Titolo: The China study (The China study).
Autore: Colin Campbell, Thomas Campbell.
Argomenti: alimentazione, salute.
Editore: Macro Edizioni.
Anno: 2005.
Voto: 8.
Approfondimento: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Ultimamente, laddove con ultimamente intendo negli ultimi anni, mi sto informando abbastanza sul tema dell’alimentazione, perché essa pone le fondamenta della nostra salute, la quale a sua volta pone le fondamenta della nostra serenità, che a sua volta è la piattaforma da cui far procedere la propria crescita personale.
Difatti, pensare all’evoluzione personale quando si ha mal di pancia non è punto facile. :p
In questo senso, ho letto sia classici, celebratissimi, come Il sistema di guarigione della dieta senza muco di Arnold Ehret, sia testi più recenti e ugualmente celebrati come The China study, che si vanta di essere “lo studio più completo sull’alimentazione mai condotto finora”.
Su questo primo punto, io non sono un ricercatore scientifico e quindi non posso fare classifiche, ma è chiaro che i numeri esposti tanto dallo “Studio Cina” quanto dal resto del libro, che si basa su numerose altre ricerche, sono piuttosto notevoli e impressionanti.
E, peraltro, convergono in maniera decisa verso ciò che molte altre discipline, tanto alimentari quanto spirituali, hanno sostenuto per millenni: in sostanza, i cibi che farebbero bene al corpo umano sono la frutta e la verdura, con l’aggiunta di cereali (ma alcuni studiosi sconsigliano pure questi).
Vegetarianesimo, dunque: niente carne, niente latticini, niente zuccheri raffinati, niente grassi.
O, se non niente, quantomeno numeri ridottissimi.
The China study, scritto da uno statunitense, ribalta la dieta tipica americana, che invece abbonda di carne e di altri prodotti di origine animale, oltre che di zuccheri e grassi, ma infligge un duro colpo anche a tante altre diete, visto che, nei suoi numeri, tutti basati su ricerche scientifiche e statistiche, parla chiaro: i prodotti animali sarebbero collegati in maniera significativa a un numero impressionante di malattie “importanti”, dal tumore all’infarto, dalla sclerosi multipla al diabete.
A testimoniare ciò, le ricerche sugli animali da laboratorio (che il ricercatore giustifica sulla base della maggiore importanza della vita umana, e la cosa è ovviamente opinabile)… ma anche le ricerche sugli uomini stessi: dai numeri presentati, con una dieta vegetariana tali malattie si presentano molto meno, e addirittura regrediscono se si effettua un cambio di alimentazione.
Parecchi concetti del testo già li conoscevo (come le statistiche relative alla Cina e all’Oriente in generale, in cui per motivi culturali si consuma poco o nulla latte, e in cui l’osteoporosi praticamente non esiste), ma è stato comunque abbastanza impressionante leggerli tutti d’un fiato.
The China study, infatti, si legge bene, nonostante sia un testo su argomenti scientifici e statistici, perché scritto con passione e impegno da una persona il cui fine di benessere si evince con chiarezza, e che non lesina dettagli e informazioni anche personali sul suo percorso di vita, di studi e di ricerca…
… nonché su quanto ha potuto constatare nel corso della sua carriera sui legami tra mondo alimentare, mondo farmaceutico, mondo universitario e mondo della ricerca, che quasi mai è libera e pulita, ma spesso condizionata dai finanziamenti alle spalle.
Il libro, pur chiarissimo nei numeri e nei concetti, va ad affrontare un argomento delicato, e che peraltro è connesso con le abitudini culturali delle persone, che notoriamente sono difficili da abbattere.
Nella sua chiarezza, tuttavia, è un ottimo incentivo a cambiare qualcosa, fosse anche poco, per guadagnarci in salute, laddove con salute si intende sia longevità di vita, ma anche qualità di vita per il tempo in cui si starà su questo pianeta.
E con qualità intendo sia assenza di malattia, ma anche qualità interiore-emotiva, dato che la connessione tra cibo ed emozioni-carattere è conosciuta da millenni, ed è, per dirne una, uno dei punti di intervento della scienza ayurvedica.
In questo senso, raccomando caldamente il libro di Colin Campbell e figlio, nonché, in generale, una dieta il più possibile naturale e leggera… tenendo conto ovviamente delle predisposizioni e della volonta del singolo.
Fosco Del Nero
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Ciao Fosco,
anche io ho trovato il libro illuminante e bello anche perché privo di quei riferimenti etici a favore del non consumo di carne animale, i quali ovviamente sono opinabili e spesso si finisce per discutere del “sesso degli angeli”.
Un libro che ci parla del veganesimo con i piedi ancorati a terra e che porta per forza a riflettere!
Eh, Alvise, su questo punto però non c’è molto da discutere, nel senso che noi sfruttiamo e violentiamo gli animali e per ricerche tipo questa o per l’alimentazione… e in questo caso incidiamo anche sulla razza umana, come ho accennato anche in questo posto: https://www.unavitafantastica.com/mucche-voto-legge-dello-specchio-ed-evoluzione-personale
Poi, ognuno ha il suo percorso e va bene così, ma è importante sapere certe cose. :)
Fosco Del Nero
Su questo sfondi una porta aperta con me,ma non la sfonderesti con altri che anzi ergerebbero un muro di gomma perché certe cose non le vogliono sentire e ti danno argomemtazioni del tipo “secondo me l’uomo è nato cacciatore” che lasciano poco spazio al dialogo. Cercare di convincerli con atgomentazioni etiche o peggio, energetiche tirando in ballo il corpo astrale delle mucche e dei maiali, si risolverebbe in una battaglia verbale in cui l’uno cerca di prevaricare l’altro. Invece questo libro ti mette davanti i fatti, e non ci sono “secondo me” che realmente tengano,anche se ne ho sentiti lo stesso..
Infatti chi non è pronto non è pronto, e non c’è nulla da sfondare. Io, peraltro, non sfondo niente per principio, ma al massimo mi limito a socchiudere qualcosa, a gettare dei semini. Poi se il suolo è fertile matureranno. Se no, no problem, maturerà qualcosa più avanti, o in un’altra vita. :)
Diciamo che io “lavoro” per quelli già pronti… anche se magari ancora non lo sanno. :)
Fosco Del Nero