Titolo: The revelation of Ra Uru Hu.
Autore: Nicholas Caposiena.
Argomenti: crescita personale, psicologia.
Editore: My Life Edizioni
Anno: 2011.
Voto: 3.
Approfondimento: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Mi dispiace sempre assegnare valutazioni assai basse a un testo, ma se occorre farlo lo faccio per correttezza verso chi mi legge: è questo il caso del libro The revelation of Ra Uru Hu di Nicholas Caposiena.
Il libro è deludente già nel titolo, nel senso che cosa ci si potrebbe attendere da un testo che s’intitola “La rivelazione di… ?”.
Ovviamente delle rivelazioni, e invece siamo di fronte a una sorta di enorme depliant pubblicitario di una disciplina, ossia lo “Human design system”.
La valutazione suddetta, va da sé, è nei confronti dei libro e dei suoi contenuti esistenzial-evolutivi, assai prossimi allo zero, e non nei confronti della disciplina, per provare la quale occorre affidarsi a un esperto, farsi fare il profilo, farsi seguire, etc. Anche se in generale, gli insegnamenti dei grandi maestri e delle grandi tradizioni esistenziali bastano per qualunque percorso, senza bisogno di inventarsi nuove discipline: va detto anche questo.
Ma partiamo dalle basi: The revelation of Ra Uru Hu è un libro di circa 190 pagine assai colorato, e peraltro stampato su una carta patinata-plastificata inusuale, che gli dà un’aria più prestigiosa del normale, e probabilmente anche più costosa come produzione.
Il testo, però, è scritto in carattere piuttosto grande, e tra le numerose immagini e interruzioni alla fine è assai meno delle 190 pagine iniziali. Saremo forse sulle 120 pagine di un’edizione più standard.
Contenuti: il libro si dedica a illustrare la disciplina dello human design system, un metodo di auto conoscimento e di sviluppo personale elaborato da Ra Uru Hu, un uomo canadese che lo avrebbe ricevuto nel 1987.
Nel far ciò, il testo presenta due problemi (tre con il titolo completamente illusorio, e a quanto pare tra gli effetti della metodologia non c’è quello di dare ai propri libri dei titoli veritieri): intanto non è altro che un grande opuscolo pubblicitario, peraltro autoelogiativo ai limiti dell’imbarazzante; e in secondo luogo non riesce troppo bene nell’impresa di descrivere la suddetta disciplina, nel senso che tra astrologia, i-ching, kabbalah, chakra, dna, fisica quantistica e altro che adesso non ricordo, mostra al lettore un grosso calderone davvero poco chiaro, definito però come scienza esatta (e in questi casi occorrerebbe mettersi d’accordo sulla definizione di scienza).
Sovente capita persino che l’autore utilizzi dei termini insoliti, di altre discipline o della disciplina da lui presentata, senza spiegarli, atteggiamento davvero bizzarro per un divulgatore-redattore-scrittore.
Ma, dal mio punto di vista, questa è la cosa meno grave; la cosa più grave è che in un testo di 190 pagine non vi sono spunti esistenziali degni di nota, ciò che è sempre il riflesso del livello di consapevolezza presente, mentre al contrario si assiste a un’energia assai mentale, cerebrale (e infatti le stesse citazioni proposte al suo interno sono di intellettuali), autoesaltante, e via discorrendo.
Fermo restando che non ho provato la disciplina consigliata da Nicholas Caposiena, che potrebbe pure essere utile, di mio, per il proprio percorso di consapevolezza, continuo a suggerire i classici: i maestri riconosciuti del passato e gli interpreti/insegnanti moderni: in realtà non c’è bisogno di inventarsi niente.
Fosco Del Nero
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