita.
Si acquisisce inoltre il sapere che tutto è in viaggio, in evoluzione, e che tutti noi siamo stati buoni e cattivi, uomini e donne, colti e ignoranti, progrediti e rozzi.
Manuela Pompas ci parla così di karma, malattia, amore, scelta di nascere… e persino di momenti storici e personaggi famosi del passato.
Il libro, ricco di citazioni, è scorrevole, interessante, ben scritto (nonostante numerosi errori di stampa), e si legge volentieri, anche se, occorre sottolinearlo, manca di qualunque spunto pratico, peraltro coerentemente con l’idea dell’autrice per cui la regressione ipnotica non va affrontata da soli (in questo senso, si permette anche una critica al fautore della regressione fai da te Brian Weiss).
Di mio, non so se la regressione si possa affrontare anche da soli, so però che ho provato un certo disagio nel sentire per tutto il libro un senso di fatalismo legato alla reincarnazione, quasi come se le vite passate inevitabilmente portino a certe esperienze al di là del nostro libero arbitrio.
Personalmente, viceversa, sono portato a credere, per dirla con Walsch, che l’anima, nel momento di reincarnarsi, non scelga un dipinto, con disegni e colori già decisi (fatto che abbatterebbe il libero arbitrio), ma alcune tempere particolari, con cui disegnare il proprio dipinto man mano (fatto che manterrebbe salvi tanto la scelta dell’anima di incarnarsi in un certo contesto per addivenire a certe esperienze-apprendimenti, quanto il libero arbitrio nel corso della vita fisica).
Sono convinto, dunque, che quanto ci accade nella vita che stiamo vivendo dipenda solamente da questa vita stessa, fatto peraltro rivelatoci da molti maestri spirituali o entità disincarnate (Abraham di Esther Hicks, per esempio).
Detto questo sul “destino”, confermo il parere globalmente positivo sul libro di Manuela Pompas, nonché la curiosità per la tematica della regressione.
Fosco Del Nero
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