Titolo: Vite parallele (Parallel lifetimes).
Autore: Ramtha.
Argomenti: esistenza.
Editore: Macro Edizioni.
Anno: 2001.
Voto: 4.5.
Recensione: qui.
Dove lo trovi: Macrolibrarsi, Giardino dei libri, Amazon.
L’approfondimento odierno è dedicato al volume Vite parallele, scritto da Ramtha e facente parte della collana di libriccini Davanti al caminetto.
Il primo brano ci parla del tempo e dell’eternità.
“Che cos’è il tempo alla luce di tutta l’eternità?
Quanto tempo potete passare a investigare lo sconosciuto nel vostro cervello?
Quanto tempo potete passare a investigare e a capire la connessione del cervello con il corpo, la connessione del corpo col cervello?
Quanto tempo dovete passare a capire il vortice turbinante attorno a voi di persone, luoghi, cose, tempi ed eventi?
Quanto tempo dovete passare a capire come essi sono arrivati lì?
Di quanto tempo avete bisogno o pensare di dover passare a capire tutto questo?”
La seconda citazione, invece, pone l’accento sul percorso di ri-scoperta, ri-apprendimento dell’anima umana. Chi lo fa riacquista la vista; chi non lo fa rimane cieco.
“Voi siete qui, sul precipizio di drammatici cambiamenti, non solo in campo geologico, ma nel campo della consapevolezza. Siete qui oggi per ricominciare a riapprendere quello che sapete, ma in un campo molto più approfondito.
Se volete salvarvi, allora dovete ricordare con quale facoltà avete la capacità di farlo. E finché non conoscete quelle facoltà, siete il cieco che guida un altro cieco e cadrete nella fossa.”
Procediamo: la terza citazione è molto breve, e definisce la natura da sogno dell’esistenza umana.
“Siamo esseri sognanti in un sogno tenuto insieme da sognatore supremo.”
Anche il brano successivo suggerisce qualcosa di simile: l’io è il sognatore, e quel che sogna, in qualche modo, lo stabilisce lui.
“Ogni cosa che vedete sono oggetti nella vostra realtà.
Tutto su scala quantica è regolato rispetto a quello che pensate.”
Siamo in dirittura d’arrivo con l’approfondimento dedicato a Vite parallele.
Il brano successivo sottolinea qualcosa che non si potrà sottolineare mai abbastanza: l’importanza della conoscenza… che ci fornisce possibilità ben più grandi rispetto all’ignoranza.
“La conoscenza vi fa sentire così magnificamente. Perché? Perché significa un’opportunità.
Perché? Perché conclude il momento culminante dell’insicurezza e porta saggezza.
La conoscenza mette fine all’insicurezza.”
Sempre a proposito di studio, il penultimo brano evidenzia quel che occorre studiare maggiormente: noi stessi e il nostro vissuto interiore. Non c’è trucco e non c’è inganno, mai.
“Se io fossi voi, continuerei a studiare questo piccolo, minuto mondo, e lo studierei in concerto con i miei egregi e seducenti bisogni di cui mi lagno, di cui mi lamento, di cui sono vittima.
E finalmente, per la prima volta, ammetterlo: non c’è vittima, non ci sono ostaggi, c’è solo verità.”
L’ultimo passo proposto evidenzia anch’esso un elemento interessante: se il mondo è pura materia, non ci si può interagire; se invece il mondo è energia e coscienza, allora l’interazione è la regola.
“Pensate che tutti gli oggetti siano essenzialmente inanimati, che non siano cose viventi. Ma se continuate quella vena di pensiero, sarà impossibile per voi interagire consapevolmente col campo dinamico chiamato “campo quantico”.
Sarà impossibile per voi interagire con esso e cambiarlo perché quel campo, tutto ciò che c’è, tutti gli oggetti, sono esperienze, poiché sono composti di materiale di consapevolezza ed energia analogica.”
Con Vite parallele abbiamo concluso… in attesa del prossimo volume della collana di Ramtha.
Fosco Del Nero
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