Titolo: Un tocco di gioia (A touch of joy).
Autore: Nayaswami Jyotish, Devi Novak.
Argomenti: spiritualità.
Editore: Ananda Edizioni.
Anno: 2017.
Voto: 7.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Bentrovati.
Oggi leggiamo alcuni spunti tratti da Un tocco di gioia, il bel libro scritto da Nayaswami Jyotish e Devi Novak, allievi di Swami Kriyananda e ora direttori Ananda Sangha Worldwide.
Il primo brano proposto è un aneddoto riguardante Lahiri Mahasaya, il guru del guru di Yogananda: si parla di karma.
“Vi è un aneddoto tratto dalla vita di Lahiri Mahasaya: il Maestro sta camminando verso casa con uno dei suoi discepoli, dopo aver fatto il bagno nel Gange. A un certo punto, Lahiri si ferma e chiede al discepolo: “Puoi strappare un pezzo di stoffa dal tuo indumento?”.
Il discepolo, non capendo la richiesta del suo guru, continua a camminare.
Dopo aver proseguito per un po’, da una terrazza cade un mattone e finisce sulle dita dei piedi di Lahiri, ferendolo. Imperturbato, Lahiri strappa un pezzo di stoffa dal proprio indumento e, con l’aiuto del discepolo, si benda il dito sanguinante
Il discepolo domanda: “Se sapevate che ciò sarebbe successo, guruji, perché non l’avete evitato? Così non avreste sofferto per questa ferita?”.
Il Maestro replica: “Ciò non è possibile. Se io l’avessi evitato, avrei dovuto soffrire quel dolore un’altra volta, e con gli interessi. Devo ricevere ciò che mi è destinato; perciò, prima accade, meglio è”.
Lahiri stava insegnando al suo discepolo la lezione di affrontare di buon grado le nostre prove karmiche.”
La seconda citazione riguarda invece la coscienza e il sogno.
“Concentrati sul Sognatore dietro al sogno.
L’essenza della coscienza divina è amore e gioia. Sforzati di sentire le qualità eterne dietro ogni cosa che accade e di capire che il sogno non è altro che un fugace spettacolo.
Soprattutto nei momenti difficili, prova a sentire la presenza amorevole di Dio che ti sorride.”
Andiamo avanti con una citazione afferente il percorso destinico e la fiducia in Dio.
“Dio apre le porte per noi, tutti i giorni: osserva con attenzione la giornata presente e vedrai che è vero.
Soltanto passando per la prima porta, la seconda si aprirà.
Alla fine, ti comparirà innanzi un intero sentiero.
Finché fluisco con la corrente, sento che i miei passi sono guidati.”
Ancora su Dio e sull’affidarsi a lui: un aneddoto su una famosa discepola di Yogananda.
“Quando Dio ti chiede qualcosa, il consiglio migliore che posso darti è ripeterti le parole di Sorella Gyanamata, la discepola più avanzata di Paramhansa Yogananda, che diceva: “Dì di sì, e in fretta!”.”
Segue ora una citazione molto interessante: si parla delle grandi prove che colpiscono persone avanti lungo il percorso, come una sorta di “esame finale”.
“Nel corso degli anni, ho notato una tendenza simile in molti devoti sinceri: alla fine ho capito che quando qualcuno sta per completare il proprio karma in un campo particolare, la Divina Madre lo sottopone a una prova esagerata, che cauterizza il suo subconscio.
Il colpo ricevuto è forte e la lezione si radica così a fondo nella memoria dell’anima, che non dovrà mai più affrontare quell’esperienza illusoria.”
Il brano successivo estratto da Un tocco di gioia riguarda le leggi divine e la loro giustizia.
“Né una vita vissuta moralmente, né una pignoleria teologica, né le lacrime pietose potranno annullare una sola legge di Dio.
Perciò non implorare l’amnistia dalla Legge Divina, ma richiedi la comprensione più profonda, nonché la forza di imparare da tutti gli ostacoli e di superarli.”
Leggiamo un altro aneddoto di un fatto reale: un aneddoto molto bello sul tema della perfezione dell’esistenza, compreso il percorso evolutivo.
“Ho dovuto pagare una piccola somma per partecipare a quell’evento.
Prima ci sono stati quindici minuti di kirtan, o canto devozionale,
Poi il maestro è salito sul palco e ha detto: “Ogni cosa che vi succede è una benedizione del Divino e serve alla vostra evoluzione spirituale”. E se n’è andato.
Dopo altri quindici minuti di kirtan, il maestro è ricomparso sul palco e ha ripetuto: “Ogni cosa che vi succede è una benedizione del Divino e serve alla vostra evoluzione spirituale”.
Altri quindici minuti di kirtan, ed è sbucato di nuovo sul palco per ripetere la medesima frase. Poi se n’è andato definitivamente e così si è conclusa la serata.”
Leggiamo due parole sugli insegnamenti spirituali e il loro valore.
“Gli insegnamenti spirituali non sono soltanto begli ornamenti da spolverare e sfoggiare nei pomeriggi di sole.
Sono strumenti potenti – armi invincibili a dire il vero – con cui combattere l’oscurità e la negatività che incontriamo attorno a noi, e anche dentro di noi.”
Un altro aneddoto, questo su Paramhansa Yogananda: andiamo al cinema.
“Il maestro ogni tanto portava alcuni di noi al cinema per allontanarsi da tutte le richieste pressanti”, ci raccontò una volta un discepolo diretto di Paramhansa Yogananda, “Poi, nel bel mezzo delle scene più coinvolgenti, ci dava un colpettino sulla spalla, indicava il fascio di luce proveniente dalla cabina di proiezione e diceva: ‘È solo un gioco di luci e ombre’.”
Da Yogananda alle scimmie di Brindaban: la mente e i pensieri.
“Come le scimmie di Brindaban, la mente è sia irrequieta sia dispettosa. Ed è una ladra.
La mente ruba la pace della meditazione profonda e non smette di chiacchierare finché non viene pagato il riscatto, ossia che la mente si ritiri dalla concentrazione e si perda nei pensieri e nei desideri.
Una volta che una delle scimmie mentali comincia a chiacchierare, attrae le altre del suo stesso distretto (chakra). Un pensiero riguardante i soldi susciterà simili pensieri incentrati sulla ricchezza, i possedimenti e la sicurezza materiale. Quelle del secondo chakra indurranno pensieri sulle relazioni e il sesso. Le scimmie del terzo chakra sono interessate soprattutto al potere, al ruolo sociale e all’autorità.”
Propongo ora due parole sullo stato meditativo di presenza.
“Pronuncia ogni parola, compi ogni azione, affronta ogni situazione davanti a un altare interiore, dove inginocchiarti in assoluta adorazione e abbandono del sé, sotto il simbolo e il sigillo del tuo Sé superiore.”
Stiamo andando a concludere l’approfondimento di Un tocco di gioia. Il penultimo brano proposto ci parla della vera gioia, quella che è senza motivo.
“Dobbiamo provare a sentire il tocco della gioia il più spesso possibile durante la giornata, finché non diventerà un’abitudine.
Non aspettare che siano le circostanze a renderti felice: impara a sentire la felicità che non ha bisogno di ragioni per esistere.”
L’ultimo brano è il solito invito spirituale: da un lato abbiamo le cose terrene, periture, e dall’altro le cose spirituali, eterne.
“Aggrappati a ciò che è vero ed eterno.
Gli affari di questo mondo non sono altro che ombre fugaci sullo schermo del tempo. Le uniche cose reali e durature sono la pace, la gioia e l’amore di Dio.
Quando i momenti di incertezza, paura o scoraggiamento incalzano, ricordati di guardare oltre le ombre, verso la Luce Divina che sempre illumina ogni cosa.
Dio ci sta chiamando ora affinché costruiamo il nostro potere spirituale. Afferriamo questa opportunità con energia ed entusiasmo: questo è il dharma che abbiamo scelto per questa incarnazione.”
Abbiamo terminato col buon Un tocco di gioia di Nayaswami Jyotish e Devi Novak.
Al prossimo articolo di approfondimento.
Fosco Del Nero
- Se anche tu vuoi vivere una vita fantastica, iscriviti alla newsletter!
0 commenti