Titolo: Uno (Oneness).
Autore: Rasha.
Argomenti: esistenza, spiritualità.
Editore: Stazione Celeste Edizioni.
Anno: 2003.
Voto: 8.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
Di recente un altro libro si è aggiunto alla lista dei migliori, che potete vedere in homepage sulla destra: Uno di Rasha.
Ma torniamo a Uno di Rasha, al quale è dedicato il presente articolo di approfondimento.
Dovendo scegliere tra alcuni dei numerosissimi spunti proposti, ne ho selezionati alcuni per dare ai miei lettori una idea più precisa di quello che andranno a trovare nel libro se decideranno di comprarlo.
Partiamo dal ben noto e sempre più diffuso concetto dell’ascensione, tematica accostata sovente al 2012.
“Importanti cambiamenti avvengono in questo periodo nella struttura cellulare d’ogni forma di vita sul pianeta. Con conseguenze che vanno lontano e permettono a ciascuna espressione di coscienza di manifestarsi, sotto forma fisica, come una versione accelerata della sua impronta vibratoria.
Questo processo non modifica l’essenza originaria della forma vivente: anzi, l’intensifica, l’espande, e le permette di esprimersi a un’ottava superiore. Il processo si copie per gradi, permettendo l’integrazione di percezioni sempre più sottili nel tuo campo personale di coscienza e favorendo, allo stesso tempo, l’armonizzazione della tua energia con diverse forme di vita che condividono l’essenza centrale risonante identificabile come te.
È in questo processo di reintegrazione che si trova, attualmente, la maggior parte degli individui “risvegliati”. Ed è nei limiti di una forma fisica che la maggior parte di coloro che lottano coi sintomi di questo processo trovano la chiave per liberarsi da quella struttura. Le limitazioni stesse del corpo fisico costituiscono la base per una percezione di te stesso libera da ogni struttura.
È nell’accettare la dimensione fisica, non nel rifiutarla, che puoi prepararti a trascendere ogni limitazione.
La verità che cerchi non sta nel rifiutare mentalmente lo stato d’essere che i tuoi sensi fisici ti mostrano che sei. Piuttosto, è percependo la pienezza di quello stato che puoi, simultaneamente, incarnare l’assenza di limiti della totalità e sentire quel felice stato come ciò che sei.
Così, un atteggiamento mentale che vorrebbe farti credere che “non sei il tuo corpo” è erroneo. Sei molto il tuo corpo. Sei molto i tuoi pensieri. Sei molto i tuoi dubbi e le tue paure. Sei molto i tuoi sogni. Sei molto le tue aspirazioni irrealizzate. Sei molto la tua previsione mentale della fine di quella limitazione che percepisci come la tua identità fisica. E allo stesso tempo, sei molto l’incarnazione di un impulso che porta al compimento di un processo atemporale che è la riunificazione di tutto ciò che sei, tutto ciò che sei sempre stato, e tutto ciò che non sei ancora, in un’espressione simultanea dell’Unità.”
Passiamo ora al processo di risveglio.
“In questo periodo di transizione, concediti la libertà di esplorare pienamente il tuo processo: non si tratta di una corsa per arrivare al traguardo tenendo d’occhio il processo di altri che affrontano esperienze analoghe. Non c’è bisogno di fare confronti riguardo al progresso in corso; ciascuno di voi ha infatti la sua personalissima tabella di marcia. Permettiti il lusso di esplorare in tutta la sua ricchezza il tuo viaggio personale, raccogliendo lungo il cammino i frutti preziosi di comprensione con cui nutrire il tuo sé emergente.
La strada che ciascuno di voi percorre è unica. E anche se possono esserci somiglianze di percorso, le sottigliezze del processo di ciascun individuo costituiscono un’impronta esperienziale unica. Nessun giudizio di valore va qui applicato, né da parte tua né da parte di altri. Perché il merito sta nella magnificenza del viaggio stesso, non nella velocità con cui si arriva alla meta.
Una volta emerso da questo stadio del tuo processo di trasformazione, sarai capace di ricostruire il tuo stile di vita. Molti di voi sceglieranno di rinunciare al precedente apparato esteriore, e le loro priorità saranno radicalmente diverse. Non si focalizzeranno più sulle acquisizioni e le sicurezze materiali ma sull’importanza di sentirsi liberi da ogni costrizione. Non sarai tanto interessato ad accumulare comodità materiali quanto alla facilità con ci potrai manifestare gli scenari mediante i quali rappresentare il valore che dai allo scopo della vita.”
Relazioni personali e influenze vibratorie.
“Non c’è bisogno di scusarti per la tua riluttanza ormai a impegnarti in attività e interrelazioni che gli altri si aspettavano da te: adesso, semplicemente, non hai più voglia di partecipare a incontri di gruppo che una volta trovavi piacevoli. Tenderai sempre più a preferire la solitudine alla compagnia di altri la cui frequentazione, prima, era scontata. In compagnia di te stesso, ti sentirai profondamente gratificato e passerai sempre meno tempo a interagire con gli altri. Ti sintonizzerai col tuo proprio mondo interiore e nella sacralità di quello spazio ti ritirerai alla minima occasione.
La tendenza a prendere le distanze aiuta a creare un paracolpi vibratorio e rappresenta un meccanismo di auto-protezione che si adotta istintivamente. Perché, finché non hai ben imparato a stabilizzare i livelli crescenti di vibrazione, sei soggetto alle variazioni di frequenza vibratoria che ti circondano e alle esperienze estreme che possono risultarne. Divenendo acutamente cosciente degli effetti di certi ambienti e certi individui sulla manifestazione della tua esperienza di vita, comincerai a fare scelte che gli altri forse considereranno radicali. Spesso interromperai senza troppi convenevoli relazioni e attività che non contribuiscono più al tuo migliore interesse.”
Ora un breve discorso su religione e spiritualità.
“Il Dio che esaltavi e veneravi da lontano non è più distante del tuo stesso cuore. Le dimensioni che speri di riunire nelle tue “escursioni” in questo sacro viaggio non sono “là, da qualche parte”. Sono anch’esse parte di te. Gli aspetti del tuo essere che hanno sofferto con te, e gioito con te, son tutti dentro di te. Tutte le illustri vite passate che hanno condiviso questa esperienza, sono dentro di te. Come i sé futuri che recitano i copioni che credi non siano ancora scritti. Tutti son dentro di te, nel centro sacro del tuo essere eterno.
Tu fai nascere colui che personifica il punto culminante di tutto quest’insieme d’esperienze, quello che riconosce serenamente l’essenza Divina che ti abita perché gli è familiare. L’esperienza della tua connessione con Dio non ha niente di estraneo o ultraterreno, perché non è altro che la tua propria essenza Divina, sempre presente dentro di te, che si schiude in quell’abbraccio. Non è qualcosa che entra all’improvviso. È qualcosa che non se ne è mai andato.”
E chiudiamo, per non farla troppo lunga, con uno spunto su ricchezza e abbondanza.
“Gli esseri che scelgono di dedicare la propria vita all’umanità o a ristabilire l’armonia nell’ambiente non sono tenuti a scegliere la povertà come prova di quest’abnegazione. Si manifesteranno del tutto naturalmente circostanze che assicureranno il benessere fisico a chi segue il proprio scopo più elevato.
Quel che importa allora non è tanto ciò che si sceglie di fare, quanto con quale intento si sceglie di farlo. Quando ci si concentra sul guadagno materiale fine a se stesso, come fa la maggior parte degli esseri del vostro mondo, il risultato è ridotto dalla paura della scarsità su cui si basa quella scelta. Quando ci si concentra sul servizio disinteressato per il bene superiore di tutta la vita, senza temere per il proprio benessere, il miglior risultato possibile si manifesta per tutti.
[…] Alcuni di voi presumono che sia richiesto un grande sacrificio di sé a questo stadio del viaggio, come atto compensatore per tutto ciò che hanno realizzato in termini di crescita personale. Non c’è niente di più falso.
Non c’è assolutamente alcun prezzo da pagare per il tuo viaggio spirituale. Chi è infatti che pagherebbe questo prezzo? E a chi si pagherebbe? Tutto è Unità. Sappi dunque chiaramente che se scegli l’austerità e le privazioni fisiche quale mezzo per dimostrare la tua focalizzazione spirituale, sei tu e solo tu a fare tale scelta. Non ti è stato chiesto, né ce lo si aspetta da te. Qualunque dimostrazione infatti è in’affermazione di separazione dall’altro che stai cercando di impressionare con la tua azione, e non c’è alcun altro. L’Unità non è impressionata dalle privazioni. L’Unità non è implicata nelle tue scelte materiali. Scegli come vuoi. E goditi i risultati di quelle scelte.”
L’articolo è uscito fin troppo lungo, per cui con Uno di Rasha termino qui, confidando di avervi fornito dei brani ispiranti e utili.
Fosco Del Nero
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